Il problema della giustizia in Pitagora e nel Pitagorismo

FONTI LETTERARIE

FONTI STORICHE

SCUOLA PITAGORICA

GIUSTIZIA IN GRECIA

GIUSTIZIA PITAGORICA

ATTIVITA' POLITICA

INFLUENZA POLITICA

CRISI DEL PITAGORISMO

INFLUENZA SU ROMA

CONCLUSIONI

"CHE TI SIA VENUTO IN MENTE DI FAR MENZIONE DI PITAGORA CIO' NON PUO' ESSERE ACCADUTO SENZA UN QUALCHE OCCULTO E DIVINO DISEGNO. CHE' IO NON CESSO DI AMMIRARE, DI LODARE IN LUI UNA COSA NOTEVOLE E CHE TUTTAVIA MI ERA SFUGGITA INTERAMENTE; ED E' CHE EGLI NON DAVA AI SUOI DISCEPOLI L'ULTIMA REGOLA DEL GOVERNO DELLA REPUBBLICA, SE NON QUANDO ERANO GIA' DOTTI, PERFETTI, SAPIENTI, BEATI. EGLI VEDEVA NELLA PRATICA DEL GOVERNO TANTE TEMPESTE CHE NON VOLEVA ESPORVI CHE UN UOMO ARMATO DI UNA SAGGEZZA TALE DA PERMETTERGLI DI EVITARE OGNI SCOGLIO E CHE NEL CASO CHE TUTTO GLI VENISSE MENO FOSSE IN GRADO DI STARE CONTRO AD OGNI MAREGGIARE, EGLI STESSO COME UNO SCOGLIO" (S. Agostino, De ordine, II, capitolo 20)

Sintesi della tesi in Filosofia del diritto presso l'Università di Tor Vergata in Roma del Dott. Gaetano Basile

PREMESSA

Le radici della cultura occidentale risiedono in regole comportamentali scaturite da sistemi sociali arcaici, creatisi in Grecia e nella penisola italica, i quali fondarono i propri principi su antiche correnti filosofiche, rielaborate ed integrate da antichissime consuetudini locali e secondo l'innovativa visione del mondo (tipicamente "ellenica") degli uomini che diedero questo immenso impulso vitale alla crescita di codeste società. Questi canoni rappresentano il diritto naturale europeo arcaico, una sorta di elenco di principi morali, di derivazione "divina", dai quali ciascun individuo aveva l'obbligo di attingere e di rispettarne i contenuti. Per verificare codeste affermazioni, prenderemo in considerazione Pitagora di Samo, che riuscì a creare un'entità sociale organizzata unica e strabiliante in quanto ad efficienza ed organizzazione, basandosi su principi che si fondavano tutti su un solo sentimento: l'amore, verso il prossimo, verso se stessi, verso gli dèi e l'universo. Il Pitagorismo fu un movimento politico-filosofico del tutto originale, una scuola non solo di filosofi, di asceti e di scienziati, ma, soprattutto, di legislatori ispirati dal divino, sapientemente istruiti dal filosofo greco; il declino inesorabile di esso rappresenta la prevedibile fine di un pacifico gruppo di uomini circondato da una moltitudine avida e invidiosa. Ma l'impulso dato continuò ad illuminare il faticoso cammino evolutivo del pensiero umano: Platone, Aristotele, Cicerone ed un nutrito numero di altri filosofi, scienziati, legislatori ed intellettuali hanno attinto da esso, riconoscendone l'intrinseco valore etico e promuovendone lo studio. E' grazie a questi personaggi che il pensiero pitagorico è riuscito ad arrivare a noi, sebbene gravemente menomato da manipolazioni ed interpolazioni subite in oltre due millenni di storia; il movimento pitagorico può, quindi, essere considerato come il fenomeno che condusse il pensiero dell'uomo verso nuove speculazioni filosofiche, le quali contribuirono in maniera determinante alla creazione del concetto di "diritto naturale", al quale viene peraltro dato, nel corso dei secoli, un differente significato, secondo quanto giustamente evidenziato da Hobbes: esso è stato considerato sia come legge posta dalla divinità, che come legge della natura, ovvero come un insieme di regole comportamentali presenti nell'uomo in quanto tale. Il concetto di diritto naturale rimanda quindi ad un ordine normativo "oggettivo" scaturito dalla ragione umana (ispirata o meno dal divino a seconda dei contesti culturali propri di ciascuna aggregazione sociale). Sofocle, poeta tragico del V secolo a.C., viene indicato come il primo che mise in evidenza le relazioni esistenti tra il diritto e la morale; Aristotele considera le azioni regolate dal diritto naturale come sottratte al nostro giudizio, esistendo una sfera di comportamenti che sono obbligatori indipendentemente dalla nostra volontà; gli stoici, poi, sostenevano che Dio, natura e ragione appartenessero al medesimo concetto; tale idea fu, in seguito, ripresa dal Cristianesimo, che la fece confluire nella teologia morale del Medioevo, dove la natura viene considerata alla stregua di un prodotto dell'intelligenza e della potenza creatrice divina. Agli albori dell'età moderna la natura assume il significato di ordine razionale dell'universo ed il diritto naturale si sintetizza nell'insieme delle leggi della condotta umana, che, in perfetta sintonia con le leggi universali, sono parte di questo ordine; esse, in quanto razionali, sono riconoscibili attraverso la ragione. Dopo il diritto naturale-consuetudinario, che si perde in epoche lontanissime, e dopo il diritto naturale-divino, che incarna la filosofia politica e giuridica medioevale, nell'età moderna il diritto naturale-razionale rappresenta una nuova manifestazione del diritto non posto dall'uomo. Ma un drastico declino di tali teorie sopravvenne agli inizi dell'Ottocento, fino all'arrivo di una pressochè totale scomparsa verso la fine del medesimo secolo. Ci si appresta, quindi, in questa sede, ad indagare sul posto che occupa il Pitagorismo nel pensiero filosofico dell'uomo ed a dimostrare che, verosimilmente, alcuni dei concetti del Pitagorismo arcaico, presenti sin dagli albori della nostra civiltà, risultino utilizzati dall'umanità in ogni epoca, per fini politico-religiosi. Ciò implica, tra le altre cose, che il filosofo fu tra i primi in assoluto a comprendere l'importanza del diritto, inteso come legge che prescrive i comportamenti umani, al quale ciascuno sente di doversi conformare perchè essere razionale, ed ad individuare, elaborare e promulgare i contenuti di esso in forma di prescrizioni legislative, con lo scopo di creare una società nuova e più evoluta. Questa indagine vuole, in seconda ipotesi, far luce su un periodo storico lontano e dimenticato e su una terra che appare, ai nostri giorni, nonostante le nobilissime origini e la raffinata cultura creata nel corso dei millenni, sempre più lontana dal resto dell'Occidente, abbandonata ad un destino oscuro da quanti avrebbero dovuto custodirne i valori, la cultura, la dignità. (Vai al Cap. 1)

INDICE