M.
Distort,
L’essenza del cristianesimo. La
Trinità come fonte di vita,
(Collezione Mercator 72) MEF – Firenze Atheneum,
Firenze
2005, pp. 123,
€ 11.40.
Marco
Distort, nello scrivere questo libro, parte da alcune domande di fondo su Gesù
Cristo: «Chi è stato realmente l’uomo di Nazareth? Maestro, filosofo,
condottiero, rivoluzionario, pazzo, bugiardo?» (p. 7). Accanto a queste, ve ne
sono altre: Gesù era anche Dio, o solo un grande uomo? E se Gesù era Dio come il
Padre, dove va a finire il monoteismo ebraico? Come posso io beneficiare
dell'opera di Cristo? Su questi temi, nei primi secoli del cristianesimo,
discutevano anche le persone più semplici; poi l'argomento è stato sempre più
confinato fra gli specialisti. Oggi, anche i cristiani dotati di cultura non
sanno come rispondere a quanti non credono nella divinità di Gesù. Nelle pagine
del presente libro sono «dapprima analizzati i più significativi passi del Nuovo
Testamento riguardanti Gesù, per poi andare a ritroso e constatare come già
nell'Antico Testamento siano presenti tutte le tracce di quello che solo in
seguito sarebbe stato pienamente rivelato» (p. 7).
Tenendo conto che la Bibbia «parla
di Dio su tre piani differenti: storico, spirituale ed escatologico» (p.
9), accentuare un aspetto sull’altro può far interpretare erroneamente la
rivelazione. Se si «privilegia il piano storico, l'annuncio della Buona
Novella si riduce a una filosofia morale e Gesù viene considerato un maestro di
pensiero e nient'altro. Se si mette troppa enfasi sul piano spirituale,
si rischia di separare Gesù dal contesto storico, dove invece ha portato la
rivelazione del Padre; verrebbe inoltre sminuito il mistero della sua umanità e
la sua sofferenza al Calvario sarebbe fasulla [...] Se infine l'interesse è solo
escatologico, il portato dell'opera salvifica di Gesù si compirebbe
esclusivamente in un nebuloso futuro che non ha collegamenti con il nostro
presente storico» (p. 11).
Nel capitolo La deità di Gesù
nel Nuovo Testamento l’autore analizza alcune affermazioni che Gesù applica
a se stesso (“Io sono»”, “Il Signore”) Riporta, poi, una pluralità di
testimonianze che garantiscono la autenticità messianica di Gesù: la
testimonianza di Giovanni il Battista; la testimonianza delle opere; la
testimonianza del Padre e delle Scritture; la testimonianza dell’acqua, del
sangue e dello Spirito Santo; l’insegnamento di Paolo; infine, Gesù
nell’Apocalisse. Successivamente Distort riporta tutti quei testi dell’Antico
Testamento ove è possibile intravedere la venuta di Gesù: l’Emmanuel del profeta
Isaia; l’Angelo del Signore; il titolo di Figlio di Dio; i riferimenti a Gesù
nel libro del profeta Zaccaria.
Nel capitolo la Trinità: una
contraddizione del monoteismo? risponde partendo dal problema della
terminologia e notando che chi nega la dottrina della Trinità «da un punto di
vista prettamente linguistico, potrebbero avere ragione, dal momento che
il termine “trinità” non compare nella Scrittura; tuttavia esistono numerosi
luoghi biblici che conferiscono a questa dottrina una legittimazione teologica»
(p. 75). Riporta, poi, il pensiero Tertulliano che coniò per primo il termine, e
quello di Agostino che dedicò addirittura quindici libri a quest'argomento. Non
tutte le religioni riconosco che Gesù è il Figlio di Dio, mentre il
cristianesimo considera tale identificazione come parte integrante della propria
fede. Gesù Cristo «rappresenta una reale pietra d’inciampo per coloro che non
vogliono ammettere che egli sia veramente il Figlio di Dio […] la deità ne è un
elemento costitutivo» (cf. p. 95-98).
Nell’ultimo capitolo, Dio e la
salvezza dell’uomo, l’autore fa notare il cambiamento nella vita degli
apostoli. In un primo momento gli apostoli non compresero il «significato
dell’opera complessiva di Gesù […] in molte occasioni il Maestro dovette
addirittura riprenderli apertamente per la loro scarsa acquisizione degli
elementi fondamentali della sua opera» (p. 102). Le cose cambiarono dopo
l’ascensione, quando egli affidò ai dodici la missione di predicare la Buona
Novella in tutto il mondo. Ma per «essere messi in grado di portare il messaggio
di Cristo, agli apostoli mancavano ancora due fattori essenziali: la
comprensione delle Scritture e lo Spirito Santo» (p. 104).
All’apostolo Paolo, poi, sono
dedicate le pagine finali di questo libro: è lui che dobbiamo ringraziare per
avere «codificato definitivamente e in modo sistematico il cristianesimo,
diffondendolo in tutto il mondo» (p. 108).
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