Continuano i disagi per i pendolari piacentini (31/5/2005)

Purtroppo sono ancora molti i disagi causati dalla cattiva gestione del sistema ferroviario nel tratto Piacenza Milano. Le ferrovie lombarde continuano a gestire quella tratta come “cosa loro” e gli esempi si toccano con mano ogni giorno con le tante precedenze che i treni Interregionali emiliani subiscono dai treni lombardi. Le tracce orarie, ovvero gli orari, i percorsi e le fermate dei treni, vengono costruite dalla Lombardia su misura per il servizio ferroviario lombardo sfavorendo sistematicamente i pendolari emiliani e piacentini in particolare. I tempi di percorrenza dei treni emiliani sono stati aumentati nel corso degli anni con l’introduzione di rallentamenti a favore dei treni lombardi. In caso di code, causate da ritardi, i treni IR sono considerati con la priorità più bassa. Il giorno 24 maggio 2005, ad esempio, l’IR2139 (in partenza alle ore 18.50 da Milano) è arrivato a Piacenza alle 20.15, con oltre 25 minuti di ritardo, perché è stato mantenuto in coda ad un regionale lombardo in ritardo che lo precedeva. Questa regola non vale però per i diretti della Lombardia a cui, in casi analoghi, viene concesso di sorpassare perfino i treni interregionali emiliani. Stessa cosa dicasi per la scelta delle tracce orarie. Le tracce sulla linea veloce, con meno fermate e soprattutto quelle che non incrociano i treni a lunga percorrenza, sono tutte per i treni lombardi. Ai pendolari piacentini toccano invece: la linea lenta tra Melegnao e Milano Rogoredo, le fermate in stazioni intermedie, anche molto piccole, precedenze ad altre linee minori, e soprattutto i malefici intrecci o le pericolose vicinanze ai treni a lunga percorrenza che obbligano a sfinenti soste forzate durante il viaggio. Il tutto con il risultato di avere tempi di percorrenza da ciclomotore.
Quando poi, per sopperire a mancanze o ritardi dei treni lombardi, si deve declassare un treno a regionale o si devono aggiungere delle fermate intermedie, sono i treni Interregionali emiliani ad essere scelti, non certo gli equivalenti lombardi.
Sebbene in questa stagione l’effetto sia meno evidente, continua anche la mancanza di carrozze. I treni viaggiano quasi sistematicamente con un numero di carrozze utilizzabili inferiore a quanto dovrebbe essere garantito. Il motivo, dicono, è la sicurezza dei viaggiatori, perché due soli controllori non possono sorvegliare oltre un certo numero di carrozze. Peccato però che a volte capiti di vedere il controllore rintanarsi proprio in quelle carrozze chiuse, dopo aver bloccato tutte le porte di accesso ed aver lasciato così i viaggiatori in balia di se stessi. Alla faccia della sicurezza. Un fatto analogo è successo il giorno 25 maggio 2005 sull’IR 2124 (8.03 da Piacenza per Milano) con il controllore di coda che, nel tratto tra Piacenza e Milano Rogoredo, si è chiuso nell’ultima carrozza, ha bloccato la porta di intercomunicazione con la carrozza vicina e si è messo in una posizione dove non era visibile dall’oblò della porta di intercomunicazione. Cosa avrà dovuto fare di tanto importante per impedire ai viaggiatori di avvicinarlo? E se fosse successo qualcosa che avesse richiesto la sua presenza a chi si sarebbero dovuti rivolgere i viaggiatori?
Tutte queste inefficienze, oltre al disagio, producono anche danni economici ai viaggiatori. Nella migliore delle ipotesi, solo per i ritardi di 20 minuti al giorno tra andata e ritorno, le ferrovie rubano ad ogni pendolare oltre 70 ore ogni anno, l’equivalente di due settimane di ferie. Questo corrisponde a svariati miliardi di vecchie lire all’anno persi dai soli pendolari piacentini.
E’ infine giusto ricordare che tutto ciò avviene con la connivenza della Regione Emilia Romagna, che invece impegnarsi a portare avanti le legittime richieste dei pendolari, e richiedere una giusta controparte ai tanti miliardi di lire spesi per pagare il servizio ferroviario, preferisce inchinarsi alle decisioni che vengono prese dalla Regione Lombardia e dalle ferrovie.

Ritorna all'indice