Test del telescopio MEADE 8" LX 10

a cura di Roberto Porta

Ero ansioso di provare un esemplare di Meade LX10 visto che rappresenta l’evoluzione del mio attuale strumento, il Meade 2080 HTC, presentato verso la fine degli anni 80.

ASPETTO ESTERNO:

Le differenze dal vecchio modello sono minime tanto che se visti di sfuggita i due telescopi sono uguali… Solo dopo un’analisi più attenta si nota che l’LX10 è sprovvisto di cavalletto regolabile e di controllo fine di latitudine; in compenso la montatura ha subito un radicale aggiornamento come il moto orario alimentato in c.c. 12V e la predisposizione all’installazione dell’ottimo microcomputer passivo Magellan I°.

Le finiture sono in tema con la tradizione della Casa californiana, ossia di livello molto buono, lo specchio principale appare di una lucentezza esemplare e uniforme mentre si colloca a livelli di eccellenza il trattamento antiriflessi della lastra correttrice Schmidt.

A corredo dello strumento viene fornito un cercatore 6x30, un oculare PlØ ssl serie .3000 da 25mm (finalmente!) e un prisma diagonale a 90°.

Discutibile, a mio avviso, la scelta della Casa di non fornire di serie la pulsantiera di controllo velocità in A.R., disponibile come optional assieme al motore in declinazione.

OTTICA:

Non ha certo bisogno di presentazioni l’ottica Schmidt-Casségrain da 8 pollici f/10 Meade.

Per chi non lo sapesse lo schema ottico Schmidt-Casségrain prevede la presenza di una lastra in vetro ottico con superficie asferica che produca aberrazioni comatiche e sferiche di entità algebricamente opposte alle stesse aberrazioni tipiche prodotte dal sistema a riflessione.

L’LX10 è dotato di una lastra correttrice trattata antiriflessi multistrato EMC mentre gli specchi (in Pyrex) da quanto risulta da diverse prove eseguite con l’ausilio della lama di Foucault dovrebbero avere un grado di lavorazione migliore di 1/8l RMS, quindi di qualità molto buona.

Il diametro effettivo è risultato pari a 203 mm con un fattore di ostruzione pari a 0.37.

Il comando di messa a fuoco agisce direttamente sullo specchio primario, che è esente da operazioni di collimazione; è comunque possibile agire sulla collimazione dello specchietto secondario tramite le caratteristiche 3 viti.

MONTATURA:

La classica montatura Meade a forcella prevede l’adozione di 2 cuscinetti volventi sull’asse polare e 2 cuscinetti in Nylon per la declinazione.

L’inseguimento è garantito da una ruota dentata a lavorazione LX e da un motore tipo passo passo pilotato al quarzo con batterie di alimentazione alloggiate direttamente nella montatura.

Il movimento fine in declinazione, motorizzabile, è assicurato dal classico braccio tangente che permette una corsa di circa 8°.

Il cerchio graduato in AR presenta una tacca ogni 5 minuti e quello in declinazione una tacca ogni grado.

Il cavalletto in dotazione non permette la regolazione in altezza.

LA PROVA SUL CAMPO

La prova si è svolta la sera del 22-12-1999.

Condizioni meteo: sereno.

Temperatura: - 7°C.

Trasparenza atmosferica: ottima.

Seeing (Antoniadi): II/III (da molto buono a buono).

Fase lunare: Piena.

Per prima cosa occorre fare i conti con la scelta (deplorevole, vista la classe dello strumento) della Casa di non corredare la testa equatoriale dello strumento di alcun movimento fine; l’allineamento col polo celeste in queste condizioni è impresa assai ardua, soprattutto se a questa circostanza si aggiunge le mancanza di regolazioni sul cavalletto.

Successivamente è il turno dell’acclimatamento delle ottiche; gli Schmidt-Cassegrain sono dei veri telescopi "diesel" per cui deve trascorrere almeno un’ora prima delle osservazioni.

Prima di iniziare ho voluto accertarmi sulla bontà della collimazione; sfocando Gamma Orionis (mv=2) a 315x le ottiche risultavano ben centrate.

Molto buona la stabilità della montatura che dopo un piccolo "buffetto" sul tubo ha impiegato circa 6 secondi per stabilizzarsi, buono anche il treppiede anche se troppo basso.

GIOVE: Sin dalla prima occhiata con l’oculare PL25 in dotazione (80x) il gigante gassoso mostrava le 2 bande equatoriali ricche di dettagli, la macchia rossa con lo spettacolare transito dell’ombra di un satellite, una banda temperata sud e 2 bande temperate nord.

Vista la bontà del seeing ho iniziato a spremere maggiormente l’ottica dapprima con un OR9mm (222x) con filtro #80A, successivamente con un LV-W da 8mm (250x); in queste circostanze i dettagli peraltro numerosi delle bande principali divenivano più evidenti, apprezzabili la macchia rossa (meno elusiva del solito) e alcune irregolarità e sfumature sulle bande temperate nord.

SATURNO: Spettacolare il pianeta inanellato sin dalle prime occhiate dapprima con un SP12.4mm (162x) poi con l’OR 9mm (222x); nettissima la divisione di Cassini lungo tutto il periplo degli anelli, evanescente ma distinguibile l’anello C alle anse, netti anche bande e giochi d’ombra sul globo e sugli anelli oltre che 3 satelliti.

