I risultati dell'incontro in Provincia con le ferrovie (15/7/2008)

Il giorno 14 luglio si è tenuta presso la provincia di Piacenza una riunione con Ferrovie, Regione, Comune e pendolari per parlare sia dei disservizi ferroviari degli ultimi tempi che per affrontare lo spinoso nodo dell’utilizzo della tratta ad alta velocità per i pendolari.
Abbiamo fatto presente che sono svariati anni che ripetiamo ed elenchiamo gli stessi disservizi e tutte le volte come in un disco che si è incantato ci sentiamo rispondere da Trenitalia che le cose stanno migliorando. Si è parlato di carrozze chiuse, porte guaste, finestrini bloccati, condizionamenti e riscaldamenti non funzionanti, emettitrici di biglietti rotte da mesi alla stazione del Fiorenzuola, che inoltre non ha più una biglietteria presidiata durante tutte le ore della giornata e chiuderà nelle settimane estive. Si è anche parlato ovviamente di ritardi, di mancanza di informazione durante i disservizi e anche del disagio che vivono alcune stazioni pendolari che dalla riforma del 2005 sono rimaste senza un decente servizio ferroviario, ma solo con treni regionali lentissimi.
A valle di tutto questo ci siamo concentrati sui motivi per cui la linea storica, su cui le ferrovie vogliono mettere i treni pendolari una volta aperta la TAV, non rappresenta la soluzione degli attuali disservizi ma semmai il loro inasprimento. Abbiamo fatto presente che nel tratto tra Tavazzano e Rogoredo la TAV è già in funzione, ma nonostante questo le code dei treni ci sono come e più di prima. È semplice da capire, basta avere un treno che fa tutte le fermate davanti e questo obbliga tutti a mettersi in coda. Non parliamo del rischio degli scambi che si guastano o dei treni in manovra nelle stazioni, degli incroci con altre linee che si innestano sulla Piacenza - Milano e che, essendo lombarde, hanno la precedenza sui nostri treni. Abbiamo fatto presente che ci sono migliaia di pendolari che ogni giorno si spostano da Parma, Fidenza, Fiorenzuola e Piacenza a Milano; che senso ha farli transitare su una linea più lunga e più lenta. Con questo non vogliamo dire che non debba esserci un servizio verso le stazioni lombarde, semplicemente che se una grossa parte di pendolari ha l’esigenza di raggiungere velocemente Milano la soluzione più logica è farli passare sulla tratta ad alta velocità. La forza di questa richiesta sta nel fatto che c’è un accordo firmato dalle ferrovie che prevede che le stesse ferrovie concordino con Comune e Provincia i servizi da inserire sulla TAV per sopperire ai bisogni del territorio.

Incredibile è stata la risposta delle ferrovie a questo punto. Dapprima ha cercato di dire che la tratta tra Piacenza e Rogoredo è a 25000Vac e non può essere percorsa dai treni pendolari. Falso perché per certo il tratto tra Tavazzano e Rogoredo è con i soliti 3000Vdc e comunque il problema non è dei treni, ma semmai solo delle motrici, basta metterci quelle giuste. Poi ha concluso dicendo “comunque non abbiamo treni pendolari che possono viaggiare sulla linea ad alta velocità” e quindi i vostri treni sulla TAV ve li dovete scordate. A dire questo il responsabile di Trenitalia per la regione Emilia-Romagna. Si è dimenticato che una decina di anni fa i suoi predecessori avevano firmato un accordo-contratto vincolante che all’epoca prevedeva molti benefici per le ferrovie, quali la concessione del transito e della realizzazione dell’alta velocità sul territorio piacentino, con l’obbligo di sdebitarsi all’atto dell’entrata in vigore della suddetta prevedendo opportuni servizi, tra cui la possibilità di definire il transito di alcuni treni sulla TAV. Le ferrovie hanno fatto valere l’accordo per quanto interessava loro, mentre ora ci dicono candidamente di arrangiarci perché loro i treni non li hanno. Niente paura abbiamo un accordo con valore legale firmato da provincia e comune ci aspettiamo che gli amministratori locali pretendano la sua immediata applicazione. Invece rimaniamo di stucco quando l’assessore ai trasporti della provincia dice: “ringrazio le ferrovie per aver chiarito che i treni pendolari sulla TAV non ci saranno”. Ma come proprio colei che dovrebbe difendere gli interessi dei cittadini, accetta supinamente la volontà della controparte di chiudere il contratto senza pagare gli oneri dovuti? Speriamo sia stato solo un gesto di gentilezza nei confronti dei dirigenti FS presenti, che si erano presi tanti accidenti e critiche da tutti i presenti. Sarebbe come se l’assessore appaltasse la costruzione di un ponte e dopo aver pagato in anticipo l’opera, si sentisse dire dal costruttore: “il lavoro finisce senza ultimare il ponte perché non ho la ruspa”. Possibile che l’assessore a quel punto lo ringrazi per la sua chiarezza? Certo che no, ci aspetteremmo che lo prenda per il bavero e gli faccia ultimare i lavori già pagati. Ed infatti anche l’assessore ha ammesso che il contratto ha una sua validità e che ci troveremo entro luglio per discuterne.

