Barlow o non Barlow?
(Un po’ di chiarezza su un accessorio tanto discusso)
Innanzitutto… cos’è?
La lente di Barlow è un aggiuntivo ottico telenegativo finalizzato a moltiplicare per un fattore predefinito la focale originale del telescopio. Prende il nome dal suo ideatore, Peter Barlow.
La lente di Barlow ha l'aspetto di un tubetto la cui parte iniziale si inserisce nel portaoculari del telescopio e la sua parte terminale ospita l'oculare.
La maggior parte delle Barlow ha un fattore di moltiplicazione pari a 2x (ma ce ne sono da 1.7x fino a 5x della Tele Vue Powermate), quindi un telescopio cha ha una focale di 1000mm con l’aggiunta della Barlow diviene un 2000mm, per cui otterremmo a parità di oculare un ingrandimento doppio.
Si parla di “lente” di Barlow ma si sappia che per funzionare correttamente la Barlow deve essere composta da più lenti, in genere da un doppietto acromatico, altrimenti le aberrazioni si sprecano, soprattutto il cromatismo residuo.
I modelli più prestigiosi si fregiano spesso della dicitura “APO”, indice di correzione apocromatica; questi modelli possono essere composti da 3 o più lenti oppure annoverare nel loro schema ottico un elemento in vetro a bassa dispersione.
La Barlow nasce come accessorio spiccatamente visuale e in questa sede verrà trattata per tale uso; è risaputo però che l’avvento di camere CCD e webcams, caratterizzate da un minuscolo sensore, ha dato alla Barlow una seconda giovinezza, soppiantando in questo caso la vecchia tecnica della proiezione di oculare in quanto il semplice raddoppio della focale è spesso sufficiente al raggiungimento del rapporto di riproduzione desiderato.
La Barlow perché?
Perché con l’acquisto della Barlow i miei 3 oculari diventano 6, spendendo soldi solo per la Barlow.
Perché un rifrattore a corta focale è più facile da trasportare rispetto a uno lungo.
Perché con un oculare di media focale + Barlow si osserva più comodamente rispetto ad un oculare di corta focale.
Perché di oculari con meno di 4mm di focale non ce ne sono (e se ci sono costano un furto).
La Barlow si
La Barlow si per i rifrattori apocromatici che hanno qualità da vendere e spesso hanno una focale molto corta che impedisce di fatto di raggiungere gli ingrandimenti che servono per le osservazioni della Luna, pianeti e stelle doppie. Prendiamo un classico rifrattore Apo da 100mm f/7: con 700mm e un oculare da 4mm si raggiungono solo 175x che possono dare qualche soddisfazione sulla Luna ma di fatto ci si trova “impiccati” mentre con una Barlow 2x la focale salirebbe a ben 1400mm con la possibilità di superare i 200x molto facilmente con svariati oculari.
La Barlow si per i riflettori Newton per la stessa ragione appena trattata. Per esempio i Maksutov-Newton sono strumenti ottimizzati per l’alta risoluzione ma anche in quel caso la lunghezza focale non è mai elevata.
La Barlow si per chi porta gli occhiali perché osservare con un OR18 e la Barlow è infinitamente più comodo che osservare con un OR9, visto che l’estrazione pupillare è quella di un 18mm.
La Barlow no
La Barlow no per strumenti che hanno una lunga focale, non serve a nulla introdurre un ulteriore aggiuntivo ottico quando se ne può fare a meno. Chi di dovere costruisce le ottiche aperte a f/15 e oltre proprio per questo.
La Barlow no se non si ha la possibilità di averne una di qualità, altrimenti l’immagine finale si degrada visibilmente. Non serve a molto spendere 5000 euro per l’ottica principale e utilizzare una Barlow di bassa qualità.
Occhio alla Barlow
1 - Attenzione all’uso della Barlow sui telescopi che basano la messa a fuoco sullo spostamento dello specchio primario poiché una normale operazione di focheggiatura potrebbe farvi saltare i nervi! Come? Già nel comune C8 lo specchio secondario ha un fattore di moltiplicazione di 5x, ciò significa che quando voi azionate la mossa a fuoco e muovete lo specchio primario di 1mm, sul piano focale i mm di spostamento del fuoco saranno 5 che diventeranno ben 10 con una Barlow 2x!!. Una buona soluzione è l’applicazione di un focheggiatore aggiuntivo tipo Crayford.
2 - Verificare il corretto inserimento della Barlow nel portaoculari che dovrà avere un gioco minimo; troppa “aria” sarà responsabile di un leggero disallineamento degli assi ottici con conseguente degrado delle immagini.
