"Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza" H.G. Wells 

AMBIENTE

dal Corriere della Sera

 

Centomila caraffe gratis alle famiglie. Il sindaco: riunioni solo con la naturale

Venezia, la crociata anti minerale

Cacciari si schiera con il Patriarca. L'attore Paolini: ora giro con la borracciaacqua

MILANO - Come trasformare un «fioretto» della Quaresima in una campagna di consumo etico ed economicamente vantaggioso. Forse don Gianni Fazzini, responsabile del «Centro stili di vita» del Patriarcato di Venezia, non immaginava il successo della sua iniziativa di penitenza a favore dell'acqua del rubinetto — il cui titolo, «Imbrocchiamola », è davvero azzeccato — appoggiata anche dalle istituzioni. A cominciare dal sindaco Massimo Cacciari («bevo acqua corrente tutti giorni»), che dimostra così piena sintonia con il Patriarca Angelo Scola. Non solo: a dare un significativo contributo ci si è messo, con entusiasmo, Marco Paolini, grande affabulatore, oggi più che mai sulla cresta dell'onda. TAM TAM - Intendiamoci, il tam tam pro acqua naturale come bevanda quotidiana è già un dato di fatto. Per la soddisfazione degli ambientalisti. Tant'è. La scalfittura nel fatturato delle «minerali» (giro d'affari in Italia da 3,2 miliardi di euro) è modesta, ma, dai e dai, la goccia potrebbe diventare cascata e quindi linea di tendenza. Don Fazzini spiega il suo intento: «Il nostro Centro diocesano è molto sensibile ai temi del consumo critico. Sicché, in occasione della Quaresima, si è suggerito il fioretto che prevede il digiuno dall'acqua minerale. Con un obiettivo ambizioso — aggiunge —. Sostenere, con l'equivalente dei soldi spesi per l'acquisto di acqua in bottiglia, un progetto benefico: la costruzione di un acquedotto in Thailandia».

PAOLINI - Marco Paolini che irrompe sulla scena, con la sua verve ha fatto il resto. Lo show «acquatico» si è svolto in una sala pubblica di Mestre. Eccolo, munito di due bottiglie d'acqua, una da un litro e l'altra da mezzo. «Le ho appena comprate in un negozio — dice —. Entrambe costano 50 centesimi. Come mai? Mi hanno spiegato che il costo è uguale, poiché la piccola è meno ingombrante e posso mettermela in tasca». Paolini posa sul tavolo una borraccia rossa. E qui viene il bello. Aderendo alla campagna di don Fazzini, l'attore racconta che ha deciso di girare i teatri d'Italia con il suo contenitore d'antan, facendoselo di volta in volta riempire d'acqua del rubinetto. Finora ha assaggiato i prodotti di Lumezzane, di Alessandria e di Brugherio. Lui, di solito, riesce ad ipnotizzare il pubblico. Se funziona anche con l'acqua, le ditte di minerali dovrebbero cominciare a preoccuparsi.

BLOOMBERG - Fatto sta che la battaglia di Venezia è partita in grande stile. E Massimo Cacciari non ha nulla da invidiare al sindaco di New YorkMichael Bloomberg. Che lo scorso luglio si mise a capo della crociata contro la mineral water, con lo slogan: «Dimenticate la minerale e bevete l'acqua che sgorga direttamente in casa vostra». Il primo cittadino di Venezia coglie l'aspetto economico della questione. «L'acqua minerale — avverte — non è indispensabile. Rinunciandovi, ogni famiglia potrà risparmiare un bel po' di quattrini alla fine del mese». E via con il buon esempio durante le riunioni di Giunta, a Ca' Farsetti: Cacciari, infatti, ha dato disposizione che sia preferita la brocca di acqua naturale, al posto delle bottiglie del supermercato». C'è di mezzo un interesse egoistico — sottolinea — e quindi l'iniziativa del Centro diocesano va estesa oltre il periodo quaresimale. Non è finita: Veritas, la società di gestione degli acquedotti veneziani, invierà a 100 mila famiglie una caraffa da frigorifero per incentivare il consumo della chiara, fresca e dolce acqua del rubinetto.

