Inutili disagi per i pendolari piacentini   (23/1/2005)

Il giorno 21 gennaio il treni interregionale IR2137 in partenza alle 18.00 da Milano Centrale accumulare i primi 10 minuti di ritardo nei primi 4 Km. Il numero di carrozze è, come sempre, molto inferiore a quello previsto, e profumatamente pagato, dalla Regione Emilia. Essendo venerdì il treno è ancora più affollato con le persone in piedi in mezzo ai corridoi. Dopo altri 6km si arriva a Rogoredo. Il ritardo è salito a 15 minuti e moltissimi pendolari si accalcano alle porte tanto che il treno è stracolmo e le persone ancora a terra corrono da una carrozza all’altra con la speranza di trovare un predellino libero sui cui salire. Subito dopo la partenza da Rogoredo, l’altoparlante annuncia che il treno effettuerà tutte le fermate del percorso per sopperire al ritardo di altri due treni regionali delle ferrovie lombarde diretti a Piacenza.
Per le ferrovie lombarde l’usanza di declassare i treni interregionali per risolvere i disservizi e le inefficienze del loro servizio è ormai un’abitudine consolidata, anche perché la Regione Emilia non sembra intenzionata ad intervenire, ovviamente fino a quando i pendolari non si stancheranno di questa situazione.
Dopo aver compiuto tutte le 11 fermate intermedie il treno interregionale arriva a Piacenza con ancora molte persone in piedi e con 45 minuti di ritardo. Ha impiegato 1 ora e 40 minuti per percorrere 72Km, alla fantastica media di 43Km/h.
Le sorprese però non sono finite. Sui tabelloni della stazione entrambi i treni regionali, per cui il treno IR era stato declassato, si trovavano subito dietro e stavano anch’essi arrivando a Piacenza.
Sorge spontaneo chiedersi per quale ragione oltre un migliaio di viaggiatori, soprattutto piacentini, abbiano dovuto subire un ritardo di 45 minuti senza alcun motivo. Chi sarà mai quel dirigente delle ferrovie che si è permesso di autorizzare una tale inutile operazione e se riceverà mai una sanzione disciplinare per il danno arrecato a tantissime persone per la colpa della sua decisione insensata.
Tutto questo dimostra ancora una volta la scarsa serietà con cui le ferrovie operano sulla pelle di migliaia di pendolari piacentini, con buona pace delle amministrazioni che fino ad ora non hanno fatto nessun atto concreto per ristabilire un servizio ormai in totale rovina.

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