image
image Home     image Redazione       image Link utili      

Menu Indice

Problematiche relative ai periodici elettronici

Problematiche di pertinenza teconologica
  • La presentazione del testo elettronico, il layout di pagina
    Il layout del periodici elettronico è un aspetto molto importante, perché costituisce l’interfaccia grafica che l’utente visualizzerà e utilizzerà per usufruire delle informazioni in esso contenuto: per questo deve essere di facile comprensione per il lettore. Esiste un formato a monte che è quello dell'immissione del testo nel database del server, testo che deve poi riproporsi in qualche cosa di vedibile in modo adeguato dalla macchina (PC) ricevente dell'utente remoto. Per rendere vedibile il testo vengono create delle connessioni al testo pieno attraverso link di accesso, si richiama un plug-in che riflette in un certo modo, in un certo formato, l'articolo desiderato, con possibilità di scaricamento in downloading e/o di stampa sulla propria stampante. È necessario perciò che sia installato nella workstation dell'utente un plug-in adatto (o piu' di uno) che permetta di trasportare il testo da dove si trova alla stazione dell'utente, quindi di "aprirlo" per poterne leggere i contenuti. Questa procedura, va detto, non è esclusa da pericoli di contaminazione da virus, in quanto si va a catturare e poi ad aprire programmi e file che stanno al di fuori, reperibili in rete. Esiste una varietà di "reader" plug-in che permettono la cattura, lettura, scaricamento e stampa degli articoli, e ognuno di essi è legato ad un determinato formato:

    1. PDF (Portable Document Format) - Adobe Acrobat Reader (.pdf)
    2. PostScript - Ghostview (.ps)
    3. Audio Player - Windows Mediaplayer (.au, .wav)
    4. TeX - IBM Techexplorer per formule matematiche in formato TeX, (.tex)
    5. Quicktime Player per Video (.qt, .mov)
    6. VRML Player - Cosmoplayer per dati in formato Virtual Reality (.wrl)
    7. MPEG-Player - InterVU (.mpg)
    8. Chemical Structure Viewer - RasMol per la raffigurazione tridimensionale delle strutture chimiche o molecolari (.pdb, .xyz)
    9. Real Page - Catch Word
    10. DVI
    11. SGML
    12. HTML

    La formattazione di un articolo elettronico non è solo una questione puramente estetica, non è che la rivista elettronica deve necessariamente assomigliare a quella cartacea, quello che importa maggiormente agli editori e agli autori è la migliore usabilità da parte dell’utente. La tecnologia on line dà la possibilità agli editori di rendere ciò che sul cartaceo non è possibile trovare e utilizzare, come ad esempio iperlinks interattivi a risorse correlate, link ad ampie varietà di multimedia (suono, grafica, video, testo, 3D), link a servizi tradizionali di indicizzazione/abstract e link dalle note bibliografiche verso le pubblicazioni collegate. Ogni articolo può avere formato a sè, in quanto nessuna soluzione è adattabile ad ogni titolo, ma per ogni articolo può esservi uno o più formati adatti. Riviste che hanno complesse equazioni matematiche, caratteri speciali o immagini a volte vengono scannerizzate (a volte offerte in formati quali Adobe Acrobat PDF) con le immagini che sembrano come quelle delle pubblicazioni cartacee, ma si sa che per le formule e le equazioni matematiche il formato più' adatto è il TeX. Pdf e PostScript sono formati dello stesso tipo, ma allo stesso tempo sono piuttosto diversi, in quanto Pdf mostra il testo in modo che sia adattato allo schermo, mentre il PS mostra una sorta di anteprima di stampa. Nel 1997 il formato Adobe PDF è stato predominante nel mercato dell'editoria elettronica, soprattutto nell'ambito di grossi Progetti che stanno convertendo il cartaceo tradizionale in formato elettronico. Comunque anche progetti basati su SGML verso i quali Elsevier o Springer si stanno orientando, diventeranno facilmente più comuni man mano che gli editori integreranno la produzione dei loro giornali sia on line sia in stampa. La difficoltà con la maggior parte delle immagini mappate attualmente è che normalmente non hanno link agganciati o altre caratteristiche speciali, possibili invece con altre soluzioni usando per esempio SGML o HTML, derivato dal primo. Molti altri e-journal sono convertiti direttamente in HTML dove il Markup supporta il testo, immagini e tutti i link necessari. In alcuni casi l’HTML viene implementato con altri codici che possono anche fornire animazioni al sito, in modo da sembrare esteticamente migliori e fornire alcuno servizi in più Alcuni progetti usano entrambe le tecniche in una sorta di tecnologia ibrida per supportare la ricerca dei testi HTML mentre forniscono un'immagine elettronica apparentemente simile all'originale a stampa.


