I FILMATI DEL PIPER?

 

 

 

 

Incoraggiati dalla seconda parte della ricerca, io e Nino non ci siamo fermati, e grazie all'aiuto di alcuni amici, abbiamo trovato altre testimonianze interessanti sulle serate dei Pink Floyd a Piper di Roma. Infatti, ormai sappiamo senza ombra di dubbio che i Floyd si esibirono al Piper di via Tagliamento per quattro concerti il 18 ed il 19 aprile del 1968. Ma ora arrivano le testimonianze dirette. Un risultato già l'avevamo ottenuto. Se sino ad un paio di anni fa nessuno apparentemente sapeva dei concerti al Piper o non c'era in giro nessuna testimonianza delle quattro apparizioni, ora tutti - grazie al web - ne erano a conoscenza, aumentando la possibilità che altre persone che avevano assistito ai concerti potessero ricordare quell'evento. Perfino la grande enciclopedia virtuale di Wikipedia cambiava le pagine dedicate ai Floyd, dove adesso si può leggere:

 

  Piper Club (da Wikipedia, l'enciclopedia libera - http://it.wikipedia.org/wiki/Piper_Club ).

"Il Piper Club (o più semplicemente il Piper) di Roma è stato una delle più famose balere italiane.
Fondato dall'avvocato Alberico Crocetta e dall'affarista Giancarlo Bornigia, fu uno dei locali storici dell'italia del boom economico, negli anni sessanta. Situato a Roma in Via Tagliamento, fu inaugurato nel febbraio 1965. L'ambiente originale era decorato con opere d'arte, tra cui due dipinti di Andy Warhol, alcuni di Schifano e opere di Piero Manzoni. All'esordio suonarono nel locale artisti quali i The Rokes e l'Equipe 84, presto affiancati da Fred Bongusto, Romina Power, Gabriella Ferri e Rita Pavone: su tutte, però, vanno ricordate Patty Pravo - la ragazza del Piper - e Caterina Caselli. Il Piper emerse subito come punto focale della bella vita romana, raccogliendo frequentazioni dal mondo dello spettacolo e dell'arte, oltre che da personaggi della scena mondana. La linea artistica si ispirava al mondo del beat inglese, da cui copiò anche l'idea dell'opera beat, ovvero ad un uso innovativo di luci stroboscopiche colorate accoppiate ai suoni e allo stile dettato dalla moda della minigonna. Dopo il successo del cast iniziale, entrarono nel gruppo anche Mal, Loredana Bertè e Renato Zero. Vi si esibivano i più conosciuti complessi di musica Beat e cantanti di musica leggera nazionali ed internazionali in voga in quegli anni, esibendo nomi del calibro dei Procol Harum, Rocky Roberts e dei giovanissimi Pink Floyd (che si esibirono in due serate, il 18 e il 19 aprile 1968). La musica italiana era rappresentata da New Trolls, Le Orme, Mino Reitano e I Pooh. Dal 1968 dal Piper partì un'iniziativa simile a quelle in voga negli anni sessanta, i [canta]giri canori: nella fattispecie, il CantaPiper. Con la separazione dei due soci, il Piper romano rimase a Bornigia e si aprì un secondo locale a Viareggio che avrebbe avuto vita breve. Nei primi anni settanta una modifica della linea artistica portò all'esordio di Formula Tre, Lucio Battisti, Ricchi e Poveri, Mia Martini, Lucio Battisti. Per un certo periodo, prima di cessare l'attività, diventò una discoteca, gemellata con Radio Montecarlo. Dapprima pensata per riempire gli spazi tra una esibizione e l'altra, assorbì sempre più spazio fino a identificarsi col locale. Il fenomeno determinato dal successo del Piper - punto di riferimento per la gioventù di quegli anni - rappresenta ancor oggi un importante capitolo della storia del costume in Italia."

 

  La situazione, riassunta sin qua, è questa. I Floyd suonarono al Piper il 18 e 19 aprile 1968 e per quattro volte, lo facevano spesso in quei tempi e non solo i Floyd. Abbiamo scoperto i giornali dell'epoca (Il Tempo), persino con le locandine che annunciavano i concerti: da decenni giravano quelle date tra i collezionisti di ROIO, ma senza una registrazione reale, quella supposta che circolava era quella del Palaeur del 6 maggio del 1968. Abbiamo i ricordi di Eddie Ponti, forse un po' vaghi, ma sufficienti a scoprire altri dettagli di almeno una serata. Abbiamo due testimonianze dirette, quella di Filippo Bianchi, giornalista dell'Unità, e quella di Marco Sersale, un normalissimo romano che allora quindicenne rimase sconvolto dallo spettacolo del 18 aprile, pomeriggio. Abbiamo tanti indizi. Abbiamo quelle poche foto di uno dei quattro concerti, forse la sera del 18 aprile. Il fotografo, a cui è dedicata questa ricerca, purtroppo è morto. Ora, non ci resta che trovare altre testimonianze di un evento che credo sia stato storico e shoccante. Non abbiamo, per ora, altre fotografie, e non abbiamo alcuna registrazione audio o video (magari....).

