Piacenza bistrattata (4/4/2004)

Una delle stazioni più invidiate dai pendolari piacentini diretti a Milano è certamente quella di Codogno. Non tanto per la maggior vicinanza al capoluogo lombardo, quanto per l’elevato numero di treni che vi prestano servizio e per l’elevata velocità degli stessi nel tratto fino a Milano. Questo avviene principalmente perché Codogno si trova al crocevia delle linee per Mantova e Bologna. La posizione favorevole ne fa una stazione privilegiata, particolarmente ricca di servizi ferroviari. Purtroppo per i pendolari piacentini questo si traduce in un elevato numero di fermate a Codogno e in lunghe soste fuori da quella stazione, anche di treni Interregionali, che a Codogno subiscono quotidianamente le precedenze di altri treni. Da una nostra indagine di fine 2002, basata su dati forniti da Ferrovie, Provincia di Piacenza e Regione Emilia, emergeva che nonostante Codogno avesse il 14% (un settimo) dei viaggiatori piacentini, disponeva di più treni per Milano, più veloci e con cadenzamenti talvolta estremamente ravvicinati (fino a due treni IR o Diretti nell’arco di 5 minuti).   
Tutto ciò non vuole certo sollevare una polemica tra poveri pendolari, anche perché i colleghi di Codogno subiscono come noi i tanti disagi delle ferrovie.
Questa disparità di servizi tra le stazioni di Piacenza e Codogno ha comunque dato vita ad una leggenda che circola tra i pendolari piacentini. La leggenda narra di un dirigente FS che, utilizzando la stazione di Codogno, influisce sulla formulazione degli orari per privilegiare le proprie esigenze.
Qualche tempo fa, parlando con un dirigente lombardo, abbiamo raccontato i perenni disagi e peggioramenti imposti dalla dirigenza lombarda ai servizi per i piacentini. Il dirigente ha negato che le ferrovie lombarde trascurino i viaggiatori piacentini, dicendo che proprio lui viaggia sulla linea Piacenza – Milano. Alla nostra richiesta di specificare il tratto di linea utilizzata, ci siamo però sentiti più volte rispondere che quello era un dettaglio senza importanza. Dopo nostre insistenze il dirigente ha affermato di scendere alla stazione di Piacenza. Anche quella risposta è stata ribadita più volte, ma senza convincerci, dato che il suo accento tradiva una diversa provenienza. Messo alle strette il dirigente ha infine ammesso di utilizzare la stazione di Codogno e non quella di Piacenza.
Tutto ciò è certamente frutto di una coincidenza e non è certo lui la figura narrata nella leggenda. Lo invitiamo però a non spacciarsi per pendolare piacentino se questo non è vero e soprattutto a non venirci a raccontare che Piacenza è tenuta in considerazione dalle ferrovie lombarde allo stesso modo delle altre province lombarde.

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