LA BATTAGLIA DI BELET-UEN - Novembre 1926

Articolo pubblicato da F. Nobili Massuero sulla "Rivista delle Colonie Italiane" a cura del Ministero delle Colonie. Anno I - Numero 1 - Novembre 1927 - VI
Articolo pubblicato su "Rivista delle Colonie Italiane" a cura del Ministero delle Colonie. Anno II - Numero 1 - Genn - Febb 1928 - VI

(Articolo originale - Anno I - n. 1)
(Articolo originale - Anno II - n. 1)

(Anno I - Numero 1)
La resa alle autorità italiane di Osman Mahmud, ex Sultano dei Migiurtini, avvenuta nello scorso ottobre, è l'epilogo dell'azione militare che ha sottoposto la Somalia Settentrionale al diretto esercizio della nostra sovranità.  In questa ultima fase, i movimenti delle nostre truppe si ripresero alla fine di novembre del 1926 con due colonne di cui una partita da Eil sconfisse le forze di Herzi Bagor, figlio di Osman Mahmud, infliggendo una perdita di 102 armati uccisi e razziò Bender
Bela, mentre un 'altra colonna, da Callis giunta a Urcurcar sul Darror Iron fronteggiava la resistenza di migiurtini trincerati in salde posizione.
Nell'inizio del gennaio, due nostre colonne, in concomitanza con una colonna leggera di regolari, risalì da Hafun a Sciusciuban dove s'imbattè in una reazione offensiva di un mezzo migliaio di uomini comandati da Herzi Bogor. La resistenza fu infranta mentre due altre colonne, l'una risalendo la media valle del Darror e l'altra scendendo dai monti Carim
verso sud occuparono Iredami. Sconvolta l'organizzazione dei ribelli tra il Darror e la costa meridionale del Golfo di Aden, rimasero dei nuclei dispersi che furono spazzati da colonne leggere. Fu allora che Osman Mahmud, attualmente in mani nostre a Mogadiscio, si rifugiò nel territorio della Somalia Britannica, offrendo di arrendersi alle autorità di Berbera. Nella terza decade di febbraio i migiurtini fuoriusciti, tentarono un'ultima disperata incursione tra il Nogal e la regione di Obbia; ma furono posti in fuga e inseguiti dai nostri irregolari. Il piano del conte De Vecchi ha avuto così piena attuazione prima che l'anno termini. È in corso la sistemazione amministrativa dei territori recentemente posti sotto il nostro completo controllo.

Con la piena affermazione della nostra autorità di governo nella Somalia Settentrionale, fu spinto innanzi l'avvaloramento economico di quella che può considerarsi la zona centrale della nostra colonia sulI'Oceano Indiano. L'accresciuta azione di propaganda della fede nelle regioni dell'Africa Orientale ha dato luogo all'erezione di una prefettura apostolica di Meroe con giurisdizione nell'Etiopia Meridionale. Tale prefettura fu attribuita all'Ordine della Consolata che tante opere pietose va compiendo nella Somalia Italiana

(Anno II - Numero 1)
In Somalia la perfetta organizzazione delle bande irregolari per la sicurezza dei confini ha avuto una brillante conferma in due scontri con gruppi di fuorusciti che avevano tentato in notevoli forze un colpo di mano contro i nostri posti e le tribù a noi sottomesse.
Il 23 novembre numerosi armati al comando di un noto ribelle, Abscir Dorre, che già in passato si era ripetuta mente reso autore di atti briganteschi nella Somalia meridionale, attaccarono improvvisamente un nostro gruppo di bande confinarie a nord di Belet-Uen.
Le nostre forze, respinto l'attacco, contrattaccarono decisamente inseguendo i fuorusciti ed infliggendo loro trenta morti tra cui lo stesso Abscir Dorre e riconquistando due mitragliatrici, di cui i ribelli erano riusciti, con un colpo di mano a tradimento, ad impadronirsi nel 1925 ad El Bur, e che ora, in territorio abissino, costituivano perno ed appoggio per continui attacchi e razzie alle nostre popolazioni pacifiche.
Mentre i nostri irregolari si assestavano dopo il combattimento, il giorno primo dicembre venivano nuovamente attaccati di sorpresa da altre forze rilevanti composte in prevalenza di elementi fuorusciti dalla Migiurtinia e Merehan nostri sudditi fuorusciti, capitanati questa volta da Erzi Bogor, figlio dell'ex sultano dei Migiurtini Osman Mahmud.
Dopo un violento e sanguinoso scontro, anche queste forze venivano brillantemente respinte e lungamente' inseguite. Le perdite avversarie sono state di centosettanta morti e di un numero imprecisato ma assai rilevante di feriti. Sono stati catturati centosessantotto fucili. Da parte nostra avemmo cinquantotto morti e quarantacinque feriti tutti irregolari.
In relazione al territorio in cui il combattimento è avvenuto ed ai mezzi di cui dispongono i ribelli, esso ha avuto le proporzioni di una grande battaglia, che resterà certo per molti anni come ricordo ammonitore della nostra potenza fra quelle popolazioni e come episodio nobilissimo della incrollabile fedeltà dei nostri sudditi , i quali hanno, ancora una volta, dimostrato di saper versare eroicamente il loro sangue per il prestigio della nostra bandiera, che essi ormai sanno essere strettamente connesso al loro benessere ed alla pace del loro paese.
Tutte le popolazioni di confine del Benadi hanno accolto con esultanza la notizia della vittoria.