Il crepuscolo degli Dei

La fine delle Grandi navi da Battaglia Italiane

 

Inizia qui l'epilogo della nostra storia, la fine delle ultime grandi navi da battaglia italiane.


Vittorio Veneto, La Spezia, 1948 : operazioni di taglio dei cannoni alla torre poppiera.

Il Capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Franco Maugeri, già capo Servizio Informazioni Segrete, era deciso a conservare entrambe le "Littorio", magari armandole una alla volta, a rotazione.
Iniziò con la proposta di barattare le due "Littorio" con le due "Duilio" concesse all'Italia, ma non ricevendo riscontri la Marina si vide costretta, all'inizio del 1948, a porre le due navi da battaglia in riserva dando inizio al loro smantellamento.
Il Vittorio Veneto passò in disarmo il 3 gennaio 1948, l'Italia il 1° giugno 1948.
L'addetto navale inglese a Roma non mancò di segnalare a Londra come, più che di smantellamento, si trattasse in realtà di un attento smontaggio di alcune componenti non essenziali delle due unità, in previsione di un futuro reinserimento nei ranghi.

Nel maggio 1948 la commissione armistiziale, su pressioni dell'Unione Sovietica a seguito dall'esito delle elezioni politiche italiane che videro i comunisti sconfitti, chiese l'immediata messa in condizioni di impotenza delle due unità, mediante il taglio con la fiamma ossidrica delle volate dei pezzi di grosso calibro e la distruzione, a colpi di mazza, delle palette delle turbine e delle ruote dentate dei riduttori.   Le immagini allegate alla pagina mostrano questi provvedimenti.

Le richieste del governo di Roma caddero nel vuoto, sia nei confronti degli Inglesi che dei Francesi, ai quali ancora bruciava l'analogo provvedimento preso dalle autorità italiane a Tolone nel giugno 1943, su istruzioni dello stesso Mussolini, in conseguenza del quale vennero inutilizzate le corazzate Dunkerque, Strasbourg e Provence.
Tuttavia, per le due navi non era ancora finita.


Il Vittorio Veneto e l'Italia alla Spezia nel 1949 in attesa della demolizione.

L'opera di smontaggio parziale e "finto" proseguì tuttavia per tutto il 1949.
Nello stesso anno la Marina vendette lo scafo del Vittorio Veneto alla società di navigazione Italia, cui fece seguito il progetto di trasformare l'unità in transatlantico, ma anche di questo non si fece nulla.

Nel 1948 infine la Marina decise di abbandonare definitivamente le due "Littorio", preferendo puntare su un futuro auspicato nucleo di portaerei leggere ex americane, mentre la società Italia aveva infine abbandonato anche l'idea di trasformarla in nave di linea.
Ci fu una battuta d'arresto nello smantellamento ancora nel 1950, con l'inizio della guerra di Corea, ma l'anno successivo le navi vennero infine passate alla demolizione.

A questo punto per le due grandi navi da guerra, ebbe finalmente inizio la fine.
A La Spezia i due grandi scafi vennero infine lentamente demoliti, ed il loro smantellamento proseguì fino al 1955.

Si consumò così l'epilogo delle due grandi navi da battaglia italiane, le più imponenti unità che vennero mai allineate tra i ranghi della Marina Militare Italiana, orgoglio di una nazione intera, che tanto impensierirono i nemici e poi gli amici sia in guerra che in pace, anche quando appartenevano ad una nazione ormai prostrata dalla sconfitta. 


Italia, La Spezia, 1952, la corazzata è ormai in avanzato stato di smantellamento.

 

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