LX200 10" f/6.3: è tempo di bilanci.


Dal 2002 al 2003 ecco un'analisi del diffusissimo catadiottrico dalla A alla Z.

A come Altezza: se utilizzato con la testa equatoriale SuperWedge lo strumento si alza parecchio, al punto di rendere difficoltose le osservazioni; in ogni caso scordatevi osservazioni comodamente seduti, sempre che non abbiate un seggiolino da bar o una sedia regolabile con ampie possibilità di altezza. Tuttavia le osservazioni di oggetti non lontano dall'orizzonte e senza diagonale sono più comode che in altri strumenti.

B come Bilanciamento: il bilanciamento di questo telescopio non è facile e la cosa non è banale. Viste le dimensioni del tubo i bracci di leva iniziano a farsi importanti e per cui è sufficiente un oculare da 3 etti per far fare una bella impennata al nostro tubo che giocoforza andrà bilanciato. A tal scopo viene in aiuto il kit contrappesi originale Meade che però neppure considererete dopo aver sentito il prezzo; rimane la carta dell'autocostruzione.

Ciò che però mi fa imbestialire è la tendenza di tutta la forcella a "cadere" verso Ovest: il motivo è dovuto alla presenza del motore in declinazione e di tutto il suo gruppo riduttore, corona ecc. che rendono la parte destra più pesante della sinistra. Ci voleva tanto a mettere una piccola zavorra sul lato opposto?

C come Cercatore: l'8x50 di serie lavora bene ed è ben costruito. Molto ben fatto è il supporto con lo sgancio rapido, meno belle sono le 6 viti che sostengono il cercatore stesso che sono in plastica e che per azionarle al freddo vi spaccherete le dita. L'ottica rende bene ma la messa a fuoco deve essere meticolosissima altrimenti il tutto è un cocktail di oggetti sfocati e frange multicolori.

D come Dimensioni: è la prima cosa che ho notato, solo 5 cm di diametro in più di un normale 8" ma il tutto è molto più grande, al punto di mettere in difficoltà la corretta sistemazione di tutti i componenti del telescopio nel caso di trasporto su una comune utilitaria. Tanta fatica in più viene però ripagata con osservazioni molto più gratificanti; evidentemente quei 51mm di margine pesano come macigni e le macchioline nebbiose che mostrano gli 8" diventano galassie.

E come Elettricità: la tensione di alimentazione di questo telescopio è 18Vcc, ovvero quanto di più scomodo si potrebbe immaginare. La Meade propone un elevatore di tensione che permette di sfruttare un'inesauribile batteria da macchina a 12V ma 200 e passa Euro per una scatoletta con un pugno di componenti dentro sono un furto e così si viaggia con 12 torce in cascata, meglio se ricaricabili.

F come Fotografia: L'ottica è predisposta per ogni genere di fotografia, dal fuoco diretto alla proiezione di oculare; in pochi lo sanno ma l'LX200 f/6.3 supporta anche il medio formato rimuovendo l'anello sulla culatta. Attenzione solo alle possibilità di movimento accidentale dello specchio primario, eliminabile con 5 cm di barra filettata da 1/8" e un relativo dadino da accompagnara a mano e senza stringere.

G come GO-TO: l'LX200 è stato il primo strumento al mondo ad essere equipaggiato con puntamento automatico di serie e nonostante siano passati oltre 10 anni rimane validissimo, merito anche delle varie releases di aggiornamento; la versione 3.34L è ancora oggi uno dei migliori GO-TO esistenti su telescopi amatoriali di fascia media, rapido, preciso e senza troppe smancerie.

H come Highlights: il suo punto di forza è da ricercarsi nell'insieme, un po' come una squadra vincente. Tuttavia segnalerei alcuni episodi in cui questo strumento mi ha veramente meravigliato: durante più osservazioni di Saturno ho intravisto più volte la lacuna di Encke (mica male per un catadiottrico ostruito a 0.40) e anche Giove se il seeing eccelle non è da meno visto che in più di un'occasione sono stato in grado di distinguere diverse tonalità di colore all'interno della macchia rossa.

Dove veramente fa la differenza è il profondo cielo.

I come Image-shift: la deriva dell'immagine durante la messa a fuoco è una vera croce per gli SCT commerciali: il mio vecchio 2080 si fregiava di uno strepitoso "zero" mentre questo 10" un po' ne soffre. Si passa dai 5" d'arco in inverno ai 30 e oltre in estate, col caldo aumenta e anche la posizione del tubo è influente.

L come Leggibilità: mi riferisco ai cerchi graduati, nessuno strumento della sua levatura li ha così grandi e ben leggibili; coordinate alla mano potrete anche scordarvi della presenza del GO-TO, l'astro cercato sarà sempre nel campo del cercatore.

M come Motori: in passato oggetto di critica per improvvisi cedimenti, i motori dell'LX200 sono ora affidabili ma quello che non va è il rumore che poco si addice ad un telescopio. L'assorbimento di corrente (0.3 A per il solo inseguimento, 0.6 A con tutto acceso e GO-TO in azione) mi sembra ottimo.

