Gezzi P., Il Vangelo secondo De André, Àncora Editrice, Milano 2002, pp. 176

 

Il libro di Paolo Ghezzi - giornalista, direttore del quotidiano di Trento L'Adige - non è l'ennesima biografia del cantautore scomparso sei anni fa, ma un'indagine di confine, alla ricerca della dimensione evangelica nei testi di quella grande voce della canzone d'autore italiana che è Fabrizio De André.

Non solo nella Buona Novella, ma in molti  altri dei suoi  lavori,  De André ha setacciato - come un esploratore anarchico - le tracce di Dio e di quello che ha definito "il più grande rivoluzionario di tutti i tempi", Gesù. Anticlericale e libero pensatore, Fabrizio De André - secondo Ghezzi - non può essere definito "ateo", come troppo spesso e semplicissimamente è stato liquidato. Non solo perché nelle sue 128 canzoni, i nomi di Dio e Gesù ricorrono ben 88 volte, ma anche perché la sua scelta esistenzial-artistica di cantare gli emarginati, gli irregolari, le prostitute, lo pongono spesso in sintonia e in risonanza con i Vangeli, ne fanno una sorte di evangelista apocrifo, come quelli che lesse e cantò nell'indimenticabile album di cui riferiamo nella scheda successiva.

Ecco  perché per sottotitolo del libro è  stato  scelto un verso della  Smisurata preghiera di Anime Salve. Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria. Un "evangelista" anomalo, involontario e comodo, insomma.

Il libro, uscito nella prima metà di novembre 2003, è stato accolto con favore dal pubblico e ha già avuto diverse ristampe.