Ma la ricerca è destinata a non finire qui.

 

 

La Sala del Piper all'epoca

 

  Una prima rivelazione shock la dobbiamo indirettamente a Roger Waters, che forse ci ha portato i primi indizi di quello che poteva essere un sogno, ...il filmato del Piper! Quella che vi sto per raccontare è una storia tanto incredibile, tanto vera. Sabato mattina, 18 novembre 2006, Nino Gatti decide di comprare il biglietto del concerto di Roger Waters a Milano e nel pomeriggio si dirige a Bari per l'acquisto da Feltrinelli. Per non annoiarsi in treno durante il ritorno, compra l'edizione locale de La Repubblica e trova la notizia di una fiera del disco usato, che si sarebbe tenuta a Bari il 18 e il 19 novembre. Per cui, nel pomeriggio del 19 Nino decide di fare un salto a Bari per la fiera. Uno degli espositori aveva un volto familiare, si sono avvicinato al suo bancone pieno di centinaia di cd, soffermandosi a guardare due libri nuovi in vendita, uno di Battisti e l'altro su Claudio Villa. Nino si mette a chiacchierare con il tipo, perché il libro di Battisti è stato scritto da un suo amico. Guarda le foto all'interno e vede delle foto in vari locali italiani, tra cui proprio l'ingresso del Piper Club. A quel punto racconta al tizio la ricerca che ormai prende parecchie pagine di questo sito, ....e qui arrivano le sorprese. "Si, io ho notizie sul concerto dei Pink Floyd al Piper". Nino gli fa notare che i concerti sono più di uno e lui "Sì, sono stati quattro, due il pomeriggio e due la sera, ma in realtà era uno spettacolo unico diviso in quattro parti". Vabbè, ha pensato Nino, i ricordi possono essere imprecisi; però ha insistito: "C'è qualcuno a Roma che può conservare qualcosa, foto, manifesti, ritagli di giornali?" . E lui: "Io ho visto il filmato del concerto".

Non ho parole! Il signore che Nino ha avuto di fronte è Ettore Geri, famoso nel campo collezionistico per i suoi lavori in RAI, sia perchè è il più grande conoscitore italiano su Claudio Villa. Il suo racconto, qui riassunto in poche righe, ci mette letteralmente KO. Diversi anni fa, sembra che lui e qualcun altro abbiano visto il filmato dei Pink Floyd al Piper negli archivi della RAI. Lui fornisce anche i dettagli, incredibile...: il filmato è in bianco e nero, dura venti minuti circa ed è stato montato utilizzando le riprese fatte a tutti i quattro concerti dell'aprile 1968. Non basta. Ricorda che esistevano praticamente diverse ore di riprese dei concerti e anche delle prove. Ricorda anche una cosa: che al montaggio era stato aggiunto il sonoro e che la voce del commentatore dell'intero servizio era quella del mitico Lello Bersani (ora morto). Poi, aggiunge che in Rai molto materiale è stato buttato via e non sa precisamente cosa sia rimasto di quello special sui Floyd al Piper Club. Tempo fa si potevano acquistare le bobine dei concerti che la RAI dismetteva, addirittura lui ricorda una bobina contenente l'intero show dei Floyd a Roma del 1971 ed anche la registrazione dei Beatles a Roma. Anche in questo caso il ricordo è preciso di dettagli: la custodia della bobina riporta solo una scritta fatta con la Dymo, "Pink Floyd". La RAI aveva registrato, sia in video (non sa se tutto o parte), che in audio il concerto, e che l'audio era stato preso direttamente dal mixer, spiegandogli come facevano tecnicamente a quei tempi: questa era una prassi della RAI, registrava audio e video a parte e poi montava le due cose in sincrono. Purtroppo, però, di questi filmati non vi è traccia. Soprattutto, dai ricordi di Geri possiamo avere un quadro più dettagliato e forse l'inizio di un'ennesima ricerca. Il video è esistito, è sicuro che i "tecnici della RAI" che citava Eddie Ponti nel suo racconto fossero lì per riprendere i concerti per poi mettere su quello special di venti minuti che lo stesso Geri ha visto. E come vedremo in seguito, altre testimonianze confermeranno la cosa. Ma del filmato non vi è traccia negli archivi della RAI.
 

  Abbiamo così iniziato a cercare altre notizie in quella direzione. Nino è riuscito, tramite un incaricato delle Teche Rai, a visionare quasi tutto l'archivio RAI tramite computer. Purtroppo la ricerca è stata soltanto rivolta verso i programmi trasmessi, radio o Tv, perchè il cosiddetto "grezzo" è ancora difficile da individuare e non è ancora catalogato a livello informatico. Dalla ricerca emerge solo un fatto, indirettamente collegato alla nostra ricerca del filmato del Piper, ma comunque degno di nota. I Pink Floyd sono stati trasmessi in Italia PRIMA del concerto del 18 aprile 1968, esattamente in un programma di Radiodue. Il programma si chiamava "Gran Varietà".

