F. S.
Colonna – S.
Ferini, Psicopedagogia e agire cristiano (Manuali di base 15),
Edizione Piemme, Casale Monferrato 1991, pp. 144.
Il libro che presentiamo fa parte della collana Manuali di base delle Edizioni
Piemme.
Gli autori entrambi impiegati nell’attività pastorale. Francesco Saverio
Colonna è prete della Diocesi di Altamura-Gravina-Aquaviva delle Fonti (Bari),
mentre Stefania Ferini, laureata in psicologia, è impegnata come animatrice di
gruppi giovanili. Nell’introduzione viene spiegato il perché di questo testo:
«Molti nostri amici catechisti, presbiteri e operatori della carità, già da
tempo ci propongono numerose domande. Essi, infatti, sperimentano
quotidianamente nella loro vita cristiana un certo numero di problemi che
possono trovare luce grazie alla pedagogia e alla psicologia» (p. 9). Gli autori
sono anche coscienti che «il libro non può e non vuole dare l’idea di aver
trovato la soluzione a tutte queste questioni. Non è un libro di ricette magiche
su come avere successo nella catechesi […]. La nostra opera non ha la pretesa di
essere esaustiva sull’argomento, né di dire cose nuove» (p. 10).
I quattro capitoli di cui si compone il volume hanno ciascuno alla fine una
ricca bibliografia sull’argomento trattato. Nel primo capitolo F. S. Colonna,
tracciando in modo chiaro e con un linguaggio semplice, una breve cronistoria
della psicologia (oggi la pastorale sente maggiormente il bisogno di dialogare
con le scienze umane) mette in evidenzia quanto ci sia di buono in questa
disciplina, non nascondendo i rischi della stessa. Ad esempio, per il concetto
di peccato: «Che male c’è? Se ti sta bene fallo!» (p. 35). La conseguenza
immediata, sul piano teologico, è che non ci sono più peccatori, ma malati. Nel
quarto capitolo si tracciano delle linee per concretizzare i contributi della
psicopedagogia nell’ambito specifico dell’agire cristiano, che è quello delle
relazioni d’aiuto. I capitoli secondo e terzo sono di S. Ferini. In essi
l’autrice si sofferma a delineare le problematiche relative alla formazione e
alle competenze dell’educatore in relazione sia all’individuo che al gruppo. Nel
secondo, descrive un vero e proprio identikit dell’educatore, secondo lo
stile dell’animazione. Questo stile, «deriva da un’impostazione pedagogica che
vede al centro il ragazzo con la sua ampia gamma di possibilità; l’educatore che
è animatore ha il compito di renderlo protagonista della propria crescita» (p.
46).
L’educatore però non può non essere un esperto nel
campo educativo e, purtroppo, «è diffusa la tendenza […] che fare catechismo,
animare i ragazzini sia una cosa estremamente semplice, che non richiede alcuna
preparazione. Siamo testimoni ormai di quali siano i frutti di questo
“pressappochismo” educativo» (p. 48). Ferini nella pagine seguenti del medesimo
capitolo descrive il profilo dell’educatore per avere buoni risultati
nell’attività educativa. Nel terzo capitolo approfondisce le principali
dinamiche di gruppo e il loro valore nella crescita dell’individuo. L’uomo ha
sempre sentito l’esigenza di relazionarsi all’altro. «Dall’inizio della storia
dell’uomo e di ogni uomo viviamo sempre in gruppo. E non a caso un grande
filosofo del passato ha definito l’uomo animale sociale» (p. 74). Il testo, a
mio avviso, è un ottimo strumento di lavoro, specie per gli operatori pastorali
impegnati, a qualsiasi livello, in campo educativo.
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