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Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!"    Gv 11 Vs 32


Titolo: Maria nel luogo di Marta.


Argomenti: Che cosa è un luogo in senso spirituale? Come si arriva a un luogo?  La voce. La singolarità. Attrazione. Pensiero-realtà Dio.   La solitudine.  La condizione per restare nel Principio.


 

21/novembre/1993 Casa di preghiera Fossano


Quello che subito stupisce in questo versetto sono le parole di Maria che ripete le parole di Marta.

Ma Maria non è Marta.

Gesù l'aveva definita: "Colei che ha scelto la parte migliore, una sola cosa è necessaria".

Perchè Maria parla lo stesso linguaggio di Marta quando giunge allo stesso luogo di Marta?

Forse che ogni luogo ha le sue parole?

Tutto è segno, è parabola.

È lezione di Dio.

Dio è il Maestro.

"Saranno tutti ammaestrati da Dio".

Sono tutti ammaestrati da Dio.

Siamo tutti ammaestrati da Dio.

Uno solo è il Maestro.

Una sola è l'aula, una sola è la scuola.

Uno solo è il Maestro che parla in tutto.

E che parlando conduce noi alla constatazione della verità di Dio.

Dio Creatore di tutte le cose.

E poi alla scoperta che questo Dio Creatore di tutte le cose è presente in tutto e parla con noi in tutto.

E opera in tutto per condurre noi alla vita eterna.

E la vita eterna è conoscere Dio come vero Dio.

Quella è la vita vera.

Conoscere Dio come vero Dio.

La vita è conoscenza.

Se noi conoscessimo tutte le scienze ma non conoscessimo Dio non ci servirebbero a niente.

La vita viene dalla conoscenza di Dio.

E solo di Dio.

Conoscendo le scienze non si arriva a conoscere Dio.

Dio si conosce solo per mezzo di Dio.

Noi ci troviamo a questa scuola di questo Dio che ammaestra tutti gli uomini.

E siccome ci troviamo qui, dobbiamo chiederci che senso ha?

Che significato ha Dio, che ci presenta Maria, colei che ha scelto la parte migliore, che giunta nel luogo di Marta parla lo stesso linguaggio di Marta?

Il contemplativo è colui che supera tutte le cause seconde perchè cerca in tutto la giustificazione presso Dio.

Non serve quello che dicono gli uomini o quello che si esperimenta con i sensi.

Alla contemplativa non basta sapere che l'erba è verde.

La contemplativa ha bisogno di sapere perchè l'erba è verde.

Ha bisogno di arrivare al significato delle cose.

Al Pensiero di Dio..."perchè"....?

Quale pensiero ha Dio per manifestare a noi che l'erba è verde.

Il contemplativo non cerca quindi di cambiare l'avvenimento.

Il contemplativo cerca presso Dio la ragione dell'avvenimento.

È Marta che cerca di cambiare l'avvenimento.

"Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto".

Ecco cambiare l'avvenimento

Il contemplativo no, accoglie tutto da Dio.

Perchè sa che tutto viene da Dio.

E sapendo che tutto viene da Dio cerca di capire la ragione, il Pensiero di Dio.

In tutte le cose che Dio fa.

Perchè lì ci sono la liberazione e la vita.

"Io sono la resurrezione e la vita".

Lì c'è l'ultimo giorno.

L'incontro col Pensiero di Dio, questo è l'ultimo giorno.

Verso cui tutta l'umanità e ognuno di noi sta andando.

Volenti o nolenti.

Creda o non creda.

Capisca o non capisca.

La vita passa a senso unico e va verso un luogo ben preciso.

Gli avvenimenti ci conducono.

"Verrà il giorno in cui sarai condotto dove non vorresti".

Allora il regista è un'altro.

Dio non è solo il Creatore.

Dio è Colui che conduce gli avvenimenti.

E li conduce in un punto ben preciso.

Gli avvenimenti ci conducono.

Qui si dice: "Maria giunse al luogo dove era Gesù".

E quel luogo era esattamente il luogo dove Marta lo aveva incontrato.

E qual è questo luogo?

Noi siamo sempre in campo spirituale.

Tutte le scene, le azioni, le Parole di Dio sono essenzialmente spirito e vita.

Non le dobbiamo quindi identificare con la materia.

Non è quindi un luogo materiale.

Noi dobbiamo cercare il significato spirituale del luogo.

Che cosa è un luogo in senso spirituale?

Tutti gli avvenimenti ci stanno convogliando verso un luogo ben preciso.

"Tutte le genti saranno radunate intorno al Cristo".

Il punto centrale dell'universo.

Si sappia o no ci troveremo tutti lì.

A destra o sinistra.

Tutti gli avvenimenti ci conducono a un luogo ben preciso.

E in quel luogo preciso c'è il Cristo.

