Incontro col ministro dei trasporti Bianchi: un fallimento totale (17/5/2007)

Fallimentare è stato l'incontro con il ministro Bianchi tenutosi oggi pomeriggio al Palazzo Gotico. Nessuna delle nostre richieste è stata accolta e per la verità molte non sembrano essere state nemmeno ascoltate, dato che molte affermazioni del ministro erano le solite frasi generiche che riempiono l'aria di suoni, ma non di contenuti. Impressionante la faccia tosta delle ferrovie che nella presentazione hanno tirato fuori i loro ben poco credibili e autoreferenziali risultati sulla puntualità e su "la customer", termine ripetutamente utilizzato con disinvoltura dal consumato manager FS Sig. Laguzzi per indicare la soddisfazione delle clientela (in inglese "customer satisfaction"). Ovviamente tutte le affermazioni sono state da noi puntualmente contestate. Tra i vari sproloqui proferiti le solite promesse di miglioramento che si susseguono da anni senza alcun riscontro reale.
Il ministro, come temevamo, ha confermato che il governo finanzierà con ricchi investimenti il parco rotabile. Non ha minimamente ascoltato il nostro invito a trovare prima i responsabili dei tanti sprechi da noi segnalati e a verificare preventivamente che quei soldi non finiscano nei soliti appalti FS per cose ipercostose, inutili (vedi i bar sugli interregionali), con il guasto facile come i condizionamenti sui treni, compresi quelli dei nuovissimi Vivalto, o non funzionali (vedi sedute, poggiatesta e portabagagli dei nuovi treni).
Abbiamo potuto verificare che c'è totale sintonia tra il ministro che spende i soldi pubblici e le ferrovie che li succhiano come in un pozzo senza fondo. E' una storia già vista con l'amministrazione regionale. Intanto a pendolari e viaggiatori concretamente non ci pensa nessuno. Il ministro ha persino negato che vi siano stati degli aumenti tariffari legati a sue autorizzazioni. Ovviamente ha proposto il solito tavolo di incontri per risolvere i problemi. Ne parlava già l'accordo Vaciago-Necci del '95, quello che Reggi si era impegnato a far rispettare. E' il solito metodo per mostrare che Loro intendono ascoltare i pendolari, tanto poi fanno quello che vogliono. Gli rispondiamo subito che le nostre richieste le hanno già da anni, se vogliono esaudirle non servono tavoli, ma solo la volontà di leggerle e di attuarle.

Durante la nostra presentazione i giornalisti sono stati esclusi dall'incontro, sono stati fatti entrare solo alla fine, quando parlava Trenitalia. A nostro giudizio una grave mancanza di trasparenza che non depone a favore degli organizzatori. Chi fosse interessato può comunque scaricare la nostra presentazione: file zip prima parte 590Kb, e seconda parte 820Kb.
Appena il Comune ci fornirà la registrazione audio dell'incontro provvederemo a rendere disponibile anche il relativo file mp3.

Alla fine ci siamo tolti un sassolino dalla scarpa chiedendo al Ministro di sostituire questa dirigenza, fatta di venditori, con persone aventi adeguate competenze tecniche. Se tutti insieme chiediamo che le classi dirigenti siano selezionate in base alla preparazione e non con nomine politiche o pressioni di vario genere, riusciremo a cambiare le cose.

Registrazione integrale incontro con Ministro Bianchi (22/5/2008)

Ad un anno di distanza siamo finalmente in grado di rendere disponibile la registrazione audio (fornitaci dal Comune) dell'incontro con l'allora Ministro dei trasporti Bianchi. L'incontro è stato tenuto, contro la nostra volontà, a porte chiuse e i giornalisti sono stati fatti entrare solo quando parlavano le ferrovie. Se volete sentire integralmente quello che abbiamo detto, che non è stato riportato dalla stampa, potete scaricare i seguenti due file.
Ministro_Bianchi_PC_17_5_07_1di2.mp3 (7.3Mb)
Ministro_Bianchi_PC_17_5_07_2di2.mp3 (7.3Mb)

E adesso che succede? (10/6/2007)