  • Disponibilità di file di archivio backup per l'immagazzinamento del retrospettivo e accessibilità garantita per il lungo termine
    E veniamo al problema dell'accesso e conservazione del materiale che oggi è corrente e per il quale si è pagato un regolare abbonamento: nell’ambito del cartaceo il problema era solo di spazio, mentre in quello digitale la conservazione è decisamente più difficile per via della volatilità dei dati elettronici: molto spesso infatti può capitare di incappare nel famoso errore 404, quello che denuncia una rimozione dei dati richiesti dal server. Il problema dell'accessibilità garantita illimitata nel tempo va affrontato in termini di distribuzione dei compiti tra vari enti e differenziazione degli accessi nel territorio mondiale. Alcuni editori stanno potenziando i propri server per offrire accesso ai periodici elettronici di loro pubblicazione, altri invece stanno lavorando in collaborazione con biblioteche di istituzioni accademiche, organizzazioni non profit o altri attori dello scenario commerciale dell'editoria elettronica per offrire i loro periodici lungo la rete nel modo meno dispendioso in termini di costi e più efficace in termini di servizio. In alcuni casi editori minori e società professionali stanno lavorando con organizzazioni come per esempio OCLC (Online Computer Library Content) affinchè agiscano come distributori dei loro prodotti elettronici, attuando progetti compartecipativi con metodi ragionevolmente flessibili per venire incontro alle diverse esigenze. Ci sono molte soluzioni possibili al problema della conservazione dei periodici e dei documenti elettronici, nonostante fino ad oggi non siano emersi modelli chiari o definitivi. Il servizio OCLC ECO ha preso l'impegno di fornire un'archiviazione perpetua (termine che un po' mi mette angoscia, anche se definisce una fra le tante e vitalissime funzioni delle biblioteche) dei titoli che offre e se per qualsiasi ragione non fosse in grado di adempiere a questo ruolo in futuro, ha preso accordi fin d'ora con i partner editori di offrire l'archivio a biblioteche partecipanti nel formato adeguato al momento della richiesta. Oltre all’archiviazione questa organizzazione ha messo in rete alcuni altri servizi che nel complesso si possono riassumere in: portale, come parecchi siti di Case Editrici di grande portata che investono una cospicua somma nel digitale, online references, condivisione di opinioni, con una fattispecie di forum. Sempre per provare a risolvere questo problema, cioè l’archiviazione per un lungo periodo, gli editori potrebbero sistemare copie elettroniche delle riviste in diversi luoghi per assicurare la loro continua disponibilità, se necessario; compagnie commerciali come UMI o altri, potrebbero fare archiviazione elettronica in aggiunta ai loro ruoli tradizionali con i microfilm o i CD-Rom; distributori di periodici (per esempio, EBSCO) potrebbero rivestire il ruolo di archiviatori; biblioteche o consorzi potrebbero cominciare ad archiviare selettivamente i periodici elettronici in modo coordinato con l'approvazione dell'editore; le biblioteche nazionali, anzi meglio biblioteche digitali nazionali (non ancora esistenti) potrebbero fare lo stesso e mantenere copia di quanto prodotto su supporto elettronico nel territorio nazionale. Altro aspetto, anche questo non di minore rilevanza, è il recupero pregresso di materiale a stampa scannerizzato e immesso in server in forma elettronica. Interessante esempio di questo tipo è il Progetto JSTOR che attualmente comprende 50 periodici completi e disponibili on-line a full-text, con l'immagine scannerizzata dei periodici a testo pieno, riproponendo copie fedeli degli originali a stampa, comprendenti articoli, recensioni e anche la pubblicità. È auspicabile quindi un lavoro di programmazione e coordinamento delle iniziative delle varie organizzazioni interessate, in modo che ognuna operi secondo le proprie competenze e specificità al fine di assicurare il mantenimento nel tempo di quanto prodotto dall'editoria elettronica, e di quanto, già esistente su carta, può essere ragionevolmente recuperato per una conservazione alternativa su supporto elettronico.


