La Sacra di San Michele sorge sul Monte Pirchiriano. Si tratta di un'abbazia dalla forma assai caratteristica, fondata verso

il 1000 da San Giovanni Vincenzo, già arcivescovo di Ravenna, in sostituzione forse di un tempietto longobardo dedicato

all'Arcangelo San Michele. La leggenda dice che la cappella sia stata eretta pezzo a pezzo da angeli e da colombe,

trasportando il materiale di una chiesetta preesistente sull'opposto Monte Caprasio. In realtà quest'enorme complesso di

edifici fu fatto erigere intorno al Mille dall'alverniate Hugon de Montboissier per i monaci benedettini. In un momento storico,

non meglio precisato, in cui la valle era percorsa da mercenari e conquistatori dediti ad ogni sorta di razzia e di torbida azione

la gente terrorizzata si rifugiava sul monte Pirchiriano ( dov'è edificata la Sacra di San Michele ). Durante una di queste incursion

i un gruppo considerevole di valligiani speravano di trovare nel monastero la protezione per sottrarsi alla furia dei soldati .

Fra di loro c’era anche una giovane bellissima di nome Alda che, proprio per la sua prestanza fisica, era chiamata Bell’Alda.

Dopo aver saccheggiato le case a valle i soldati si misero sulle tracce dei fuggiaschi e ben presto salirono al monastero .

Qui rubarono tutto il possibile , uccisero i monaci e gli sfollati, non prima però, di aver oltraggiato le donne.

Solo Alda riuscì a sottrarsi rifugiandosi in un torrione ( che ancora oggi porta il suo nome e di cui restano solo più i ruderi ).

Qui la giovane si mise a pregare intensamente la Madonna e quando i soldati la raggiunsero raccomandò la sua anima alla Vergine

e si buttò nel vuoto piuttosto di finire tra le grinfie di quelle furie umane . La sua fede così viva la salvò : la Madonna mandò in suo soccorso

due angeli che discesi dal cielo la presero per mano e l’accompagnarono nel volo depositandola dolcemente a terra .

Qualcuno dice che la vanità è femmina e per la Bell’Alda mai proverbio fu più azzeccato . Infatti , quando finirono le scorrerie ,

passata la paura e tornata la serenità , Alda andò in giro a pavoneggiarsi della sua impresa , ma nessuno dei paesani volle crederle .

Allora Alda si infuriò per tanta incredulità e sfidò tutti riproponendo il salto nel vuoto . Ma questa volta la sua superbia fu punita e quando ,

davanti ai paesani sgomenti , si lanciò dal torrione si sfracellò sulle rocce sottostanti . Di lei non rimase nulla tanto che un detto piemontese recita

«’l toc pi gross a l’è l’ouria» ovvero «il pezzo più grosso è l’orecchio».