N come Nero: l'annerimento interno del tubo è di buona fattura, tuttavia se vi fossero una serie di diaframmi a lama di rasoio (come hanno fatto per il paraluce interno) sarebbe sicuramente meglio.

La verniciatura nera della montatura è molto ben fatte e da un' aspetto un po' aggressivo all'insieme ma tutto ciò ha l'inconveniente di scaldarsi molto durante le osservazioni solari. Alla Meade dovrebbero chiedersi perchè certi telescopi sono interamente bianchi...

O come Oculari: Il rapporto di apertura f/6.3 ha dei pro e contro che si ripercuotono sugli oculari, ci si trova spesso a usare oculari di corta focale o peggio una lente di Barlow, tutti accessori dimenticati da tempo se si proviene da un f/10. In compemso scordatevi le focali lunghe in quando un 25mm grandangolare è già in grado di offrirvi un campo reale magnifico. Oltre non conviene andare in quanto oculari troppo lunghi esaltano sia i loro difetti che il residuo di aberrazioni extrassiali dell'ottica principale.

Occhio poi all'arma a doppio taglio del rapporto 6.3: sulla carta la messa a fuoco è più facile perchè il secondario amplifica meno (3.3x contro 5x degli f/10)  ma in realtà il fuoco corto offre pochissima profondità di fuoco per cui focheggiare a forte ingrandimento è un'operazione da crisi di nervi.

P come Peso: questo è il principale difetto di questo strumento in quanto la parte più pesante, che sarebbe il tubo ottico con vincolata la montatura a forcella, supera i 25 Kg! Troppi per essere maneggiati con disinvoltura al buio da una persona sola che con una discreta precisione dovrebbe installare sul treppiede o sulla testa equatoriale. E' dunque un telescopio indicato per una postazione fissa o semovente, in alternativa portatevi un socio sul campo osservativo per fare tanta fatica in meno.

Q come Qualità: L'ottica di questo Meade è più che onesta e ben corretta dalla principali aberrazioni. Attenzione solo ai tempi di acclimatamento che sono più lunghi rispetto agli 8". Anche la qualità del resto della componentistica è adeguata allo strumento; personalmente fornirei un diagonale migliore del prisma cinese e soprattutto mi risparmierei l'oculare SP26 che è quanto di più inadatto ci sia per questo telescopio (avrei messo a corredo un 15 o un 20mm).

R come Riduttore di focale: se come me avete conservato il riduttore/spianatore Meade dello strumento precedente non buttatelo perchè va benissimo, avrete un 250 f/4 che in fotografia farà in 6 minuti quello che fareste in un quarto d'ora. Il prezzo da pagare è solo una leggerissima vignettatura, peraltro invisibile direttamente nel mirino della reflex. Visualmente usatelo senza diagonale e nel campo di un oculare grandangolare da 22mm ci fate entrare l'impossibile. Nota: il riduttore/spianatore Meade non è apocromatico in quanto introduce un piccolissimo (pignoleria elevata ad n) residua cromatico. Però se vi andava bene prima....

S come Secondario: è il dazio da pagare per un'apertura veloce, il secondario compreso di supporto misura 90mm e pone di fatto una pietra tombale sulle vostre velleità bellicose nei confronti delle stelle doppie un po' sbilanciate; nessun problema invece se le stelle da separare sono deboli. Durante le operazioni di collimazione poi è maledettamente sensibile, molto di più di un f/10.

T come Treppiede: il treppiede in dotazione è lo stesso del 200mm, è fatto molto bene e molti strumenti che costano anche il doppie se lo sognano ma in questo caso sarebbe stato meglio fare una "via di mezzo" fra il treppiede del 200mm e quello del 30mm che è stabilissimo ma sostanzialmente enorme, costosissimo e pesantissimo, oltre che intrasportabile. Inoltre se si fosse abbondato un filino col diametro delle gambe si poteva azzardare anche una maggiore escursione tra altezza minima e massima.

U come U.S.A.: i prodotti che arrivano dagli Stati Uniti si fregiano molto spesso di buona qualità ma si portano in dote anche le stramaledette misure anglosassoni per quanto riguarda la viteria; se perdete una vite siete condannati a penare per mesi tra una ferramenta e l'altra e magari neppure la trovate, idem in caso di smarrimento delle chiavi a brugola in dotazione.

V come Velocità: passano gli anni ma la velocità di puntamento dell'LX200 rimane al top e a farne le spese sono montature che costano quanto un'automobile che vengono ridicolizzati, specie se ci riferiamo ad un GO-TO teutonico ultimamente molto in voga; si pensi che la sua velocità massima (SLEW RATE) corrisponde alla minima impostabile sull'LX200. Certo che più si va forte e più c'è l'usura ma questo vale per tutti.

Z come Zombie: questo serve solo per ricordarsi che il nostro fisico reclama qualche ora di sonno... ^__^


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