  • Affidabilità, sicurezza e accessibilità dei dati
    Uno degli elementi chiave con cui si confrontano gli editori è come offrire pieno accesso alle proprie riviste elettroniche sulla rete e mantenere la dovuta sicurezza per i propri abbonati autorizzati, bloccando i tentativi di accesso degli altri. Molti editori consentono a qualsiasi utente della rete di vedere alcuni elementi dei loro periodici come numeri campione, articoli campione o tavole dei contenuti. Comunque l'accesso completo alle pubblicazioni generalmente richiede il riconoscimento dell'utente, con login e password. I due metodi più comuni comprendono la concessione di una password all'abbonato (facile per i singoli ma difficile da gestire per le istituzioni) o limitazioni con controllo automatico, che permettano solo agli utenti che si connettono da uno specifico dominio di Internet di visionare il materiale. In aggiunta ai metodi di password e di filtraggio IP, basati sul server, molte biblioteche e consorzi cercano sistemi aggiuntivi come la possibilità per l'interfaccia Web di interrogare una sorta di archivio di residenti di un campus o di utenti di un sistema di prestito bibliotecario, per riconoscere gli utenti autorizzati e consentire loro l'accesso alle risorse. Questo tipo di soluzione si sta rendendo sempre più importante in quanto molte organizzazioni hanno ospiti esterni (patron) a cui viene concesso di collegarsi alla rete dell'organizzazione per accedere a risorse ivi disponibili.


  • Mirroring per ridurre la lentezza negli accessi dovuta al traffico di rete
    La limitatezza della banda dedicata al sito e dal volume del traffico sempre crescente per via della diffusione del PC ha reso problematica la lentezza con cui un utente può accedere alle informazioni utili, perdendo una delle caratteristiche più importanti del digitale, l’immediatezza. Per e-journal di ampio uso sarebbe sensato operare una distribuzione o mirroring su diversi server localizzati in varie aree geografiche nel mondo, per aiutare ad assicurare un accesso più facile ed ampio alle informazioni; in parole povere si tratterebbe di creare più copie dello stesso sito su altri computer, in modo da distribuire i dati in più fonti e rendere i download più rapidi da parte dei diversi client. Un'altra tendenza diffusa per i siti dei maggiori e-journal dove l'archiviazione non può essere pratica (esempio KRII Dialog ha più di 8 terabytes di memoria nel sito a Mountain View, California) è di fornire linee affittate verso punti chiave nel mondo dove il pesante traffico Internet è problematico o di contattare vari provider di servizi Internet (ISP) al fine di fornire diversi canali, permettendo la scelta dei percorsi più liberi e traendo vantaggio dalla forza dei diversi provider. In questo caso, appoggiandosi degli ISP di primo livello, chiamati fornitori, si ottengono ISP di secondo livello, in genere chiamati utenti. Entrambe le soluzioni sono valide per casi diversi, visto che non si è ancora trovata una conclusione biunivoca ai problemi dei diversi periodici, nonostante la seconda sarà sicuramente quella obbligata nel caso un e-journal si espanderà nel tempo, dovendo conservare più articoli e più dati degli utenti nel database.



Problematiche di pertinenza legale ed economica

La globalizzazione portata dai nuovi media ha sciolto le barriere della comunicazione, facendo in modo che il trasferimento delle informazioni sia diventato più rapido ed efficiente, soprattutto all'interno della comunità scientifica. Questo però ha aperto la strada a nuove problematiche relative ai diritti morali ed economici delle opere pubblicate in rete che troppo spesso e troppo facilmente vengono scavalcati, grazie anche alla poca chiarezza e trasparenza della normativa dedicata. Il panorama globale in cui gli scambi di informazioni si svolgono richiederebbe un diritto comune in materia di proprietà intellettuale ed economica delle opere dell'ingegno umano, che al momento dipende dalle legislazioni dei singoli stati. In Italia in particolare queste tematiche sono trattate nell'art. 1 della legge italiana sul diritto d’autore n. 633 del 22 aprile 1941 e dal titolo IX del libro V del Codice Civile, su cui non ci si sofferma in modo particolare in questa sede per evitare dispersioni.