[ dal sito http://www.radio.rai.it/radioscrigno/trasmettiamo/trasmettiamo_lancio.cfm?Q_IDSCHEDA=8 ] (* pagina non più funzionante)

Era un programma famoso, di solito andava in onda la domenica mattina, ed era presentato da Raimondo Vianello. La trasmissione era quella andata in onda il 24 marzo 1968, "Gran varietà" puntata nr. 13, registrata il 21 marzo 1968. Secondo la scheda informatica alla puntata di quel giorno avevano partecipato diversi tra attori, citando poi:

GRAN VARIETA'

"Sono intervenuti: Dino . Carmen Villani . i Pink Floid . I 4 più 4 di Nora Orlandi".

 

Purtroppo, mancano elementi precisi. Avendo presenti le date riportate sui principali libri, sembra inverosimile che in marzo i Floyd siano venuti dal vivo in Italia a partecipare ad una registrazione per una trasmissione radio per la RAI. Non si è nemmeno sicuri che gli artisti intervenuti in questi programmi radio si esibivano dal vivo o non. Come sembra di capire, leggendo le schede sul programma, forse di registrava il programma in auditorium, ma forse alcuni brani suonati venivano passati con la registrazione di un disco o di una bobina: nella nota relativa alla MODALITA' DI REGISTRAZIONE dice "registrazione da auditorio non effettuata durante lo spettacolo o durante la trasmissione per messa in onda differita"), ma sembra solo confermare che la trasmissione non era in diretta. Per cui, non abbiamo elementi per dire cosa sia stato passato in realtà in quella puntata relativamente ai Floyd. Nino Gatti ha trascorso ben sei ore davanti al computer delle Teche Rai per cercare quello che la RAI ha trasmesso sui Floyd, sia radio, che Tv. Ma le Teche Rai testimoniano il materiale trasmesso, NON quello che l'archivio vero e proprio conserva. Ma l'archivio RAI è immenso. Uno dei file strani che Nino ha potuto visionare è relativo ad un filmato sui Pink Floyd di 15 minuti circa, senza data e con l'unica denominazione "Habitat - Pink Floyd". Ma senza poter sapere di più. L'identificativo c'è, dunque nell'archivio il filmato esiste. Però esistono tanti filmati mai trasmessi, che non sono catalogati e/o digitalizzati, e che dunque per poter visionare bisogna entrare fisicamente negli Archivi della RAI. Nino ha anche scoperto che esistono alcune pagine del Radiocorriere degli anni '70, dove venivano citati i Pink Floyd.

 

  Le riflessioni, a questo punto, su quello che abbiamo trovato su Gran Varietà non sono incoraggianti. Sappiamo che esiste il foglio del Radiocorriere relativo al programma radio del 24 marzo 1968, dove sono "intervenuti i Pink Floid". Nel giornale, visto da Nino, non sono indicati i Floyd, ma consideriamo che il giornale veniva chiuso con diversi giorni di anticipo (in questo caso quasi dieci giorni prima, dato che il 24 marzo era di domenica, ed il giornale usciva almeno una settimana prima). Può darsi che i Floyd siano arrivati per caso a Roma, magari solo per prendere accordi al concerto del Piper. Ma forse non è così. Siamo più cauti, questa volta, e siamo propensi ad una soluzione più semplice, in linea con l'attività del gruppo in quei mesi. I Pink Floyd in quel periodo del marzo del 1968 erano senz'altro a Londra. Ma stavano attraversando un periodo un po' delicato, Syd Barrett era appena stato scaricato, anche se non ufficialmente e già Gilmour era il suo sostituto, stavano anche provando in studio e era ormai prossima l'uscita del nuovo singolo (fissata per il mese successivo). Secondo noi, a Roma hanno mandato in onda un pezzo pre-registrato dei Floyd, magari un brano del primo disco, proprio per promuovere sia l'uscita del nuovo singolo, sia per promuovere le future apparizioni in Italia, il Piper ad aprile ed il festival di maggio al Palazzo dello Sport. Cosa che senz'altro avrebbero rifatto in occasione del filmato promozionale di "It Would Be So Nice", girato al Piper Club (il Piper poteva fornire la scenografia adatta, utilizzando gli strumenti di un altra band o quelli locali del Piper stesso - ed ecco perchè gli strumenti del filmato non sembrano quelli soliti dei Floyd).

 

[N.B. : i link di questa pagina sono riferiti al periodo della prima ricerca; pertanto, alcuni di essi potrebbero non essere più disponibili, poichè, nel corso degli anni, le pagine a cui sono riferite possono essere state cancellate o non più funzionanti o non aggiornate]

 

 

 

 

 

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