Anche con gli Eurostar le cose non vanno meglio (19/7/2003)

Con i treni pendolari si sa che il viaggio non è sempre confortevole, vi sono carrozze chiuse, porte bloccate, riscaldamenti guasti, sedili sfondati e finestrini che non si aprono o non stanno chiusi. Anche per i treni di classe superiore però le cose non vanno meglio. Ecco le sorprese riservate da un viaggio in Eurostar Piacenza-Bologna-Roma e ritorno.

La prima cosa che si nota prendendo posto su un Eurostar (in seconda classe) è la scomodità nell'accedere al proprio sedile. Ogni posto infatti ha di fronte un piccolo tavolo fisso che limita lo spazio disponibile e riduce la libertà di movimento creando uno sgradevole senso di claustrofobia. Per chi è alto non vi è lo spazio per le ginocchia a meno di non tenere il proprio tavolino e quello del passeggero di fronte, sempre aperti. La presenza del tavolo limita anche la possibilità di muovere o stendere le gambe, specie se si è costretti a tenere i bagagli tra i piedi perché non vi è posto altrove. Anche la larghezza dei sedili è ridotta: 46cm contro i 48 cm dei treni interregionali.
Alla faccia del comfort lo schienale ha una sezione a V e si ha l'impressione di stare seduti contro un angolo. I poggiatesta hanno una curvatura inesistente, quando si appoggia il capo per riposarsi la testa tende a rotolare ad ogni ondeggiamento del treno.

Con il treno in movimento a volte è presente una forte vibrazione in tutta la carrozza, un po' come quella che si avverte sui vecchi autobus quando si fermano al semaforo, ma molto più accentuata. Le oscillazioni fanno vibrare anche i tavolini con tutto ciò che vi è sopra.
Alcuni rivestimenti interni, in prossimità dei portabagagli sono visibilmente fessurati. E' strano che il progetto di un treno che viaggia ad oltre 250Km/h tolleri la presenza di vibrazioni così forti e fessurazioni, anche se solo nei rivestimenti interni (la struttura portante ovviamente non è visibile al passeggero).

A volte si vedono dei treni Eurostar a cui mancano alcune piastrelle di rivestimento sulla copertura esterna, un po' come accade per lo shuttle! Viene da chiedersi dove siano finite e soprattutto cosa succederebbe se una si staccasse proprio mentre il treno transita in stazione in mezzo ai tanti passeggeri in attesa sui marciapiedi.
Dove mancano i pannelli sono ben visibili le tracce a forma di X della colla usata per attaccarli. Viene da pensare che forse l'aggiunta di qualche vite, anche se più costosa e meno bella da vedere, darebbe qualche garanzia in più sul fissaggio dei pannelli.

In uno dei servizi igienici manca l'acqua e, nel nostro caso, in entrambi i bagni della carrozza su cui si viaggiava non c'era il sapone; nella carrozza vicina pure! Ci si è dovuti spostare di due carrozze per trovare il sapone nella toilette.
Un leggenda narra che una signora abbia visto uscire dal rubinetto una sostanza di color marrone che nulla aveva a che fare con l'acqua, ma questo è davvero difficile da credere anche per noi.

All'arrivo anche la puntualità non è rispettata, questo nonostante la linea sgombra che viene fatta trovare agli Eurostar, a tutto danno dei treni pendolari. Per fortuna in questo caso, per forti ritardi, c'è la possibilità di farsi rimborsare una parte del biglietto: un piccola soddisfazione che però non sempre ripaga i disagi subiti.

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