Marisa Fumagalli
11 febbraio 2008

 


Fa' la cosa giusta! 2007
Fiera del Consumo Critico e degli Stili di Vita Sostenibili

di MATTIA ECCHELI

La «cosa giusta» è economicamente ed ecologicamente più equilibrata. Ma anche curiosa, a tratti addirittura bizzarra (basti pensare alla carta in cacca di elefante o alla camicia di lino anti invecchiamento: ne riferiamo a parte). Eppure interessante. Tanto interessante che la terza edizione della fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, ospitata nei saloni di Trento Fiere in via Briamasco, è stata visitata ieri, nella sua giornata inaugurale, da oltre mille persone, il doppio del primo giorno dello scorso anno

 

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LA DECRESCITA FELICE

di Maurizio Pallante

Lo yogurt prodotto industrialmente e acquistato attraverso i circuiti commerciali, per arrivare sulla tavola dei consumatori percorre da 1.200 a 1.500 chilometri, costa 5 euro al litro, viene confezionato al 95 per cento in vasetti di plastica quasi tutti monouso, raggruppati in imballaggi di cartoncino, subisce trattamenti di conservazione che spesso non lasciano sopravvivere i batteri da cui e stato formato. Lo yogurt autoprodotto facendo fermentare il latte con opportune colonie batteriche non deve essere trasportato, non richiede confezioni e imballaggi, costa il prezzo del latte, non ha conservanti ed e ricchissimo di batteri. Lo yogurt autoprodotto e pertanto di qualita superiore rispetto a quello prodotto industrialmente, costa molto di meno, contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 perche non comporta consumi di fonti fossili per il trasporto e per la produzione dei contenitori usa e getta, non produce rifiuti. Tuttavia questa scelta, che migliora la qualita della vita di chi la compie e non genera impatti ambientali, comporta un decremento del prodotto interno lordo: sia perche lo yogurt autoprodotto non passa attraverso la mediazione del denaro, quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perche non richiede consumi di carburante; quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perche non richiede confezioni e imballaggi, quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perche fa diminuire i costi di smaltimento dei rifiuti.

Cio disturba i ministri delle finanze perche riduce il gettito dell'IVA e delle accise sui carburanti; i ministri dell'ambiente perche di conseguenza si riducono gli stanziamenti dei loro bilanci e non possono piu sovvenzionare le fonti energetiche alternative nell'ottica dello ; i sindaci, i presidenti di regione e di provincia perche non possono piu distribuire ai loro elettori i contributi statali per le fonti alternative; le aziende municipalizzate e i consorzi di gestione rifiuti perche diminuiscono gli introiti delle discariche e degli inceneritori; i gestori di reti di teleriscaldamento alimentate da inceneritori, perche devono rimpiazzare la carenza di combustibile derivante da rifiuti (che ritirano a pagamento) con gasolio (che devono comprare).


Ma non e tutto.

Facendo diminuire la domanda di vasetti di plastica e di imballaggi in cartoncino, l'autoproduzione dello yogurt fa diminuire ulteriormente la domanda di petrolio. Sia quello che serve per produrre la plastica (due chili di petrolio per chilo di plastica), sia quello che serve per il carburante necessario a trasportare vasetti e imballaggi dalle fabbriche in cui vengono prodotti alle fabbriche in cui viene prodotto industrialmente lo yogurt. Comporta quindi una ulteriore diminuzione delle emissioni di CO2 e del prodotto interno lordo.

Cio disturba una seconda volta i ministri delle finanze e dell'ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni gia dette.

Ma non e tutto.

I fermenti lattici contenuti nello yogurt fresco autoprodotto arricchiscono la flora batterica intestinale e fanno evacuare meglio. Le persone affette da stitichezza possono iniziare la loro giornata leggeri come libellule. Pertanto la qualita della loro vita migliora e il loro reddito ne ha un ulteriore beneficio, perche non devono piu comprare purganti. Ma cio comporta una diminuzione della domanda di merci e del prodotto interno lordo. Anche i purganti prodotti industrialmente e acquistati attraverso i circuiti commerciali, per arrivare nelle case dei consumatori percorrono migliaia di chilometri. La diminuzione della loro domanda comporta dunque anche una ulteriore diminuzione dei consumi di carburante e un ulteriore decremento del prodotto interno lordo.