La visita del ministro dei Trasporti Bianchi del 17 maggio scorso ha dimostrato ancora una volta, se mai ve ne fosse stato bisogno, quanto sia lontana la politica dal potere vagamente comprendere, e quindi dare risposte ai bisogni reali dei cittadini.
Più o meno quanto è distante il beduino del deserto del Sahara dall’eschimese del Polo Nord per usi, costumi e necessità.
Con il distinguo, però, ed alquanto aggravante, che se quanto avviene e si concerta tra le dune in tema di cous-cous non riguarda la politica del pesce crudo tra gli igloo, quello che invece viene deciso a Roma tra Ministero ed FS attiene, eccome, alla vita ed al portafoglio del pendolare piacentino.
Tralasciamo per pietà di commento il tentativo malriuscito di procrastinare a data da destinarsi una visita (che doveva avere luogo a febbraio) al solo fine di farla diventare spot elettorale, venendo effettuata la settimana antecedente alla prima tornata del voto amministrativo.
Soprassediamo alla poco urbana e democratica decisione di mantenere l’incontro a porte chiuse durante la presentazione/denuncia effettuata dalle nostre Associazioni, per poi ammettere la stampa (alquanto arrabbiata a riguardo, ci risulta) mentre il rappresentante di Trenitalia , l’ineffabile Laguzzi, sciorinava i dati della "Customer Satisfaction" provenienti dalle FS (Ferrovie Siderali) del pianeta Papalla.
Gettiamo un velo di silenzio sui tardivi ravvedimenti (di sapore alquanto elettorale) della Provincia, che dopo quasi due anni di silenzio si accorge che i suoi cittadini (e non sono pochi, un bel 10.000 voti…) hanno un qualche problemino di mobilità ferroviaria insostenibile, e senza avere appoggiato il nostro ricorso al Tar (cosa cui comunque seppur tardivamente, dopo una pressante azione ai fianchi da parte nostra, il Comune di Piacenza si è associato) si candida come capofila della crociata prefettizia di maggio, volta ad avere finalmente il ministro a Piacenza.
Ma non possiamo lasciare passare sotto velina l’inqualificabile pantomima del ministro, di cui le istituzioni a tutti i livelli presenti all’incontro (Presidente della Provincia, Sindaci vari, Prefetto, Questore, Comandante Provinciale dei Carabinieri, etc..), sono state testimoni.
Ci eravamo adoperati per tempo (sin dal dicembre 2006) e successivamente per altre due volte, nel fornire al Sindaco di Piacenza completa ed esauriente documentazione (scritta in italiano corretto) dei problemi e delle richieste dei pendolari piacentini.
Questi documenti erano stati trasmessi (l’ultima volta, e sempre gli stessi, addirittura portati a Roma) con largo anticipo, in maniera tale che il funzionario dello stato potesse quantomeno prenderne visione, contattare gli alti papaveri delle FS (peraltro suoi sottoposti in termini di vigilanza e controllo) e chiedere conto di ritardi, sporcizia ed ammennicoli vari.
In modo tale da presentarsi a Piacenza, non dico con una valigia di soluzioni, ma quantomeno con uno zainetto contenente risposte.
Abbiamo invece potuto sperimentare e constatare l’assoluta ignoranza del ministro in materia, ovvero la dimostrazione che nulla di quanto da noi inviato era stato letto ed analizzato. Conseguenza pratica: bagaglio delle risposte/soluzioni desolatamente vuoto.
Il tutto, dopo un’allocuzione filosofica sul nulla ed una pontificale dissertazione sui massimi sistemi che ci ha lasciati sconcertati: ci siamo trattenuti dall’abbandonare la sala solo per rispetto ed educazione nei confronti di chi si era impegnato in prima persona (leggi: attuale Sindaco) per addivenire all’incontro.

