Geniale, ricco di significato apostolico è il titolo che Mons. Tommasini, volle dare alla Madonna di Piminoro in armonia con la natura silvestre del luogo. Una Madonna dal titolo insolito quanto suggestivo, la chiamò "Divina Pastora", Protettrice dei pastori. Al pittore Cristadoro di Messina venne dato l’incarico di eseguire il quadro della Divina Pastorella, secondo l’originale disegno ideato dal Vescovo.
Questo quadro nel 1930 venne rubato e non se ne seppe più nulla. Il Vescovo Coppola, consolidò il culto della Divina Pastora, facendo una scultura lignea per la processione, incaricando per l’opera lo scultore napoletano Arcangelo Testa, il quale eseguì l’opera con precisi riferimenti al dipinto del Cristadoro.

La statua della Madonna è stata trasportata da Napoli a Gioia Tauro tramite un bastimento, il quale secondo una leggenda si smarrì a causa del cattivo tempo , il capitano della nave dopo aver invocato la Madonna , la tempesta cessò facendo così ritrovare la rotta verso Gioia Tauro. Da Gioia fino a Piminoro venne poi trasportata tramite un carro trainato da buoi.

A Piminoro sulla collina immensa, tra il verde degli alti monti, sull’ampia pianura Calabra e sul mare infinito, vi si trova la Vergine Madre. Dall’aspetto giovanile, col cappello a larghe tese, da cui sfuggono i capelli inanellati, stretta al collo una caratteristica mantellina, col Bambino assiso sulle ginocchia, graziosamente festoso, che tiene con la mano sinistra il laccio di un’agnellina.