Test filtri nebulari Lumicon Deep Sky e Oxygen III
INTRODUZIONE:
Sono oramai decenni che gli
astrofili devono fare i conti con l’inquinamento luminoso; per ovviare in
parte a questo inconveniente alcuni costruttori commercializzano da alcuni anni
filtri denominati LPR (Light Pollution Reducers), studiati appositamente per
abbattere il più possibile le lunghezze d’onda tipiche delle lampade
utilizzate per l’illuminazione pubblica.
Col tempo questi filtri si
sono evoluti, guadagnandosi il titolo di “filtri nebulari”; essi infatti non
solo si limitano a sopprimere le lunghezze d’onda della lampade a scarica in
gas, ma esaltano il più possibile le lunghezze d’onda tipiche delle nebulose
e di qualche altro oggetto del fondo cielo. Inutile dire che l’apporto dato da
questi filtri è apprezzabile anche osservando da località molto buie.
I modelli testati sono l’OIII
e il DeepSky prodotti dalla californiana Lumicon.
ASPETTO ESTERNO:
I barilotti sono ben
realizzati ed apprezzabilmente ribassati; è evidente che il costruttore ne ha
previsto l’uso con oculari a lunga focale. Tuttavia se usati con qualche
moderno oculare a schema grandangolare potrebbero parzializzare il campo reale;
io personalmente ho rilavato una leggera vignettatura utilizzando i filtri con
un PL32mm, tale inconveniente non si è invece verificato usando un Vixen LV-W
22mm.
Il diametro utile dei filtri e
risultato pari a 24 mm per entrambi i modelli.
L’elemento filtrante del DeepSky ha una colorazione azzurra mentre quello dell’OIII ha una colorazione amaranto.
Molto
pratica infine la confezione che (grande finezza) riporta sul retro la
certificazione sulla banda passante del filtri.
L’USO
E’ sufficiente avvitare il
filtro all’oculare e il gioco è fatto! I più perfezionisti potranno
ricorrere ad una slitta portafiltri, che eviterà l’interscambio dei filtri
ogni volta si vogliano paragonarne gli effetti.
I TEST
Premessa: mentre l’OIII è in mio possesso da circa 2 anni il DeepSky è un nuovo acquisto, per cui è stato testato su un minor numero di oggetti; farò l’update della pagina non appena cambierà stagione! Per ovviare a questa lacuna ho chiesto aiuto all'astrofilo Marco Retucci, che utilizza il filtro Lumicon DeepSky da più tempo e soprattutto con una strumentazione differente dalla mia.
Filtro nebulare Lumicon Deep Sky
DeepSky:
Lumicon presenta questo filtro come filtro LPR generico leggermente ottimizzato
per le nebulose in genere; le lunghezze d’onda trasmesse sono: H-beta = 97%;
H-alfa = 97%; Oxygen III = 96%.
Io (per ora…) mi sono
limitato a testarlo su alcuni oggetti tipicamente invernali più o meno
osservabili da un centro abitato.
M42 – la mitica nebulosa in
Orione è un oggetto famosissimo per la sua visibilità anche in situazioni
pessime, tipo dal centro di Milano in presenza di Luna piena od altro…
Durante la sera del 13/3/2001 soffiava un leggero foehn e dalla mia postazione godevo di una trasparenza eccezionale, tale da rendere visibile M42 anche ad occhio nudo, nonostante il solito lampione ai vapori di Hg davanti a casa e il faretto del vicino (credo con lampada ad incandescenza) perennemente acceso.
In queste condizioni la
nebulosa è ottimamente visibile anche senza filtro, mentre con filtro DeepSky
il contrasto aumenta notevolmente, il fondo cielo diviene blu scuro e anche se
il tutto assume una dominante fredda le zone periferiche di M42 si ampliano
notevolmente e quasi si raggiungono le estensioni che appaiono nelle fotografie.
Migliora notevolmente anche la
zona chiara sottostante il Trapezio.
Spostandosi di poco si apprezza anche la lieve nebulosità di M43, assolutamente invisibile senza filtro.
Marco Retucci durante una sessione osservativa in Val di Fiemme (comune di Tesero, circa 1200m s.l.m.) con un Newton da 114mm afferma anch'egli che M42 appare decisamente più netta e contrastata e lo stesso dicasi per M43, sebbene molto più elusiva.
