Sicilia |
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È dolce declivio di spume frangenti selvaggi del mare inquiete presenze fra cocci di chiglie
Sparse fra il vento cherubine le sabbie seguono le strade dell’esistenza, lineari talvolta fiorite tal’altra.
Palme alte e traiche vivono la soave dolcezza dell’estate fra i cronici fendenti della scogliera.
Fiorite le tue perle degli occhi voglio cantare a piena voce, calmo e fausto stasera.
Guardo il sipario delle stelle che è calato e le sterminate contumelie del mare s’acquietano sui corpi dei vivi: fra la folla di pineti non s’aggrotta neanche un ciglio.
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Pendii neri sono i pensieri: calano e vanno a fondo senza più un appiglio, un pallido burattino son diventati gli ideali: se avessi sogli fra i morti…
penduli, abbarbicati, fra loro confusamente lamentano i salici, la nenia che imparai da bambino.
La tua mano è sulla mia E no si ferma mai: il suono fitto del silenzio non ti lascia requie. Se avessi soglia fra i morti….
Ma i remi sono ancora fermi e bisticciano nelle secche, confusi e chiusi come imbuti attendiamo un vento che spiri più forte. |