Test oculare Konus Ploessl 17mm


INTRODUZIONE

Non è da molto tempo che i produttori di telescopi considerati entry-level hanno iniziato a fornire a corredo oculari decenti; fino a pochi anni or sono si aveva a che fare con oculari tipo Huygens, Ramsden e Kellner decisamente mal realizzati e spesso addirittura privi di trattamento antiriflessi sulle lenti.

Acquistando un telescopio Konus Vista 80 sono rimasto meravigliato nel trovare a corredo un oculare Ploessl da 17mm; non essendo un “prevenuto” ho deciso di provarlo a dovere. 

ASPETTO ESTERNO

L’oculare è composto principalmente da una carcassa in alluminio verniciata in nero opaco (con un piacevole effetto “ruvido”) che contiene l’ottica, e dal classico barilotto da 31.75mm (1 ¼”).

Il barilotto è ben annerito al suo interno e dispone di filettatura standard per filtri.

La dicitura di identificazione è stampata su un’etichetta adesiva (un po' bruttina...) e non serigrafata o incisa come nella maggior parte degli oculari.

L’oculare è corredato di 2 tappi antipolvere e di una scatoletta in cartone. 

L’OTTICA

Lo schema ottico di questo oculare è il classico Ploessl a 4 lenti in 2 gruppi simmetrici.

Al primo colpo d’occhio l’ottica mi è parsa ben realizzata, specie il trattamento antiriflessi (che la casa dichiara Multi Coated) dai caratteristici riflessi verdastri tipici dei trattamenti d’alta classe; da rimarcare solamente l’opacizzazione del distanziatore tra i 2 doppietti che non è esemplare essendo lucido e potrebbe far perdere contrasto durante osservazioni diurne. 

IL TEST

Utilizzato sul classico Schmidt-Cassegrain da 200mm f/10 si ottengono 118x; è quindi un oculare per uso generico.

Ho eseguito il test la serata del 17/10, la prima con cielo sereno dopo l’alluvione; l’umidità era fortissima (ho ritirato lo strumento gocciolante…) ma la stabilità atmosferica da manuale.

Ho osservato dapprima Vega e Altair, 2 stelle luminosissime verificando la totale assenza di ghosting, poi è stata la volta di M27 e M57, decisamente belle e contrastate (nonostante l’odioso faretto del vicino sempre acceso…) soprattutto con un filtro OIII.

Ho constatato un’ottima risoluzione durante l’osservazione di M13, meravigliosamente risolto nonostante una scarsa altezza sull’orizzonte.

Ho concluso con Saturno che era nettissimo e ricco di dettagli anche se, si sa, è un soggetto perennemente avido di ingrandimenti che il PL Konus non poteva dare.

L’utilizzo del PL 17 sul piccolo Konus Vista 80 (focale 400mm) permette di ottenere 24x con un campo visivo prossimo ai 2 gradi; particolarmente indicato per l’osservazione di campi stellari e oggetti estesi.

Ho trovato particolarmente gratificante la visione della Via Lattea nel Cigno, Lira e Aquila, con una miriade di stelline apprezzabilmente puntiformi. 

CONCLUSIONI

Sono sconcertato in quanto un oculare che pensavo potesse servirmi al massimo come fermacarte ha saputo offrire prestazioni di tutto rispetto; non so se questo si tratti o meno di un componente particolarmente ben riuscito, ma se questo fosse il nuovo standard degli oculari “made in China” qualche quotata azienda d’Oltreoceano farebbe bene a preoccuparsi.

Io sono contento di avere questo oculare nel mio corredo. 

La carta di identità