Test telescopio Pentax 75 SDHF


INTRODUZIONE:

I rifrattori apocromatici Pentax hanno fatto la loro prima apparizione in Italia verso la seconda metà degli anni 90; 

Il modello testato è il 75mm SDHF

ASPETTO ESTERNO:

Si tratta di un telescopio veramente ben costruito, anche se controllato nei minimi dettagli il piccolo Pentax non mostra alcuna pecca; si fa dal paraluce telescopico alla bellissima verniciatura color avorio, dallo splendido e morbidissimo fuocheggiatore alla fascia di ritegno robustissima e ottimamente realizzata. Uno strumento senza compromessi qualitativi.

Unica nota negativa la necessità di utilizzare raccordi dedicati (o autocostruiti ad hoc), caratteristica comune di tutti i rifrattori Pentax.

Purtroppo gli accessori in dotazione sono inesistenti; il Costruttore prevede un'infinità di accessori ma sono tutti da acquistare separatamente.

OTTICA:

L’obiettivo del Pentax 75 SDHF è un meraviglioso doppietto apocromatico con elemento SD; un terzo elemento è invece posizionato lungo il cammino ottico; si tratta di una lente concavo-convessa che funge da elemento spianatore di campo.

L'ottica ha un diametro di 75mm e una focale di 500mm (f/6.7); non è possibile alcun intervento di collimazione da parte dell'utente.

L'annerimento interno del tubo è eccellente e presenta alcuni diaframmi di contrasto.

Il fuocheggiatore è una vera opera d'arte: ha un diametro che è di poco inferiore a quello del tubo ottico, una caratteristica non da poco dato che la Casa dichiara un campo piano sufficiente a coprire un medio formato 4.5x6cm. Inoltre è dotato di uno speciale (e aggiungo comodissimo) freno che aziona un collare che agisce su tutto il tubo scorrevole; non la solita vite di blocco...

LA PROVA SUL CAMPO 

Il test si è svolto la sera del 01-11-01

STAR TEST 

Come da previsione lo star test ha dato esiti molto positivi; il piccolo Pentax ha mostrato una figura di Airy da manuale pressochè esente da aberrazioni significative. La stella prescelta è stata Alpha Cygni (Deneb) a 125x (oculare LV4mm) e a 250x (stesso oculare precedente + Barlow Meade tipo corto). Se proprio volessimo sconfinare nel campo della pignoleria più sfrenata si potrebbe dire che l'immagine stellare a 250x presentava delle minuscole "tracce" di colore spurio ma visto che durante le osservazioni la percentuale di umidità era degna della foresta amazzonica non è da escludere che la causa sia da imputare proprio ad essa oppure alla Barlow.

Per il mio modesto parere quest'ottica è apocromatica, provare per credere!

LUNA

La luna piena non è il massimo per pienezza e contrasto dei dettagli, se poi aggiungiamo un'apertura che è più prossima ad un cercatore che a un telescopio è facile intuire che la strada è tutta in salita. Tuttavia il Pentax ha reagito abbastanza bene mostrando un bordo nettissimo senza la minima traccia di cromatismo residuo.

Il Pentax in prova era montato in parallelo ad un Meade SCT 8" , il confronto si è risolto abbastanza velocemente a favore di quest'ultimo, equipaggiato con un oculare LV-W22 e filtro #56 verde; la grande apertura del catadiottrico ci permetteva di leggere molto meglio i dettagli chiari in piena luce.

Sul Pentax 75 SDHF sono stati utilizzati i seguenti oculari:

Vixen LV4mm (125x); Celestron Ortho 7mm (71x); Vixen LV-W8mm (65x); Unitron OR12.5mm (40x). Solo il Vixen LV-W8 mostrava una tenue sfumatura giallastra dei bordi lunari; evidentemente l'oculare in questione mal si accorda col 75 SDHF.

Filtri: su tutti gli oculari è stato utilizzato un Meade serie 4000 tipo ND96.

Diagonale: Intes AstroSitall 31.75mm.

FONDO CIELO

E' questo il terreno ideale del Pentax, anche se la presenza della Luna piena non permetteva certo si strafare; sono stati osservati il doppio ammasso del Perseo e le Pleiadi. Con oggetti così estesi abbiamo apprezzato l'ottima correzione del campo abbracciato dal nostro APO che mostrava stelle perfettamente puntiformi anche ai bordi, sia con l'oculare LV-W22mm (23x) che con il Tele Vue Ploessl 32mm (16x).

Con gli oculari sopraindicati il campo inquadrato raggiunge valori mostruosi (2,8° col 22 e poco oltre i 3° col 32), roba da far arrossire un super binocolo; in queste condizioni ci sarebbe piaciuto dare un'occhiata a M31 e M42 ma data la luminosità del nostro satellite abbiamo deciso di soprassedere..

PIANETI

Qui il Pentax ci ha veramente preso in contropiede visto che nessuno pensava che una così piccola apertura potesse mostrare un simile livello di dettagli ben visibili senza neppure sforzarsi troppo.

A 125x era già evidente su Saturno la divisione di Cassini, i giochi d'ombra tra pianeta e anelli, la banda temperata e la zona polare. La visione migliore l'abbiamo ottenuta con un PL5mm+Barlox 2x (200x); con questa configurazione la banda temperata era visibile divisa in 2 componenti e a me personalmente è sembrato di scorgere tracce dell'anello Velo alle anse. I satelliti all'attivo erano 5, Titano compreso. Mica male per un 75, no?

Pensate che l'SCT 8" a fianco mostrava in più una maggiore definizione delle bande sul globo, l'anello Velo e una traccia della lacuna di Encke; l'apertura però era quasi il triplo...

Giove era sensibilmente più basso sull'orizzonte e non ha retto gli stessi ingrandimenti del pianeta inanellato; la configurazione ottimale comprendeva un OR7+Barlow (143x). Abbiamo osservato le 2 bande equatoriali decisamente perturbate più altri dettagli nelle zone temperate.

STELLE DOPPIE

Il freddo umido della pianura Padana aveva già preso il sopravvento su di noi e ci siamo accontentati di sdoppiare Alpha Geminorum (Castore); già a 125x lo sdoppiamento era evidentissimo mentre con l'aggiunta della Barlow un "canale nero" divideva le 2 componenti. Avremo modo di tornare sull'argomento stelle doppie in seguito.

CONCLUSIONI

Strumento consigliato. 

Dati anagrafici

Pregi

Difetti


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