pietates2

San Giuvanni,

me bitegnu,

te sta grazzia

nu su degnu;

Tie si santu protettore:


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TRADIZIONI PUGLIESI
(feste di Santi)

cerca sta grazzia

allu Signore.

Cercala mprima

a nnu tardare

ca si santu e la poti fare.





RELIGIOSITA' E DEVOZIONI POPOLARI





COLLEGAMENTI


TRADIZIONI RELIGIOSE






FESTE DI SANTI


U MIRACULU TE SAN GIUVANNI
(31 maggio 1842)


CASARANO (Lecce)

Si narra che nel maggio 1842 forti piogge torrenziali minacciavano le colture e la vita stessa degli abitanti di Casarano.
Il 31 dello stesso mese, l'arciprete del tempo, Don Isidoro Lezzi (alcune fonti citano Don Giorgio Romano) organizzò una processione penitenziale con la statua del patrono San Giovanni Elemosiniere.
Giunti in aperta campagna, nei pressi del Calvario e della Chiesa dell'Immacolata, il sacerdote cominciò ad arringare i fedeli, dicendo che le forti piogge erano un castigo di Dio, disgustato per i peccati dell'umanità.
All'improvviso, il volto rubicondo del Santo cominciò a impallidire e a sudare profusamente.
Molte volte il sudore fu asciugato ma ricomparve più intensamente.
Nello stesso tempo i neri nuvoloni, che si addensavano all'orizzonte, cominciavano a lasciar spazio al sole.
Nei giorni seguenti, le piogge continuarono a cadere ma non più su Casarano che fu risparmiata.
Nello stesso momento in cui la statua sudava in aperta campagna, nella chiesa Madre, alcune donne, rimaste lì per attendere il rientro della processione, udirono provenire dalla nicchia del Santo alcuni colpi dati al vetro come se cadesse della grandine.
Il miracolo fu dichiarato autentico nell'ottobre dello stesso anno e si ordinò, per gli anni futuri, di fare una solenne processione fino al luogo del prodigio e lì cantare un "Te Deum" di ringraziamento.
Ogni anno, dunque, la sera del 31 maggio, si porta la statua di San Giovanni, sul quel luogo (oggi trasformato in parco pubblico) per il canto dell'inno e la benedizione con la Santa Reliquia.
Alla mano sinistra del Santo viene applicata una teca in cristallo sigillato contenente un fazzoletto intriso di quel sudore sgorgato in circostanze misteriose dal simulacro.
Il testo sotto riportato era cantato da alcuni "stornellanti" il 31maggio per ricordare alla popolazione l'evento prodigioso del 1842.
Attualmente lo spartito musicale è andato perduto e rimangono solo le parole.



INNO

L'urtima te maggiu, ci terrore,
ca cu la cuntu me sentu tremare.
San Giuvanni cacciara a purgissione,
a munte Calvario l'ippera a purtare.

E la Matonna te la Congregazione:
"Falla Giuvanni ca la poti fare,
ca quistu è missu te nostru Signore
e l'Arciprete l'aggia a preticare.
Preticannu cu doja allu core
e chiancennu cu lacrime mare".

Mo ne giramu allu nostru protettore:
iddhru n'aggia tutti a liberare.
Oh Gesù Cristu meu quantu patisti!
An croce, pe li mei peccati, muristi.
Pe l'anima nnocente la facisti,
le grazzie a San Giuvanni le tunasti.
E San Giuvanni cu na gran potenza
a Calvario è sciutu fazza penitenza.

 N'annu misa na negra cappamagna
cu libera tutta la campagna;
Gesù Cristu a mmanu
cu libera tuttu Casaranu,
la coppula premitiva
cu se conforta cu la Matre divina.

Don Isidoru Lizzi a n'allegria tisse:
"Ci aggiu vistu, signora mia!
quannu su fuciutu, me su bbinuti l'affanni:
imu visti li suturi te San Giuvanni".

Mo s'ha finita la storia te San Giuvanni;
l'ha copiata na donna te quarant'anni,
l'ha copiata con sua chimera:
si chiamava Maddalena Primicera.






SAN BIAGIO, vescovo e martire

S. BARTOLOMEO DI di VALLECALDA (Frazione del Comune di Savignone-Genova)

Nella chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo di Vallecalda, il
3 febbraio, durante i festeggiamenti del Patrono San Biagio, ai fedeli viene benedetta la gola, accostando ad essa due candele incrociate, in memoria del miracolo della guarigione di un bimbo che stava per soffocare a causa di una lisca di pesce.

Inoltre (essendo S. Biagio il Santo protettore del raccolto) viene benedetto e distribuito ai fedeli del grano in sacchettini. Questo grano viene dato in parte agli animali, in parte mangiato dalle persone, in parte mischiato alle sementi di prossima utilizzazione ed in parte posto a germogliare in ciotole, che verranno utilizzate per abbellire il "sepolcro" il giorno del giovedi santo.

Il giorno di S. Biagio le famiglie mangiano i pezzi di panettone avanzati.

 

Diffusa, in terra ambrosiana, e' la benedizione della gola che si compie il 3 febbraio, festa di
San Biagio.

Per benedire la gola il sacerdote usa due candele fra quelle benedette il giorno prima, incrociate e legate da un nastro rosso; ad esse il fedele accosta la propria gola fino a toccarle e poi le bacia.

 

MILANO

Tradizione, non specificamente ambrosiana, ma tipicamente milanese è quella di conservare fino al 3 febbraio un panettone, detto appunto il "panettone di San Biagio" e di consumarlo alla mattina a digiuno, "per benedire la gola", come popolarmente si dice.

E' un altro chiarissimo esempio di come devozione, senso religioso, tradizioni popolari si intersecano talvolta in modo non facilmente districabile.

 

VENETO

Nelle chiese dedicate a San Biagio il 3 febbraio viene benedetto il "pane di San Biagio".

I devoti che hanno una malattia della gola, per poterne guarire, rivolgono una preghiera al Santo ed inghiottono un boccone del pane benedetto.

 

COMISO (Ragusa)

Nella chiesa di S. Biagio, il 3 febbraio, nel corso dei festeggiamenti del Patrono
S. Biagio, ai fedeli viene fatta la benedizione della gola, accostando ad essa due candele accese.

Inoltre ai fedeli viene dato un nastro rosso
('a 'nzaiaredda).
Questo nastro (con la scritta:
"San Biagio, proteggimi ovunque e sempre") verrà annodato ad un braccio, come segno di richiesta di protezione al Santo Patrono.

 

BISEGNA (L'Aquila)

Il 3 febbraio nelle due parrocchie del Comune (Santa Maria Assunta e San Pancrazio), alla fine della messa il parroco, secondo l'uso orientale, benedice le gole dei fedeli toccandole con un batuffolo di cotone (avvolto ad una estremità di una candela benedetta il giorno precedente, festa della Candelora, ed intinto in olio d'oliva benedetto durante la messa) e dicendo la seguente formula:
"
Per intercessione di San Biagio martire il Signore ti liberi da ogni male della gola.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
"



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Ringraziamenti a Fabio Cavallo, don Federico Cretti, don Cesare Gottardello