Arrivano i Vivalto a due piani: siamo contenti di stare più stretti? (30/4/2007)

L'ufficio stampa delle FS, in una lettera pubblicata su Libertà lo scorso 21 aprile, propaganda come un miglioramento per i pendolari l’inserimento a giugno dei treni Vivalto a doppio piano sulle nostre tratte. In questo modo, si dice, "anche i pendolari piacentini potranno vedere i frutti degli investimenti passati". Evidentemente le FS hanno un’opinione molto vaga del concetto di miglioramento del servizio se pensano che la compressione di più viaggiatori su una carrozza a due piani possa essere considerata un progresso (in 2° classe si passa dagli 88 attuali a 126 posti a sedere).
Abbiamo già sperimentato i treni Vivalto a doppio piano presenti in minima parte sulle nostre tratte. Questi nuovi convogli, che senza dubbio introducono alcune utili innovazioni come i tavolinetti pieghevoli o le prese di corrente per ricaricare computer e cellulari, sono largamente carenti in termini si spazio. Possono essere considerati migliorativi solo rispetto all'attuale materiale dei treni regionali, denominato “a piano ribassato”, ma non rispetto alle più confortevoli e spaziose carrozze denominate "media distanza", oggi impiegate per quei treni Interregionali o Regionali Veloci che da giugno saranno rimpiazzati con i Vivalto a due piani.

Per fare una comparazione abbiamo confrontato gli spazi disponibili nei casi attuale e futuro. Le cifre parlano da sole. Cominciamo con la larghezza dei sedili di seconda classe, passerà dagli attuali 47.5cm a 45cm. Chi ha qualche chilo di troppo e non entra nelle nuove misure può sempre andare in prima classe dove la larghezza dei sedili è di 50cm contro i 51-55 degli attuali IR. Anche la larghezza dei braccioli si riduce passando dai già risicati 50mm a 45mm per la seconda classe e da 100mm a 50mm per la prima. Un dato importante è la distanza tra gli schienali di due sedili affacciati che indica il livello di compressione dei viaggiatori: si passa dagli attuali 142cm a 130cm, con lo spazio per le gambe che si riduce da 54 a 40cm. Altro indicatore del comfort è il poggiatesta. Ora ha un’ampia sezione rettangolare di 35 per 15cm e consente al capo di non ciondolare con i movimenti del treno. E’ l’ideale per chi vuole riposare dopo una levataccia alle sei di mattina o dopo una lunga giornata di lavoro. Nei nuovi Vivalto invece la profondità è stata dimezza (8cm), ma quel che è più grave è la nuova forma a mezza luna appena abbozzata che lascia la testa in balia degli ondeggiamenti del treno, libera di rotolare a destra e sinistra come un uovo in una scodella. Viene da chiedersi a cosa stessero pensando i designer FS quando l'hanno progettato.
L’altezza dei soffitti nei nuovi Vivalto è stata ridotta e nella parte a doppio piano è di 190cm. Nelle nostre case l’abitabilità viene concessa solo se l’altezza del soffitto è di almeno 270cm, e noi pendolari “abitiamo” sui treni per almeno 2 ore al giorno per cinque giorni la settimana, con decine di persone in pochi metri quadri.
Passiamo ai portabagagli che nei Vivalto, hanno un’altezza variabile tra i 10 e i 20cm, una profondità di 32cm ed una lunghezza di 140cm (per un totale di 0,07metri cubi) per quattro persone. Sono proprio striminziti e possono ospitare un paio di giubbotti e una borsa sottile. I viaggiatori dovranno tenersi le restanti borse e l’abbigliamento sulle ginocchia peggiorando ulteriormente l’abitabilità. Gli attuali treni invece hanno ripiani di 45cm di profondità con sopra 50cm di spazio per i bagagli e corrono per tutta la lunghezza della carrozza. Sono più di 0,3 metri cubi per quattro persone, il quadruplo dello spazio rispetto ai Vivalto.
Stessa implosione degli spazi è toccata ai bagni, nei Vivalto sono stati ridotti a poco più di un metro di lunghezza per una larghezza media di 75cm (meno di 1 metro quadro!) e un’altezza di 190cm, roba da fare invidia ai loculi del cimitero. Il lavabo non è da meno con una forma ovale da 30x18cm, e uno spazio libero soprastante, di soli 30cm.

Anche gli impianti di condizionamento e riscaldamento nei Vivalto non sembrano essere migliori di quelli montati sugli attuali Interregionali visto che sui Vivalto in inverno il riscaldamento era insufficiente e con gli assaggi di caldo di questi giorni molti condizionatori hanno già dato forfait. Per fare un esempio concreto nel rovente pomeriggio dello scorso 27 aprile il treno Regionale 20431, che utilizza 7 carrozze Vivalto nel tratto da Milano per Piacenza, aveva, per ammissione dello stesso controllore, oltre il 50% delle carrozze con il condizionamento guasto (ricordiamo che sono carrozze nuove di pacca). Ovviamente i finestrini erano bloccati e potevano essere aperti solo dal controllore, ma quest’ultimo informava che al piano superiore devono restare chiusi per evitare l’eccessiva turbolenza d’aria che si viene a creare quando si aprono. Così su un treno nuovo fiammante decine di viaggiatori se ne stavano accalcati sotto un soffitto basso e rovente, senza aria condizionata e con i finestrini chiusi. Stessa sorte alle porte di intercomunicazione ad apertura comandata da un pulsante: il 50% su quel treno non funzionava e le porte andavano aperte con fatica a mano.

Insomma come sempre le cose per i pendolari cambiano ma in peggio. E’ triste vedere che oltretutto questi nuovi materiali sono stati acquistati utilizzando anche soldi generosamente offerti dalla Regione, ovvero di noi cittadini. Così dei circa 1100 spaziosi posti a sedere che un tempo venivano garantiti dalle 13 carrozze di ogni treno Interregionale si passa agli 850 scomodi e disagiati di un Vivalto a 7 carrozze. L'importante però è far credere ai viaggiatori che loro andranno a stare meglio, viaggeranno con tanto comfort e affidabilità grazie a questi nuovi doppio piano ideati da qualche provetto ingegno del settore ferroviario la cui unica cosa di superlativo che hanno è probabilmente il costo.

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