C'è il Figlio di Dio, c'è il Verbo.

Ci troveremo a tu per tu.

Dobbiamo quindi intendere il luogo spirituale in cui Maria giunge e giunse Marta.

Il problema grosso è questo: perchè Maria parla lo stesso linguaggio di Marta?

E che cosa Dio ci vuol significare?

Luogo spirituale per ogni uomo è ciò che gli sta più a cuore.

Ognuno sta in quel luogo in cui c'è il suo interesse principale di vita.

Qui il luogo di Marta e Maria in quel tempo era la morte del fratello.

Marta ha incontrato Gesù in quella morte che era poi la sua morte.

La morte è relativa ed esprime quello che è condizionato da un pensiero che portiamo dentro di noi.

Da una realtà che portiamo dentro di noi.

Se uno vive per una creatura, la morte (assenza) di quella creatura fa esperimentare la morte per colui che è vissuto per quella creatura.

Quindi la morte è relativa a ciò per cui noi viviamo.

Tutto è segno, tutto è Parola di Dio.

Anche la morte è una Parola di Dio.

Per dire a noi che soltanto vivendo per ciò che è eterno, Assoluto noi non esperimentiamo la morte.

E allora capiamo perchè Gesù dice: "Chi viene dietro di Me non esperimenterà la morte".

E già, Lui parla solo di ciò che è eterno.

Se si vive per ciò che è eterno non si esperimenta la morte.

Se si vive per ciò che non è eterno si esperimenta la morte.

Ma questa esperienza di morte è ancora voce (fatto relativo), per convogliarci a scoprire l'eterno, l'Assoluto e quindi per portarci alla vita.

Direi che è la massima vicinanza alla vita.

Marta è stata condotta lì in quanto il pensiero principale del fratello, per cui essa viveva, l'ha fatta incontrare con Colui che se fosse stato lì....

L'avvenimento abbiamo visto è stato voluto da Gesù.

Come si arriva a un luogo?

La morte è un luogo.

Anche questo è un luogo.

Ed è un luogo in cui ogni uomo è condotto.

Visto cosa è un luogo in senso spirituale, come si arriva a un luogo?

Colui che conduce tutti gli avvenimenti è sempre Dio.

Dio è il Signore della storia e della vita di ogni uomo, quindi è Dio che conduce gli avvenimenti.

È Dio che conduce gli avvenimenti e mentre noi crediamo di andare là, Lui ci conduce da un’altra parte.

E ci conduce a un certo momento a un luogo ben preciso.

Come avviene questo?

Come può avvenire questo?

Cosa vuol dire andare in un luogo?

Praticamente andare in un luogo vuol dire lasciare tutti gli altri luoghi.

Se uno vuole andare a Cuneo, deve lasciare tutto ciò che non è Cuneo.

Deve avere presente dove è Cuneo.

Il luogo è un fatto essenziale per trovare.

Il luogo è là dove c'è una presenza, però la presenza va cercata.

Però se uno cerca la presenza e non ha presente il luogo spreca tutta la sua vita.

L'uomo può anche sbagliare luogo.

Però abbiamo visto che ogni essere ha la sua voce.

La quale voce giunge dappertutto.

Anche Dio ha la sua voce.

Tutto è voce di Dio.

La voce di Dio non è Dio.

Come il luogo di un essere non è l'essere.

Non basta che io vada in un luogo dove ci sono i funghi per trovare i funghi.

Il fungo non è il luogo.

Però il luogo è necessario saperlo per trovare i funghi.

Così abbiamo questa grande distinzione.

Ogni esistente fa giungere la sua voce.

La voce è un richiamo.

Per esempio la voce dell'acqua giunge molto lontano.

E più uno ha sete e più vi pone mente.

Però la voce dell'acqua non è l'acqua.

Non basta udire la voce dell'acqua per dissetarsi.

Però se uno ha interesse per l'acqua, se è assetato, sentendo la voce dell'acqua, andando dietro a quella voce viene condotto.

Quindi supera tutti gli altri luoghi fino a quel punto in cui si trova l'acqua.

Ma è solo l'acqua che lo disseta.

Non basta arrivare al luogo in cui c'è l'acqua.

Non basta arrivare in un torrente, può essere asciutto.

Non basta la voce e il luogo.

È la singolarità dell'acqua che ti disseta.

È soltanto trovando l'acqua che puoi dissetarti.

Tutto è segno.

Non basta la creazione.

La creazione è voce di Dio.

Anche la morte è voce di Dio.

Non basta sapere che Dio si trova in un certo luogo.

Non basta cercarlo nel suo Pensiero per trovarlo.

Ciò che è singolare non può essere conosciuto per mezzo di nessun altro se non di se stesso.

Tutti possono annunciare Dio.

Tutto può parlare di Dio.

Nessuno può farti conoscere Dio perchè Lui è la massima singolarità.

