Corsari italiani (virtuali)

 

La guerra

 

Allo scoppio delle ostilità di tutti questi progetti vennero accantonati, e Supermarina dovette accontentarsi di mettere mano alle quattro RAMB.   I RAMB I, II e IV si trovavano in Africa orientale, a Massaua, mentre il III si trovava in Italia.


La RAMB II in navigazione nel 1937

L'unica operazione di guerra di corsa ad opera di queste navi si ridusse ad una missione di ricerca di traffico nemico nel Mar Rosso ad opera del RAMB I nell'agosto 1940, interrotta però a causa della mancanza di obiettivi.   Frattanto il RAMB IV, disarmato, venne adibito a nave alloggio.

 
La RAMB IV come nave ospedale a Massaua

Nel febbraio 1941 il RAMB IV venne poi adibito a nave ospedale e venne catturato ad aprile dal cacciatorpediniere inglese Kingstom mentre dirigeva verso un porto neutrale dopo aver abbandonato l'Africa Orientale Italiana in procinto di cadere in mano nemica.   Dirottato nuovamente a Massaua venne in seguito impiegata dalla stessa Royal Navy come nave ospedale, fino al suo affondamento avvenuto il 10 maggio 1942 al largo di Alessandria d'Egitto ad opera di aerei dell'Asse.


La RAMB IV, sotto bandiera inglese, in affondamento in Mediterraneo

All'inizio del 1941 la situazione nell'Impero era diventata critica, così le tre RAMB si videro costrette ad abbandonare Massaua per cercare rifugio in Giappone da dove, effettuata una tappa per rifornimento, avrebbero finalmente iniziato la guerra al traffico nemico, sulla falsariga di ciò che stavano facendo alcuni incrociatori ausiliari tedeschi.   Purtroppo ciò non fu possibile in quanto l'aiuto nipponico venne a mancare, non essendo (febbraio 1941) il Giappone ancora in guerra.

Il 27 febbraio 1941 il RAMB I incappò nell'incrociatore leggero neozelandese Leander, da 7.200 tonnellate ed armato con 8 cannoni da 152 mm, poco ad ovest delle Maldive.  Il corsaro tentò a lungo di ingannare il nemico, camuffata da nave inglese, finché il suo comandante decise di accettare battaglia ed ebbe inizio l'impari scontro, durante il quale la RAMB I riuscì addirittura a mettere a segno un colpo da 120 mm  a bordo della nave nemica, senza però causare danni di rilievo.   Una ventina di minuti dopo, visti i danni subiti, la RAMB I venne autoaffondata dall'equipaggio che poté così essere tratto in salvo.   Era ovviamente un combattimento scontato, non avendo l'unità italiana la possibilità di lanciare dei siluri, che avrebbero potuto fare la differenza, come fu per il raider tedesco Kormoran, il quale riuscì ad affondare l'incrociatore australiano Sydney, che a sua volta però riuscì anche a colare a picco la nave germanica.


La Kiebitz in servizio sotto bandiera tedesca

Il RAMB II invece, in compagnia della nave coloniale Eritrea, riuscì a raggiungere il Giappone, giungendo in porto camuffato e con il nome di Calitea, permettendo così ai giapponesi di non internare l'unità, a dispetto delle pressioni degli inglesi che comunque non erano riusciti ad identificare la nave.   La RAMB II, ora Calitea, non effettuò mai missioni contro il traffico nemico, ma venne utilizzata come trasporto restando iscritta nei ranghi della Regia Marina fino all'armistizio.

La RAMB III, ultima rimasta, venne utilizzata per il traffico convogliato tra l'Italia e la Libia, e fu proprio nel porto di Bengasi che venne colpita, il 30 maggio 1941, da un siluro lanciato dal sommergibile HMS Triumph, e appoggiò la prua sul fondo.   Recuperata e inviata a Trieste per le riparazioni, vi venne sorpresa il 9 settembre 1943 dalle truppe tedesche che la catturarono.   Immessa in servizio dalla Kriegsmarine con il nome di Kiebitz, venne infine colata a picco dagli aerei alleati a Fiume nel novembre 1944.   Recuperata nel dopoguerra dalla Jugoslavia, divenne nave scuola e yatch presidenziale con il nome di Galeb.


L'incrociatore ausiliario tedesco Atlantis

 

Per concludere si può citare l'esperienza dell'alleato germanico, ricordando che la Germania, a differenza dell'Italia, disponeva ovviamente di basi ben attrezzate affacciate sull'Oceano dalle quali far operare i propri corsari.   La Germania armò durante la Seconda Guerra Mondiale un totale di 9 incrociatori ausiliari, che operarono con i seguenti risultati : Pinguin, 32 navi affondate, Atlantis, 22 navi affondate, Thor, 22 navi affondate, Michel, 17 navi affondate, Kormoran, 11 navi + l'incrociatore leggero Sydney, Orion, 10 navi + 2 in collaborazione con il Komet, Widder, 10 navi affondate, Komet, 6 navi + 2 in collaborazione con l'Orion, Stier, 4 navi affondate.   Furono in tutto affondate o catturate 600.000 tonnellate di naviglio avversario, al prezzo di ben otto di queste unità affondate in combattimento o per incidenti nei porti.


Il raider tedesco Komet

 

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