Curioso l’aumento di contrasto apportato utilizzando un filtro lunare Konus

La maggior uniformità di albedo di Saturno rispetto a Giove ha reso possibile l’utilizzo di un SP 6.4mm (315x) con profitto visto che tutti i dettagli sopra elencati diventavano più evidenti con l’aggiunta di un facile apprezzamento di 2 bande sul globo e della sfumatura più scura che caratterizza la regione polare nord.

LUNA: Doveva essere una superluna quella del 22 dicembre ed in effetti era abbagliante; impossibile l’osservazione diretta senza filtri; con l’OR9mm (222x) ed un filtro rosso #23A è stata emozionante l’osservazione delle rive del mare Crisium e di tutte le formazioni lungo i bordi come Schickard, Cruger e Grimaldi.

Molto meno appariscenti in caso di luna piena le formazioni lontane dal terminatore (circolare), Plato estremamente piatto così come Copernicus e gli Appennini; le formazioni chiare sono divenute più evidente con l’uso di un economico filtro lunare.

Fallito il tentativo di osservazione dei mari Marginis e Smithii, ormai in zona d’ombra

FONDO CIELO: Con una simile luna piena tentare l’osservazione di oggetti deep-sky era una sorta di bestemmia, tuttavia ho voluto provare ad osservare gli oggetti più evidenti; M42 era comunque bellissima all’oculare PL25 (80x) nonostante quell’insolito chiarore di fondo ma ancor di più lo era a 162x con le stelle del trapezio evidentissime.

Osservando le Pleiadi si contano decine e decine di stelle nonostante una Luna vicinissima; da annotare il miglioramento della qualità dei bordi rispetto al precedente Meade 2080, anche ricorrendo al riduttore f/6.3 e ad un PL32 (40x).

Molto significativi anche gli ammassi aperti M35, M41, M44, il doppio ammasso del Perseo e spettacolare la "passeggiata" nelle Iadi utilizzando il riduttore.

STELLE DOPPIE: Devo ammettere che non mi sono soffermato molto sull’osservazione delle doppie, Rigel (alfa Orionis) è stata sdoppiata agevolmente, il compagno di zeta Orionis era visibile nel terzo anello di diffrazione mentre è stata vana la ricerca della famosa quinta stellina del Trapezio in M42.

NOIE E INCONVENIENTI:

CONCLUSIONI

Cosa dire? Il Meade LX10 è un ottimo telescopio ma è offerto ad un prezzo superiore alla media; il suo diretto concorrente, il Celestar 8, costa 400.000 lire in meno, se poi dovessimo considerare le ultime offerte degli stessi Schmidt-Casségrain con montature alla tedesca come il Meade 8" LXD500B (L. 3.900.000) e soprattutto il Celestron G-8 (L. 3.800.000 completamente motorizzato) il divario diviene più evidente.

Ai 4.800.000 richiesti per lo strumento si dovrebbe poi aggiungere il costo di almeno 2 oculari da affiancare al PL25, oltre che per la pulsantiera di controllo velocità in AR + il motore in declinazione; così accessoriato il prezzo finale oltrepassa la soglia dei 5 milioni ma vale la pena specificare che dopotutto l’acquisto di un 200mm va visto come un investimento a lungo termine e non certo come uno strumento per principianti.

Dati anagrafici

Costruttore: Meade Instruments Corporation, Irvine, California-U.S.A.

Modello: 8" LX10 EMC

Prezzo: L. 4.873.000 (€ 2516,7)

Importatore per l’Italia: FOCAS s.r.l. F.lli Taddei, Firenze

Diametro: 203 mm (8")

Lunghezza focale: 2000 (f/10)

Montatura: equatoriale a forcella motorizzata passo-passo in AR

Peso complessivo: 28 Kg

Pregi

Difetti

TUTTI I CONCORRENTI DEL MEADE LX10 A CONFRONTO

MARCA E

MODELLO

CELESTRON

G-8

CELESTRON

Celestar 8

MEADE

8" LX10

MEADE

8" LXD 500B

VIXEN

VISAC 200L

Ottica Schmidt-Cassegrain Schmidt-Cassegrain Schmidt-Cassegrain Schmidt-Cassegrain Cassegrain

(*)

Diametro mm 203 203 203 203 200
Focale mm 2000 2000 2000 2000 1800
Ostruzione 0.34 0.34 0.36 0.36 0.44
Montatura Eq.Tedesca Eq.Forcella Eq.Forcella Eq.Tedesca Eq.Tedesca
Supporto Treppiede

alluminio

Treppiede

acciaio

Treppiede

acciaio

Treppiede

alluminio

Treppiede

alluminio

Motore AR Di serie Di serie Di serie Opzionale Opzionale
Motore Decl. Di serie Opzionale Opzionale Opzionale Opzionale
Possibilità

applicaz.

computer

Si, compatibile

Vixen Skysensor 2000

Si, Advanced Astromaster Si, Magellan I No Si, Skysensor 2000
Oculari SMA 25 PL 25 PL 25 SP 26 LV 20
Fotografia Diretto/proeiz. Diretto/proeiz. Diretto/proeiz. Diretto/proeiz. Diretto/proeiz.
Cercatore 6x30mm 6x30mm 6x30mm 6x30mm 6x30mm
Peso Kg 20 15 28 18 24
Prezzo Lit 3.800.000 4.492.000 4.873.000 3.935.000 4.700.000

(*) Curvatura specchi del sesto ordine e doppietto spianatore di campo.