Ed essendo massima singolarità, Lui solo può rivelare Se Stesso.

Lui solo può farsi conoscere.

Quindi è necessario andare in un luogo ma non basta andare in un luogo.

Il rivelatore di sé è solo Dio.

È Dio che rivela quello che Lui è ed è Dio che fa trovare la sua presenza.

Dio è il principio di tutto quindi anche della sua conoscenza.

Come Dio ci convoca in quel luogo?

Dio ci convoca attraverso la sua voce.

La voce è un sentiero, una guida.

Certo per seguirla bisogna aver interesse.

Per giungere a Dio non basta che Lui ci faccia giungere la sua voce.

Dio la fa arrivare la sua voce ma quanti hanno interesse per conoscere Dio?

E allora è voce, sangue sciupato.

Si sente la voce di Dio ma chi è assetato di Dio?

Se uno non è assetato sente la voce dell'acqua ma non gli corre dietro.

Non sa cosa farsene.

Dio facendoci giungere la sua voce, se siamo attratti dal Padre, ci convoca a un luogo spirituale.

Al luogo non si giunge senza di noi.

Nessuno arriva al luogo dell'acqua se non ha interesse per l'acqua.

Quindi ci vuole questa componente essenziale: l'attrazione per Dio.

Dio ha posto quest’attrazione in tutti.

Ed è l'attrazione più forte.

Il bambino è attratto moltissimo dalla verità.

L'uomo adulto è un’altra cosa.

Ma vedremo perchè.

A un certo momento costatiamo che l'oggettività debole è più forte dell'oggettività forte.

Perchè suscita in noi un legame più forte dell'oggettività forte.

Dio, Lui stesso, il Regista ci convoca in un luogo ben preciso.

Però siccome c'è una componente personale (attrazione), succede che se noi, anziché essere attratti da Dio siamo attratti dalle creature, Dio ci convoca nel luogo in cui la creatura diventa l'unico interesse per noi.

L'interesse principale, quello è il luogo principale.

Il luogo si raggiunge in quanto si supera ogni altro luogo.

Chi vuole andare in un luogo deve salutare tutti gli altri luoghi.

Se uno ha interesse per qualcosa, anche diverso da Dio, Dio lo conduce in quel luogo dove lui constata cosa è ciò per cui lui sta vivendo.

E lo fa ancora per salvarlo.

Il luogo di ogni creatura in senso spirituale diventa l'interesse unico che quella creatura ha posto al di sopra di tutto.

Dio operando conduce la creatura a tu per tu con ciò che essa ha messo prima di tutto.

E soltanto in quel a tu per tu (luogo) in cui si trova l'essere.

In cui uno costata cos'è ciò che lui ha messo prima di tutto.

Lì la creatura costata la morte.

Fa esperienza di morte.

Ma Dio ci aspetta là dove noi lo abbiamo lasciato.

E se uno trascura il Creatore per la creatura, vuol dire che ha lasciato il Pensiero di Dio.

E ha messo un altro pensiero al posto Suo.

Dio ci aspetta là.

Noi lo lasciamo sempre nel pensiero.

A un certo punto ci porta a toccare con mano che ciò per cui siamo vissuti è morte, è assenza, è vuoto è non significato.

È pensiero ma senza presenza.

Ed è lì il tragico.

L'uomo trascurando Dio trascura il Principio che  fa la realtà di tutte le cose, anche di Dio Stesso.

Perchè è Dio che ha in Sé la ragione di Sé.

Quindi è Dio che fa la Realtà di Dio.

E chi trascura Dio per vivere per la creatura entra in un dramma che il mondo non vede.

La realtà è fatta unicamente da Dio Padre.

Chi trascura di mettere Dio al centro come interesse principale si espone a questo grande fatto: gli resta il Pensiero di Dio ma perde la presenza di Dio.

Resta la fotografia ma perde la persona.

La presenza, la realtà non è il Pensiero di Dio che la fa.

La realtà è il Padre che la fa.

Non basta quindi avere in noi il Pensiero di Dio per costatare la realtà di Dio.

Come tu perdi Dio come principio, come Padre, per vivere per una creatura non è che tu dimentichi Dio.

Dio lo porti sempre con te ma come pensiero.

E il pensiero non è la realtà.

Perchè la realtà del tuo pensiero è il tuo io.

Sei tu che pensi!

Sei tu che pensi Dio.

La realtà è questo tuo io che pensa Dio.

Invece soltanto da Dio si giunge a scoprire che il Pensiero di Dio è la realtà di Dio.

È pensiero di (proprietà) Dio.

E non pensiero del nostro io.

Ma questo è soltanto Dio che ce lo fa in noi.

Ecco che l'uomo a un certo punto scopre la sua grande solitudine: è l'uomo che pensa.

È solo, isolato nel suo pensiero.