3 - “Nel dubbio scegliere l’originale”. Spesso si sente questa frase nel contesto degli obiettivi fotografici; ciò può valere anche nel campo di questo accessorio. Va detto infatti che non di rado le Case costruttrici sviluppano i loro accessori (oculari e vari aggiuntivi ottici, tra essi anche le Barlow) in simbiosi con i loro telescopi. Al sottoscritto è capitato che una rinomatissima Barlow – la Celestron Ultima APO – conseguisse risultati peggiori della Barlow originale accoppiata ad un telescopio di fabbricazione russa (Intes) e la cosa si è ripetuta con un’altra Barlow utilizzata con il mio telescopio che ha la particolarità del rapporto di apertura f/6.3 contro l’f/10 del resto degli SCT; guarda caso con la Meade va tutto bene…
Comunque la cosa migliore rimane il test, quanto scritto prima può essere d'aiuto se non si ha l’opportunità di provare.
4 - Verificare che la Barlow non sia meccanicamente intrusiva come spesso accade in piccoli strumenti, primo fra tutti il Meade ETX per il quale il Costruttore prevede una Barlow dedicata (la maggior parte delle Barlow commerciali urta il flip-mirror interno).
Quale Barlow?
Essendo formata (nella maggior parte dei casi) da 2 sole lenti non è azzardato scrivere che per un costruttore qualsiasi è relativamente facile costruire una Barlow di elevata qualità senza neppure richiedere cifre elevate come sovente accade invece per gli oculari.
Tuttavia occorre fare attenzione e diffidare da alcuni prodotti particolarmente economici, anche se il nostro telescopio non è il massimo a disposizione per qualità ottica.
E’ sempre meglio orientarsi verso marchi conosciuti e di un certo peso e per quanto riguarda la compatibilità vi rimando al paragrafo precedente; difficilmente un telescopio Takahashi funzionerà male con una Barlow delle stesso Costruttore!
Durante l’acquisto è sempre meglio controllare la presenza di un’efficace annerimento interno puntando la Barlow verso una fonte di luce (una lampadina o anche una finestra).
Ricordarsi inoltre che una Barlow 3x richiede una curvatura ottica più forzata rispetto a una 2x per cui sarà più probabile che la Barlow più potente mostri qualche aberrazione di troppo, naturalmente a parità di schema ottico.
Tutte le Barlow del 2004
Marca modello |
Moltiplicazione
|
Diametro innesto |
Note |
Prezzo € |
Astro-Physics Apo-convertible 2” |
Variabile 1.7…2.4x |
50.8mm |
Apocromatica a 3 lenti |
420 |
Baader Planetarium VIP 2x |
2x |
31.75mm |
Apocromatica a 2 lenti |
258 |
Baader Planetarium FFC Fluorite |
Variabile 2…8x |
50.8mm |
Moltiplicatore variabile mediante tubi di prolunga; ottica apocromatica a 4 lenti |
640 |
Celestron OMNI 2x |
2x |
31.75mm |
- |
60 |
Celestron 2x Ultima Apo |
2x |
31.75mm |
Apocromatica a 3 lenti |
136 |
Coronado Cemax 2x |
2x |
31.75mm |
Ottimizzata per osservazioni solari |
140 |
Intes 2.4x Barlow |
2.4x |
31.75mm |
- |
90 |
Meade 126 |
2x |
31.75mm |
Corta, consigliata per ETX |
80 |
Meade 127 |
Variabile 2…3x |
31.75mm |
Moltiplicatore variabile a seconda dell’inserimento nel portaoculari |
106 |
Meade 128 |
3x |
31.75mm |
- |
49 |
Meade 140 2x Apo |
2x |
31.75mm |
Apocromatica a 3 lenti |
133 |
Pentax RC 2.0 |
2x |
50.8mm |
Apocromatica; copertura formato 135 |
667 |
Takahashi Barlow 2x |
2x |
31.75 |
- |
169 |
Tele Vue Barlow 2x |
2x |
31.75 |
- |
152 |
Tele Vue Barlow 3x |
3x |
31.75 |
- |
152 |
Tele Vue Powermate 2x |
2x |
50.8mm |
Ottica a 4 lenti |
398 |
Tele Vue Powermate 2.5x |
2.5x |
31.75mm |
Ottica a 4 lenti |
268 |
Tele Vue Powermate 4x |
4x |
50.8mm |
Ottica a 4 lenti |
416 |
Tele Vue Powermate 5x |
5x |
31.75mm |
Ottica a 4 lenti |
268 |
Unitron Barlow 2x Deluxe |
2x |
31.75mm |
Apocromatica a 3 lenti |
90 |
Vixen Barlow 3x |
3x |
31.75mm |
- |
59 |
Vixen Barlow 2x |
2x |
31.75mm |
- |
48 |
Vixen Barlow De Luxe |
2x |
31.75mm |
Elemento al Lantanio |
107 |