Osservando invece dalla città (Bolzano) la superiorità delle immagini offerte dalla visione con filtro è invece schiacciante, tanto che nel caso di M42 sembra addirittura di osservare un'altra cosa!
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M1 – quasi invisibile senza
filtro, guadagna un po’ di contrasto con il DeepSky; rimane un soggetto da
“alta montagna”!
M78 – nebulosa a riflessione
tra le più ostiche e pressochè invisibile senza filtro diviene ben evidente
con il DeepSky, si apprezza facilmente la sua forma “a cuore”.
M65 e M66 – il filtro
deepSky si è rivelato inefficiente nell’osservazione delle galassie; il fondo
cielo è si apprezzabilmente più scuro ma anche le galassie vengono attenuate
per cui è risultata più gratificante la visione diretta.
Mi aspettavo assai peggio dall’osservazione di oggetti puramente stellari come gli ammassi aperti ma sono stato smentito; la leggera attenuazione rende più puntiformi le stelle e la visione mi è piaciuta molto; sono stati osservati M35, M46, M47, M41, M37 e M38.
Filtro nebulare Lumicon Oxygen III
Oxygen III: Lumicon presenta
questo filtro come filtro nebulare a banda strettissima ottimizzato per le
nebulose ad emissione nella lunghezza d’onda tipica dell’Ossigeno
doppiamente ionizzato; le lunghezze d’onda trasmesse sono: Oxygen III (496nm)
= 92%; Oxygen III (501nm) = 90%.
M42 – rispetto al DeepSky il
fondo cielo diviene nero profondo e la parte più luminosa della grande nebulosa
si staglia sul resto in modo evidente; le parti più tenui perdono visibilità.
M43 – invisibile.
M1 – peggiora la sua
visibilità rispetto al filtro DeepSky.
M78 – peggiora la sua
visibilità rispetto al filtro DeepSky.
M65 e M66 – quasi del tutto
invisibili
M27 – mozzafiato! Ha assai
poco da invidiare alle fotografie (forse i colori…); l’estensione e la forma
tipica del Manubrio sono evidentissime anche forzando l’ingrandimento. Senza
filtro la si stacca a malapena dal fondo cielo!
M57 – molto, molto bella;
essendo abbastanza piccola occorre ingrandire almeno a 180x, ma lo spettacolo
dell’anello è assicurato; si apprezzano diversi dettagli come la zona interna
più chiara del fondo cielo e alcune irregolarità della struttura ad anello.
M8 – la parte più luminosa diviene più evidente a scapito delle parti più tenui.
M17
- senza filtro è una macchia nebbiosa e informe, con l'uso del filtro OIII la
tipica forma a cigno diviene evidentissima.
Peggiora in ogni caso la percettibilità delle stelle che assumono una colorazione quasi spuria (un color lilla con vaghe sfumature verdi) attenuate per giunta di diverse magnitudini (almeno 2…).
CONCLUSIONI
Con uno spettro di utilizzo più
ampio il Deepsky è certamente più godibile e garantisce ottimi risultati su
parecchi oggetti del fondo cielo, in più avendo una minore attenuazione è
maggiormente adatto a piccoli strumenti. L’OIII è invece altamente
specializzato, ottiene la massima efficienza solo se utilizzato
nell’osservazione di nebulose planetarie e qualche nebulosa diffusa; in queste
condizioni è proprio imbattibile.
Purtroppo questi filtri sono
abbastanza costosi e, come se non bastasse, attualmente non esiste un
importatore per l’Italia; se li si vuole non resta che richiederli
direttamente alla Lumicon (o a qualche negoziante che importa direttamente dagli
USA) o affidarsi al mercato dell’usato, con tutte le precauzioni del caso.
In alternativa esistono filtri
nebulari di altre marche (Celestron, Meade, Thousand Oaks), essendo meno diffusi
però la loro affidabilità è tutta da verificare.
La carta di identità:
Modelli: DeepSky e Oxygen III, versione per oculari da 31,75mm
Produttore: Lumicon, Livermore CA, USA www.lumicon.com
Importatore per l'Italia: nessuno
Prezzo: $99,50 cadauno
Diametro innesto: 31.75mm (1
1/4")