Cio disturba una terza volta i ministri delle finanze e dell'ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni gia dette.

Ma non e tutto.

La diminuzione della domanda di yogurt, di vasetti di plastica e di imballaggi in cartoncino, di purganti e della quantita di rifiuti, comporta una riduzione della circolazione degli autotreni che li trasportano e, quindi, una maggiore fluidita del traffico stradale e autostradale. Gli altri autoveicoli possono circolare piu velocemente e si riducono gli intasamenti. Di conseguenza migliora la qualita della vita. Ma diminuiscono anche i consumi di carburante e si riduce il prodotto interno lordo.

Cio disturba una quarta volta i ministri delle finanze e dell'ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni gia dette.

Ma non e tutto.

La diminuzione dei camion circolanti su strade e autostrade diminuisce statisticamente i rischi d'incidenti. Questo ulteriore miglioramento della qualita della vita indotto dalla sostituzione dello yogurt prodotto industrialmente con yogurt autoprodotto, comporta una ulteriore diminuzione del prodotto interno lordo, facendo diminuire sia le spese ospedaliere, farmaceutiche e mortuarie, sia le spese per le riparazioni degli autoveicoli incidentati e gli acquisti di autoveicoli nuovi in sostituzione di quelli non piu riparabili.

Cio disturba una quinta volta i ministri delle finanze e dell'ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni gia dette.

Il Movimento per la Decrescita Felice si propone di promuovere la piu ampia sostituzione possibile delle merci prodotte industrialmente ed acquistate nei circuiti commerciali con l'autoproduzione di beni. In questa scelta, che comporta una diminuzione del prodotto interno lordo, individua la possibilita di straordinari miglioramenti della vita individuale e collettiva, delle condizioni ambientali e delle relazioni tra i popoli, gli Stati e le culture.

La sua prospettiva e opposta a quella del cosiddetto sviluppo sostenibile, che continua a ritenere positivo il meccanismo della crescita economica come fattore di benessere, limitandosi a proporre di correggerlo con l'introduzione di tecnologie meno inquinanti e auspicando una sua estensione, con queste correzioni, ai popoli che non a caso vengono definiti.

Nel settore cruciale dell'energia, lo sviluppo sostenibile, a partire dalla valutazione che le fonti fossili non sono piu in grado di sostenere una crescita durevole e una sua estensione a livello planetario, ne propone la sostituzione con fonti alternative. Il Movimento per la Decrescita Felice ritiene invece che questa sostituzione debba avvenire nell'ambito di una riduzione dei consumi energetici, da perseguire sia con l'eliminazione di sprechi, inefficienze e usi impropri, sia con l'eliminazione dei consumi indotti da un'organizzazione economica e produttiva finalizzata alla sostituzione dell'autoproduzione di beni con la produzione e la commercializzazione di merci.

Questa prospettiva comporta che nei paesi industrializzati si riscoprano e si valorizzino stili di vita del passato, irresponsabilmente abbandonati in nome di una malintesa concezione del progresso, mentre invece hanno prospettive di futuro piu ampie degli stili di vita moderni che li hanno sostituiti, non solo nei settori tradizionali dei bisogni primari, ma anche in alcuni settori tecnologicamente avanzati e cruciali per il futuro dell'umanita, come quello energetico, dove la maggiore efficienza e il minor impatto ambientale si ottengono con impianti di autoproduzione collegati in rete per scambiare le eccedenze.

Nei paesi lasciati in stato di indigenza dalla rapina delle risorse che sono state necessarie alla crescita economica dei paesi industrializzati, un reale e duraturo miglioramento della qualita della vita non potra esserci riproducendo il modello dei paesi industrializzati, ma solo con una crescita dei consumi che non comporti una progressiva sostituzione dei beni autoprodotti con merci prodotte industrialmente e acquistate. Una piu equa redistribuzione delle risorse a livello mondiale non si potra avere se la crescita del benessere di questi popoli avverra sotto la forma crescita del prodotto interno lordo, nemmeno se fosse temperata dai correttivi ecologici dello . Che del resto e un lusso perseguibile solo da chi ha gia avuto piu del necessario da uno sviluppo senza aggettivi.