Alla luce della palese obsolescenza della normativa in vigore, si può facilmente notare come l'era digitale che stiamo attraversando necessiti di un ripensamento delle leggi sul diritto d'autore e una tutela della proprietà intellettuale pensata appositamente per i nuovi media che garantisca allo stesso tempo i sottoscrittori ed il loro diritto di accedere alle opere pubblicate.

Nel campo specifico dell'editoria digitale, le problematiche fondamentali sono due: la diffusione delle immagini all'interno della comunità scientifica e la distribuzione delle testate digitali alle biblioteche attraverso i circuiti di Document Delivery e di prestito interbibliotecario. In entrambi i casi la possibilità d'uso dei periodici concessi in licenza è limitata dai singoli contratti forniti dalle case editrici, spesso molto restrittivi ed esosi.

Per quanto riguarda le immagini, il problema riguarda la poca chiarezza e frammentazione del concetto di immagine, che subisce diversi trattamenti a seconda che venga catalogata come riproduzione fotografica (che non gode di alcuna protezione), semplice fotografia (i cui diritti economici sono protetti per vent'anni dalla data di produzione a fronte della dichiarazione di nome dell’autore, data di produzione, nome dell’autore dell’opera d’arte eventualmente ritratta) e opera fotografica (i cui diritti patrimoniali hanno lo stesso valore di quelli delle altre opere d'ingegno e scadono dopo settant'anni dalla morte dell'autore).

Questa situazione confusa ha costituito un freno per lo sviluppo dell'editoria digitale a dispetto delle potenzialità enormi offerte dalla tecnologia, evolvendosi ultimamente in una vera e propria crisi, con forti riflessi anche sul piano economico.

L'attuale crisi dell'editoria scientifica è principalmente causata dallo stato di oligopolio che vige nel circolo ristretto delle case editrici. Le più grandi ed affermate hanno la possibilità di comandare la politica dei prezzi degli abbonamenti, senza dare alle case minori la possibilità di crescere e ritagliarsi una fetta di mercato. La necessità assoluta nella comunità scientifica di pubblicare ogni scoperta in modo da renderla effettiva (secondo una pratica che viene sintetizzata con il motto “to publish or to perish”), ha reso le testate presenti sempre più specializzate, alimentando la necessità di investimenti su un maggior numero di periodici di settore. Queste due condizioni non hanno fatto altro che aggravare una situazione già stagnante di per sé, andando a creare una spirale dei prezzi che ha fatto entrare in crisi il mercato.

Dato che i prezzi vengono continuamente aumentati dalle grosse case editrici, sempre più università e biblioteche si sono trovate a non poter più pagare i costi altissimi degli abbonamenti e di conseguenza a diminuirne il numero. La diminuzione della domanda ha portato perciò a un ulteriore aumento dei prezzi, andando a costituire quel circolo vizioso di cui si è parlato precedentemente.

È perciò chiaro come si sia venuta a creare una situazione di profonda crisi dell'editoria scientifica tradizionale, che si riflette anche nel mercato dell'editoria digitale, nonostante le potenzialità di innovamento che questo nuovo mezzo comportava. Ad ogni modo, l'insoddisfazione che questa condizione ha causato è condivisa sia dagli autori perché i loro articoli non hanno 1'impatto che potrebbero avere, in quanto non arrivano ad essere distribuiti ai lettori, dagli editori che lamentano gli alti costi di investimento e gestione dei periodici scientifici, dalle biblioteche che vedono i loro fondi quasi interamente assorbiti dalla spesa degli abbonamenti, e infine dai lettori che non riescono ad avere accesso alle informazioni di cui hanno bisogno.



Link utili
Mappa concettuale del capitolo "Problematiche di pertinenza tecnologica"
Mappa concettuale del capitolo "Problematiche di pertinenza legale ed economica" Esempi di editori