In aggiunta, due comico/agghiaccianti dichiarazioni.
La prima relativa di nuovo all’ignoranza del Ministro circa l’esistenza degli aumenti di febbraio per le tariffe relative ai treni interregionali e regionali (dopo che con dichiarazioni scritte del Succitato questa eventualità non si sarebbe dovuta verificare, ed avrebbe riguardato solo Eurostar ed InterCity) da lui stesso autorizzati con comunicazione scritta !!!
Quindi la conferma che la mano destra, soprattutto a certi livelli, non sa quello che fa la sinistra, ma soprattutto che come al solito la dichiarazione d’intenti del lunedì viene smentita dal provvedimento del martedì, fatto molto spesso passare sotto silenzio, le classiche due righe scritte in piccolo nella cronaca.
Naturalmente al ministro verranno fornite copie degli abbonamenti rincarati, quelle stesse già da mesi in mano agli organi di stampa.
La seconda concernente il faraonico piano industriale per il quale il reiterato proclama dei "1.000 treni in 5 anni" ha nel numero dei convogli una "cifra simbolica" (pregasi ascoltare la registrazione dell’intervento, non abbiamo sentito male) !!!
Che il numero dei convogli (si badi bene, 1.000 treni e non 1.000 vagoni) in tale lasso temporale fosse una boutade, che tanto ricorda vecchi proclami del ventennio (ma i tempi di percorrenza dei treni sono gli stessi di quel periodo…) non poteva sfuggire al pendolare "scafato" ma non solo.
Se si pensa che si tratterebbe di avere 20 treni nuovi al mese pronti all’esercizio, ogni mese per 60 mesi di seguito, e che i suddetti non si comperano dal concessionario come le automobili, ma richiedono progettazione, ordinazione, esecuzione e prove prima della messa in esercizio (in media 2 anni dall’ordine) si capisce che qualcosa non quadra.
Soprattutto se ci si si confronta con la notizia di ieri, per la quale forse a giorni, ma con 4 anni di ritardo, verranno consegnati in numero di 3 (nemmeno tutti quelli previsti) alle Ferrovie Nord dei convogli (i cosiddetti supertreni TSR) che dovrebbero cambiare la vita (si fa per dire… ) dei pendolari che ogni giorno sbarcano in piazzale Cadorna a Milano.
Produttore l’Ansaldo Breda, uno dei pochi rimasti a livello europeo, che ha rischiato seriamente per questa catastrofica gestione della commessa (gara vinta a fine 2002, il contratto siglato a giugno 2003, ma tre anni e mezzo per avere le prime consegne non sono bastati, su di una fornitura complessiva prevista di 41 convogli).
Un poco meno simbolici sono i 6,5 miliardi di € (non di noccioline…) con i quali vi sarebbe la soluzione a tutti i mali delle italiche rotaie, e che vengono a gran voce questuati da Moretti e soci, e che sono associati a tagli di tratte considerate "improduttive", riduzioni di personale ma soprattutto aumenti dei costi delle tariffe.
Perché di questo che si tratta, in pieno FS style.

Per inciso, come ultima perla dell’altro ieri, una gocciolina nel mare dell’indifferenza verso i clienti, la soppressione del servizio di invio gratuito degli SMS informanti i ritardi dei treni. Ovvero, la beffa paradossale di dovere pagare (!!!) per potere sapere via telefonino che il treno che di solito prendo sarà come al solito in ritardo.
Ma tornando alla domanda iniziale, adesso che succede ?
Dopo avere raggiunto il vertice massimo della piramide gerarchica ed esserci scontrati con un muro di gomma, dopo che la richiesta fattaci di protestare civilmente e perseguire la strada del dialogo ("per carità, non scendete sui binari come vi ho detto che avrei fatto io se…" – altra promessa di campagna elettorale vecchia di 5 anni) ci ha dato come risultato tangibile il nulla assoluto, dove andiamo e cosa facciamo ???
Noi non abbiamo intenzione di continuare a subire passivamente le migliaia di minuti di ritardo mensili, la sporcizia e l’inefficienza, né tantomeno di vedere sprecati danari pubblici delle nostre tasse per acquistare convogli (tipo i Vivalto) che qualcuno non vuole e qualcun altro, ma non la Regione Emilia-Romagna, dovrebbe comprare (vero Errani? che non ci hai mai voluto incontrare e ti presenti anche tu a Piacenza, ovviamente in piena campagna elettorale, mentre noi a quell’ora si lavora e non si può nemmeno avere la soddisfazione di dirtene quattro!) continuando a non controllare le ignobili prestazioni fornite rispetto ad un Contratto di Servizio che giornalmente viene irriso.
Siamo in tanti, e fortemente incazzati (che si frigga per un attimo il bon ton) e vorremmo fortemente una risposta a questa domanda.
Che si faccia da parte, per favore, chi ha parlato e parla a vanvera, ricordandosi dei pendolari solo quando i voti fan comodo, e venga avanti chi ha risposte e soluzioni.
Ma che faccia presto, che ormai è tardi.

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