IL PARALUCE VENTILATO


L’IDEA

Mi rivolgo agli amici astrofili: quante volte vi è capitato di ritrovarvi nel bel mezzo di un’osservazione con la lastra correttrice del vostro Schmidt-Cassegrain completamente appannata dall’umidità? A me un sacco di volte, forse perché osservo dalla pianura Padana (il posto più umido del mondo dopo l’Amazzonia…).

A volte mi capita di sentire da altri astrofili afflitti da questo problema i loro stratagemmi per combattere gli appannamenti; si va dagli asciugacapelli, ai paraluce lunghi mezzo metro (!), alle “corone“ di resistenze.

L’inverno scorso dopo l’ennesima serata battuta in ritirata ho pensato: “Se in prossimità della lastra correttrice ci fosse anche un leggerissimo flusso d’aria le particelle di umidità verrebbero spinte via dalla stessa evitandone l’appannamento”. Idea geniale, ma come attuarla?

L’idea ha iniziato a concretizzarsi durante l’upgrade della CPU del mio computer, mi cadde lo sguardo sul dissipatore e in particolare sulla la piccola ventola che ne costituisce il raffreddamento forzato: “se riuscissi a distribuire in modo uniforme sulla lastra il flusso d'aria prodotto da una simile ventolina credo che andrebbe bene”.

Ho praticamente previsto la realizzazione di una “camera di compressione” dalla quale fuoriuscisse, tramite una serie di fori diretti verso la lastra, un flusso d’aria debole e uniforme. 

La fig. 1 illustra il funzionamento del paraluce ventilato.

 Fig. 1 - Principio di funzionamento del paraluce ventilato


LA REALIZZAZIONE

Innanzitutto il materiale di realizzazione di tutto il paraluce; credo che la scelta migliore sia l’utilizzo di un bel foglio di cartincino nero in formato A0, in modo di ridurre il più possibile giunzioni e rattoppi.

Le parti che compongono il paraluce sono, partendo dal telescopio diretti verso l’esterno: 

Dimensioni dei singoli componenti: le dimensioni dei singoli componenti del paraluce da realizzare ed assemblare dipendono STRETTAMENTE dal tipo (modello/marca) di telescopio, per cui in questo campo non mi spingerò nei dettagli; dirò solamente che il diametro interno delle corone circolari è bene che sia superiore al diametro ottico del telescopio di almeno 10mm, previo scongiurare di dannose vignettature. 

A)      Realizzazione delle corone circolari – Io personalmente ho trovato eccellente questa metodologia:

 

Fig. 2 - Corona circolare 


B) Realizzazione della parete interna forata – Per l’esecuzione della foratura ho utilizzato un comunissimo perforatore per fogli con passo da 80mm. Si proceda come indicato:

 

Fig. 3 - Parete interna di deflusso aria


C) Realizzazione della parete esterna – Si proceda come indicato:

 

Fig. 4 - Parete esterna


D) Realizzazione del tubo di supporto – Il tubo di supporto è estremamente facile da realizzare, attenzione però al suo diametro che deve essere ottimale! Se c’è troppa tolleranza si rischia di ottenere un paraluce “ballerino mentre se è troppo stretto addirittura non sale sul telescopio, col risultato che andrà rifatto. Nel mio caso (Meade SC 8”) sono stato inoltre costretto a dover praticare alcuni “scarichi” in corrispondenza di alcune viti a testa tonda presenti sul frontale del telescopio.

  

Fig. 5 - Tubo di supporto


D) Realizzazione del paraluce esterno – Il procedimento è il medesimo del tubo di imbocco; in quanto alla lunghezza è una questione di ingombro e… gusti personali.

  

Fig. 6 - Paraluce


E) Realizzazione supporto ventola – Fondamentalmente il tubo di ingresso aria forzata con supporto ventola è realizzato con un unico spezzone di cartoncino; la forma preferibile è mostrata in fig. 7.

  

Fig. 7 - Supporto ventola


F) Assemblaggio – Si assembleranno tra loro i componenti; l’unione tra essi si effettuerà tramite incollaggio utilizzando una comune colla attaccatutto (ho trovato ottima la UHU). La fig. 8 mostra la sequenza di assemblaggio.

 

Fig. 8 - Assemblaggio delle parti


G) Verniciatura – E’ vivamente consigliato verniciare il tutto (esterno ed interno) con una buona vernice spray nero opaco al fine di:

H) Ventola – Come già citato, è stata utilizzata la ventola di un dissipatore per CPU; si possono utilizzare sia i modelli per processori Pentium o K6 (diametro 50mm) o 486 (diametro 40mm). E’ importante che la ventola sia di tipo passante e non di tipo tachimetrico, altrimenti potrebbe non funzionare.

La ventola non deve essere alimentata alla sua tensione nominale (cc 12V) in quanto produrrebbe una pressione troppo elevata e un tasso di vibrazioni dannose. Il compromesso migliore l’ho ottenuto con alimentazione da 6 a 9V (a seconda delle circostanze...); il flusso d’aria prodotto (infilando la testa nel paraluce!!) è appena avvertibile e il tasso di vibrazioni assolutamente nullo.

All’alimentazione della ventola può provvedere un piccolo alimentatore (se si osserva da casa) oppure una batteria di pile 1,5V (fino all’ottenimento della tensione desiderata).

La ventola può essere avvitata al suo supporto oppure incollata.

Fig. 9 - Ventolina ad alimentazione passante

Qui sotto viene rappresentato l'aspetto del paraluce finito.

Alcune foto del paraluce installato sul telescopio sono visibili sulla pagina della presentazione; qui sotto ne ho aggiunte delle altre.

Aspetti del paraluce finito.

Particolare della ventolina.

Particolare dell'interno del paraluce; in evidenza la parete interna forata.

Particolare del tubo di imbocco con in evidenza gli "scarichi" per le viti presenti sul telescopio.


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