Test oculare Unitron OR9


INTRODUZIONE:

Chi è astrofilo da almeno una quindicina di anni non può essersi dimenticato di una marca storica del settore dell’osservazione astronomica; la Polarex-Unitron.

I prodotti di questo costruttore nipponico ha rappresentato per anni il punto d’arrivo per quanto riguardava i rifrattori acromatici e apocromatici (i secondi erano dei semisconosciuti all’epoca) oltre che i numerosi accessori ottici, come oculari, prismi ecc.

Sono oramai un paio d’anni che risento nominare il termine “Unitron” per quanto riguardano diversi accessori per telescopi, soprattutto oculari ortoscopici di tipo Abbe.

Le focali disponibili sono: 4, 5, 6, 7, 9, 12.5, 18 e 25mm; il modello testato è il 9mm. 

ASPETTO ESTERNO:

La costruzione di questo oculare non mostra nulla di fantascientifico; il corpo è realizzato in alluminio verniciato in nero mentre l'innesto è lucidato all'esterno e ben opacizzato all’interno; assente la scanalatura di sicurezza.

L’oculare ripropone il taglio tronco-conico dello chassis, ignorando la possibilità di applicare un paraluce in gomma; le dimensioni dell'oculare sono contenutissime. 

L'OTTICA:

L’ottica di questo 9mm non si scosta di una virgola rispetto al classico Ortoscopico Abbe a 4 lenti (un tripletto e una lente singola, 2 gruppi in totale).

Tutti gli elementi sono trattati multistrato, il trattamento antiriflesso sembra molto efficiente.

Il campo apparente dichiarato è di 45°. 

IL TEST

Utilizzato col mio Schmidt-Cassegrain da 2 metri di focale, l'oculare in questione fornisce 222x; è quindi un oculare da utilizzare per osservazioni di Luna, pianeti e oggetti che necessitano un ingrandimento relativamente elevato.

Qualora ci siano astrofili ormai abituati alla straordinaria comodità osservativa garantita dagli schemi ottici più recenti (Lantanium, Radian, ecc.), l’esperienza di osservare con l’OR9 potrebbe rivelarsi una specie di tortura! Le lenti sono piccole e l’estrazione pupillare, sebbene buona per un oculare di questo tipo, non raggiunge livelli degni di nota, e una volta entrati in sintonia col piccolo OR ci si azzarda pure a complimenti pesanti e/o ironici per quanto riguarda il campo coperto; “Ma cos’è? Un buco di serratura?”.

Ma per chi come me osserva da diversi anni, usare l’OR9 ci riporta un po’ indietro a “quando tutti gli oculari erano così”, tempo un minuto di adattamento e siamo pronti a “scendere in pista”.

Già alla prima occhiata rivolta sulla superficie del nostro satellite naturale ci si accorge che questo oculare offre ottime prestazioni per quanto riguarda la nitidezza, che cresce sempre di più col passare dei minuti.

Mi sono soffermato ad osservare per circa 1 ora in condizioni di seeing pressoché perfette il cratere Aristarchus e tutte le formazioni limitrofe (Erodotus, vallis Schroeteri ecc.) constatando la definizione incredibile e l’assoluta acromaticita’ dell’oculare anche al bordo. Avrei voluto osservare anche Saturno ma l’arrivo della nebbia mi ha costretto a desistere; tuttavia non ho dovuto aspettare poi molto in quanto pochi giorni dopo ho seguito con questo oculare la fase di immersione del pianeta durante l’occultazione da parte della Luna.

Vero, il campo coperto dall'OR 9 si scosta appena dalla soglia del ridicolo; il mio LV-W8 mi da un ingrandimento maggiore e campo praticamente doppio e proprio durante la fase di emersione dell’occultazione di Saturno ho preferito usare l’LV-W in quanto col campo esiguo dell’OR avrei rischiato di perdere la fase iniziale scrutando su e giù il bordo lunare… (peraltro al buio e privo di riferimenti). 

Se però ci dovessimo impegnare nell’osservazione di un singolo cratere non è detto che il campo ridotto sia per forza uno svantaggio in quanto “obbliga” l’osservatore a concentrarci solo sul soggetto inquadrato.

Non c’è che dire, le immagini che passa questo OR sono ottime; l’ho anche confrontato col mio vecchio OR9 Meade che a prima vista è assolutamente identico ma col passare dei minuti cede qualche dettaglio nei confronti dell’Unitron (gli 11 anni dei trattamenti antiriflesso del mio Meade si fanno sentire..). 

CONCLUSIONI

Le tendenze attuali hanno portato spesso all’uso indiscriminato di oculari grandangolari e supertecnologici con qualsiasi strumento, anche con telescopi che notoriamente vantano un campo corretto ridotto, con la conseguenza di ottenere prestazioni non eccezionali nonostante spese faraoniche.

Troppo in fretta infatti ci siamo scordati di quel vecchio schema a quattro lenti che offre prestazioni superlative nell’osservazione ad alta risoluzione.

Qualora diffidaste della bontà di questo oculare solo per il fatto che costa poco, io vi chiederò se a voi interessa essere o apparire; se puntate al sodo questo OR fa per voi! 

La carta di identità:

Modello

OR 9mm

Produttore

Unitron T-Japan

Costruzione

Giappone

Importatore

Unitronitalia S.p.A. Firenze

Prezzo

168000 (Lire)

 87  (Euro)

Diametro innesto

31,75

Elementi

4

Estrazione pupillare

5 mm

Campo apparente

45°

Trattamento

Multi coated

Conchiglia protettiva

No

Blackened

No

Scanalatura di sicurezza

No


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