Vale la pena segnalare anche qualche chicca offerta da sempre divertente manager F.S. che ad un certo punto parlando della chiusura della biglietteria di Fiorenzuola ha affermato “chiudiamo le biglietterie per far concorrenza al trasporto su gomma”. Voleva dire che in questo modo riducono i costi per avere prezzi concorrenziali, il che è tutto dire perché con i costi della benzina loro partono già enormemente favoriti. Si è dimenticato però di riflettere sul fatto che se uno entra in stazione e trova la biglietteria chiusa torna subito a prendere l’automobile.
Un’affermazione che invece ci ha molto preoccupato è stata sentire che con la linea storica dedicata ai pendolari si avrà una maggiore “regolarità” del servizio. “Regolarità” una parola che abbiamo avevano già utilizzato nell’inverno 2005 per giustificare il rallentamento di molti treni pendolari in nome di un di un miglior servizio che non è mai arrivato. Non vogliamo sentir parlare di “regolarità” ma di “velocità” del servizio. Purtroppo invece sembra che la parola velocità non faccia più parte del vocabolario FS.

Ha parlato infine l’assessore ai trasporti della regione Alfredo Peri. Dapprima ha dato qualche bacchettata alle ferrovie appoggiando alcune richieste dei pendolari relativamente ai disservizi. Peccato che faccia sempre così, ormai non sappiamo più se lo dice perché ci crede o solo perché fa parte del suo ruolo. Poi anche lui ha detto la TAV per i pendolari ce la possiamo scordare. Un bell’aiuto e sostegno a noi viaggiatori, degno di una regione che si professa accanto ai cittadini, magari anche di quelli più deboli. Al di là di questo però siamo stati colpiti dall’aver notato per un attimo Peri comportarsi come uno di noi. Anche lui angustiato da un problemino che non ha resistito a non sollevare. Ha così citato i nuovi tabelloni di segnalazione posti nelle piccole stazioncine (non lo ha detto esplicitamente, ma si è capito che si riferiva ad una che conosceva molto bene, probabilmente la sua). Qui marchingegni hanno funzionato per qualche tempo in maniera provvisoria ma comunque utile, dopo di che, poche settimane dall’installazione, si sono spenti del tutto: alla faccia dell’investimento. In quella veste di pendolare puro che, anche sotto i freddi panni dell’assessore, ha avuto la forza di uscire allo scoperto e togliersi quel sassolino dalla scarpa, ci è piaciuto. Se anche lui è arrivato a fare una segnalazione di tipo personale in una riunione pubblica vuol dire che di cose che non vanno in ferrovia ce ne sono davvero tante. Che sia l’inizio della redenzione dell’assessore Peri? Non lo sappiamo, ma non mettiamo limiti alla provvidenza.

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