La Salute

Ogni essere umano desidera godere di buona salute. Oggi c’è un nuovo concetto di salute che, in contrapposizione con la tradizionale concezione di “assenza di malattia”, presuppone una visione bioetica, cioè una connessione tra la morale e la salute stessa e ognuno di noi ha il dovere di riservare alla salute tutta l’attenzione possibile. Senza tuttavia esagerare, perché un culto esasperato del corpo non porta al benessere completo che vorremmo o a un reale cambiamento della qualità della vita. Secondo il Protocollo della costituzione dell’Oms la salute è lo stato di benessere fisico, psichico e sociale, e non solo assenza di malattia o d’infermità.

Ma tra le più recenti definizioni la più felice è quella del professor Alessandro Seppilli, secondo la quale la salute è una condizione di armonico equilibrio funzionale, psichico e sociale dell’individuo, dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale. Su questa base individuo sano è colui che è capace di vivere un buon rapporto con se stesso, valorizzando tutte le proprie energie per aprirsi agli altri e svilupparsi in un processo di continua crescita individuale  e sociale. La vita sociale, cioè il vivere in relazione ad altre persone comporta tutta una serie d’impegni, di attività e di servizi; la salute del singolo quindi non è solo un diritto ma anche un dovere. Un ruolo importante in questa visione globale di salute è rappresentato dallo sport come pratica che coniuga al gioco, competitività, come esperienza che fa crescere le persone e le aiuta ad affrontare la vita.

Lo sport raggiunge le periferie della città e aiuta i giovani a non sentirsi soli; può entrare in istituti di pena come strumento di recupero e offrire ai portatori di handicap l’occasione per affermarsi. Le attività che lo sport propone si qualificano come una  nuova forma di lotta dell’emarginazione. Un cliché derivante da modelli storico - culturali porta a distinguere l’attività e gli interessi maschili da quelli della donna. È nato da qualche tempo un ampio dibattito sulle regioni che inducono uomini e donne a superare le tradizionali delimitazioni riguardo settori di attività sportiva. Ne è scaturito un profondo cambiamento di vedute, che offre nuove opportunità sportive e sociali a entrambi i sessi. Già da molti anni esiste in Italia una legge che regola e disciplina la tutela sanitaria nelle attività sportive allo scopo di prevenire incidenti o patologie, per fare sport organizzato e obbligatorio avere una certificazione medica di idoneità. Bisogna distinguere fra attività sportiva agonistica e attività sportiva non agonistica.

Anche le scuole come le società sportive richiede obbligatoriamente il certificato medico di idoneità in particolare il certificato medico per attività di tipo non agonistico, richiesto al proprio medico di famiglia. Il compito del medico sarà quello di valutare scrupolosamente le capacità fisiche e l’idoneità a qualsiasi pratica sportiva più o meno impegnativa. In definitiva e indispensabile essere consapevoli dei limiti che il nostro corpo ci pone; educarsi allo sport vuol dire essere pienamente responsabili e consapevoli di ciò che accade nel nostro organismo.