G.
Callocchia,
Progettare facile senza barriere architettoniche, Edizioni ODC
Roma, 2005, pp.
102 € 10,00.
La
definizione sintetica di “barriera architettonica” la troviamo
nell’articolo 2 del Decreco ministeriale 236/89. La si può cosi riassumere: a)
gli ostacoli fisici che limitano e impediscano il libero accesso, la libera
circolazione o comunque la libera utilizzazione di spazi, edifici e loro
componenti (scale, porte strette, ascensori mancanti o troppo piccoli,
marciapiedi...) dei cittadini, (quindi non solo dei disabili), principalmente e,
ovviamente, tutti coloro che hanno capacità motorie ridotte o nulle; b) gli
ostacoli che impediscono l'utilizzo di attrezzature e sevizi, (impianti
sportivi, teatri, scuole, ascensori, bagni…); c) la mancanza di dispositivi
tecnici che impediscono ai disabili sensoriali, (ciechi e sordomuti in
particolare), l'orientamento, e il riconoscimento di luoghi e fonti di pericolo,
(per esempio, predisposizione di tastiere con numeri in rilievo dei piani per
l'ascensore e avvisatori acustici per i semafori…).
La rimozione
di questi ostacoli, avente lo scopo di assicurare il diritto alla mobilità per
le persone diversamente abili, è prevista da una serie di disposizioni, in
origine contenute in circolari ministeriali e successivamente tradotte in norme
legislative.
Oggi, forse,
non è il quadro normativo a risultare carente; piuttosto, tra le ragioni di una
incompleta penetrazione del concetto di superamento delle barriere non va
trascurata anche la non agevole esplicazione e interpretazione della norma.
Un utile sussidio per
superare tale ultima difficoltà è offerto proprio dal volumetto di Giovanni
Callocchia, giovane architetto romano, sensibile alla progettazione
per persone diversamente abili, è impegnato da alcuni anni nella sfida per
l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Nel presente testo,
Callocchia con
sintetica agilità, attraverso uno strumento in grado di affiancare la
progettazione parallelamente allo sviluppo delle fasi del lavoro,
propone una progettazione di architetture che tengano conto dell'uso e
vivibilità delle stesse da parte di tutte le categorie di soggetti (abili,
parzialmente abili, disabili). Il testo è suddiviso per argomenti, ed evidenzia
le caratteristiche dimensionali dei componenti edilizi. L‘opera «vuole essere un
contributo professionale per agevolare le giovani generazioni di professionisti
che intraprendono la progettazione di spazi abitatiti e non solo» (p. 7).
Callocchia riporta alla fine del suo lavoro le norme vigenti
sull’argomento (cf. p. 99-100).
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