Per aderire al movimento e sufficiente

- autoprodurre lo yogurt o qualsiasi altro bene primario: la passata di pomodoro, la marmellata, il pane, il succo di frutta, le torte, l'energia termica e l'energia elettrica, oggetti e utensili, le manutenzioni ordinarie;

- fornire i servizi alla persona che in genere vengono delegati a pagamento: assistenza dei figli nei primi anni d'eta, degli anziani e dei disabili, dei malati e dei morenti.

L'autoproduzione sistematica di un bene o lo svolgimento di un servizio costituisce il primo grado del primo livello di adesione. I livelli successivi del primo grado sono commisurati al numero dei beni autoprodotti e dei servizi alla persona erogati. L'autoproduzione energetica vale il doppio.

Il secondo grado di adesione e costituito dall'autoproduzione di tutta la filiera di un bene: dal latte allo yogurt; dal grano al pane, dalla frutta alla marmellata, dai pomodori alla passata, dalla gestione del bosco al riscaldamento. Anche nel secondo grado i livelli sono commisurati al numero dei beni autoprodotti e la filiera energetica vale il doppio.


La sede del Movimento per la Decrescita Felice viene stabilita presso... (preferibilmente un'azienda agricola, o un laboratorio artigianale, o un servizio autogestito, o una cooperativa di autoproduzione, una bottega del commercio equo e solidale, ecc.)

 


PANNELLI SOLARI AI FRUTTI DI BOSCO

Ricoperti di polimeri a base di antocianine, i pigmenti che danno il colore rosso a more e mirtilli sono più economici e meno inquinanti del silicio.

Non saranno rossi o blu, e nemmeno profumeranno di more o mirtilli, ma promettono di essere più economici e meno inquinanti dei modelli attuali. sono i pannelli solari a base di antocianine, i pigmenti che danno il colore rosso ai frutti di bosco. A metterli a punto sono stati i ricercatori dell'Università di Tor Vergata, Roma.

"Sono ricoperti da una miscela di materiali che sfruttano l'energia del Sole, in un processo per la produzione di energia simile alla fotosintesi clorofilliana delle piante" spiega Franco Giannini, docente di elettronica a Tor Vergata. Una delle prime applicazioni è il progetto "Ventotene  isola a emissioni zero": i pannelli ecologici saranno utilizzati per generare corrente destinata ai servizi pubblici dell'isola, come l'illuminazione. Senza rilasciare un solo grammo di anidride carbonica.

Le celle realizzate con materiali organici ( le antocianine o i complessi proteici estratti dagli spinaci ) oppure plastici sono l'ultima frontiera della ricerca sui pannelli fotovoltaici, tradizionalmente costruiti con silicio ( monocristallino, policristallino o amorfo ). Questi sistemi innovativi hanno almeno due vantaggi: sono più adattabili e costano poche decine di euro. Inoltre la loro capacità di convertire la luce solare in energia sta crescendo: possono trasformare il 10 per cento dei raggi solari ricevuti in corrente elettrica; quelli che utilizzano pellicole di polimeri arrivano al 6,5 per cento, come ha dimostrato un recente esperimento condotto da Somenath Mitra, chimico all'Università del New Jersey. "Un giorno i proprietari di casa saranno in grado di riprodurre queste celle solari usando stampanti domestiche" ha osservato Mitra.

Secondo le previsioni, fra tre anni il mercato globale dei pannelli fotovoltaici avrà un valore di 34 miliardi di dollari. E i pannelli organici promettono di diventare competitivi. Quelli che sfruttano le proprietà del silicio ( con rendimenti tra il 14 e il 17 per cento per le  applicazioni commerciali e fino al 40 per gli impieghi nello spazio ) hanno infatti costi elevati: bisogna investire 100 milioni di dollari per ottenere 1.000 tonnellate di silicio policristallino, perchè sono necessari processi chimici che richiedono grandi quantità di energia e un'alta intensità di capitale

Panorama 4/10/2007    Luca Dello Iacovo