Anche quando pensa Dio è lui che pensa Dio.

E chi lo libererà da questo corpo di morte?

Da questa solitudine: "Sono io che penso io”.

Ma chi gli assicura che la realtà è Dio?

Che coincide con il suo pensiero.

Non c'è santo o creatura che ti possa confermare questo.

Solo Dio e Dio Padre.

Gesù dice: "Quando avete la luce camminate nella Luce per non essere sorpresi dalle tenebre".

Le tenebre sono questa solitudine.

L'uomo solo.

È l'uomo solo con il suo pensiero.

Che può essere una dannazione.

Anche il Pensiero di Dio.

Cosa è la Luce?

La Luce è il principio.

Camminate in questo principio, cioè vedete le cose dal punto di vista del Principio.

Dal punto di vista di Dio.

Perchè è Dio che fa la realtà in voi, non siete voi a farla.

Altrimenti si resta sorpresi dalle tenebre.

Qui c'è la grande difficoltà poiché l'uomo è fatto di cielo e di terra.

È fatto di spirito ed è fatto di sentimenti.

E a un certo punto ci sono questi sentimenti che ci sorprendono.

Han sorpreso Marta e stanno sorprendendo Maria.

A un certo momento c'è questa realtà in cui tu vivi.

Che incomincia a pesarti.

La morte del fratello a un certo punto è determinante anche in Maria.

Anche Maria trovandosi nello stesso luogo di Marta (morte del fratello) esclama: "Se tu fossi stato qui".

Cioè ripete le parole di Marta.

Ecco il contemplativo si trova in difficoltà.

Qui Gesù non dirà più a Maria: "Io sono la resurrezione e la vita".

Non servirà più.

Vedremo in seguito che Gesù sarà turbato.

E quel suo turbamento sarà poi il suo turbamento sulla croce.

È proprio questa constatazione di difficoltà per l'uomo a restare nel Principio.

A guardare tutto dal punto di vista del Principio.

E quando l'uomo scivola e in lui prevale la creatura, i sentimenti e la terra diventano dominanti.

Qui abbiamo l'uomo che pensa Dio.

Marta pensa Dio.

Maria pensa Dio:"Se tu fossi...".

Quando si scivola, pur restando col Pensiero di Dio abbiamo la creatura che ha come suo principio il suo io.

La sua sofferenza, la sua tribolazione, la sua morte, tutto quello che volete ma, è l'io che soffre, è l'io che pensa.

È l'io che si lamenta.

È l'io che invoca.

"Se è possibile passi da me questo calice", è questo umano che salta fuori.

Anche in Maria.

Qui scopriamo che a un certo momento c'è un luogo che è inaccessibile.

Cioè là dove c'è l'io umano che parla, anche nella sofferenza, la verità è inaccessibile.

Perchè nel Regno di Dio che è il Regno della Verità, la verità stessa di Dio è accessibile solo per mezzo di Dio.

E fintanto che c'è il nostro io come principio, anche se pensa Dio, il nostro io è tagliato fuori.

..."Sì Dio c'è, ci sarà...però".....

La mia realtà è un'altra.

C'è questa realtà che ci separa da Dio.

Gesù dice: "Dove Io sono voi non potete venire, Io sono di lassù, voi siete di quaggiù".

È Parola di Dio anche questa per ognuno di noi.

Quindi la creatura viene a trovarsi in una situazione, in una realtà che subisce (dramma) che non può sfociare in Dio.

"Dove Io sono voi non potete venire".

Quel cielo di Dio in cui Dio è il principio di tutto, fintanto che tutto in noi è dominato dal pensiero del nostro io, ci è inaccessibile.

La porta è chiusa, invano bussate.

La porta non ti risponde, non ti conosce.

Perchè nel cielo di Dio tutto fa capo al Dio principio di tutto.

E si entra in questa realtà mettendo Dio al di sopra di tutto.

Guardando tutte le cose dal punto di vista di Dio.

E per guardare dal punto di vista di Dio bisogna superare il pensiero del nostro io.

Ecco perchè il contemplativo a un certo punto cade schiavo del sentimento.

Perchè a un certo momento, pur pregando, invocando, non cerca più di capire, presso Dio perchè Dio ha fatto questo.

No, si cerca di modificare l'avvenimento per mezzo di Dio:

"Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto".

Ora il problema non è cambiare le cose, è capire le cose.

Il pensiero centrale quindi è questo.

La condizione per poter restare nel Padre è non voler cambiar nulla, non invocare Dio per cambiar qualcosa.

Cerca sempre di capire presso Dio.

Dio è il principio di tutto.

Lui non nega le sue ragioni a chi gliele chiede.

"Qualunque cosa chiederete vi sarà data".

Ma rispetta il Principio, l'opera di Dio.

Cerca in tutto il significato dell'opera di Dio.