Troppa burocrazia nel passaggio delle informazioni (28/3/2007)

Nel corso dell’incontro con le amministrazioni locali del 21 di marzo siamo venuti a conoscenza di un precedente incontro avvenuto lo scorso dicembre tra il Sindaco Reggi e l’Ing. Moretti, amministratore delegato di Trenitalia. Il Sindaco ha presentato per noi le richieste relative al ripristino immediato dei treni Interregionali e alla possibilità di utilizzare, quando sarà ultimata, la linea ad alta velocità per i collegamenti con Milano. Le risposte ricevute da Moretti sono state negative su entrambi i fronti. La TAV non sarà disponibile per i pendolari, e i treni Interregionali tolti a dicembre 2005 non saranno reintrodotti fino all’ultimazione del passante nel 2008, peraltro non è detto che saranno ancora degli Interregionali. A questo punto, stando a quanto ci è stato detto, il Sindaco ha accettato le risposte senza controbattere con argomentazioni tecniche che invece noi pendolari avremmo potuto fare.

Ci rendiamo perfettamente conto che un Sindaco non possa farsi carico delle competenze tecniche per un problema così specifico che oltretutto esula dai suoi incarichi di governo, proprio per questo motivo qualche anno fa era stata costituita la consulta dei pendolari. Forse l’aver avuto di fianco uno dei nostri rappresentanti durante l’incontro (anche se l’incontro non era incentrato sulle nostre richieste), avrebbe potuto equilibrare le competenze tecniche in campo. Invece anche quell’occasione si è trasformata nell’ennesima promessa futura, senza la possibilità di una replica diretta di noi pendolari. Si sarebbe dovuto ribattere a Moretti che se il sistema di treni Interregionali esisteva prima del dicembre 2005 non c’era bisogno di aspettare il completamento del passante. Il passante è un espediente per dilatare i tempi e per non modificare l’attuale sistema basato sui costosi Intercity. Per la TAV sorprende che un amministratore di Trenitalia neghi la possibilità di utilizzare delle tracce orarie che invece sono di pertinenza di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), tracce che potrebbero essere affittate da RFI a qualsiasi società che ne faccia richiesta. E’ poi veramente strano un diniego a fronte dell’esigenza concreta di migliaia di viaggiatori pendolari che dall’Emilia hanno necessità di spostarsi velocemente su Milano.

Con l’imposizione di Moretti quelle migliaia di persone saranno obbligate alle tante soste forzate fuori o dentro alle stazioni lombarde. A fronte di una così sentita richiesta, ci sembra doveroso che un servizio pubblico come quello ferroviario si adegui, decidendo almeno di studiare con serietà (le nostre analisi le abbiamo presentate già un anno fa) la possibilità di introdurre qualche treno pendolare sulla linea TAV tra Piacenza e Milano. Linea TAV che peraltro rischierà di rimanere sotto utilizzata visto che le ferrovie non hanno ad oggi il materiale per coprire tutte le tracce orarie e si rischierà di dirottare su quella linea, così pregiata in termini di velocità di collegamento, dei treni merci a cui poco importa di arrivare nel capoluogo lombardo in 30 minuti anziché in 60 o 90.
La diretta presenza della nostra associazione all’incontro con Moretti avrebbe forse aiutato a superare le ossequiose, e ingessate etichette tra dirigenti e politici, permettendo di controbattere alle riposte formali e generiche, ponendo con molta chiarezza tutte le questioni che ci stanno a cuore ed evitando i soliti rinvii e le false illusioni che ogni volta ci vengono propinate.

Riconosciamo al Sindaco di aver portato in quella sede le nostre richieste, ma riteniamo sia stato un errore non aver invitato un nostro rappresentante a quell’incontro. E’ anche giusto ricordare che i nostri problemi di trasporto ferroviario dovrebbero essere affrontati a livello provinciale e regionale. Purtroppo invece fino ad oggi la Provincia è stata in disparte dando l’impressione di farsi sentire più per un dovere formale che per una convinzione concreta. Non parliamo della Regione che si è schierata fin dall’inizio contro l’interesse dei pendolari piacentini, in favore delle scelte volute dalla dirigenza di Trenitalia.

Eppure per risolvere gli attuali problemi sarebbe sufficiente un incontro collaborativo tra le due controparti dirette: i pendolari, che conoscono i problemi e propongono le soluzioni, e coloro che all’interno delle ferrovie definiscono le tracce orarie. Fino ad ora abbiamo rifiutato di incontrare assessori regionali e dirigenti FS perché costoro non sono in grado di comprendere nel dettaglio le nostre richieste e danno giudizi senza avere le necessarie conoscenze dei problemi. In un lontano passato c’è stata la possibilità, anche per noi piacentini, di saltare tutti gli intermediari ed arrivare direttamente a chi a Milano progettava le tracce orarie. Grazie a quella collaborazione si sono ottenuti importanti risultati come i treni pendolari che ora partono alle 17.25 e delle 19.15 da Milano e che un tempo non esistevano affatto. Purtroppo ora i nuovi rapporti istituzionali impongono una serie di passaggi che hanno l’effetto di annacquare o stravolgere le nostre richieste, negando un contraddittorio tecnico. Così nei vari passaggi i treni Interregionali si trasformano in Regionali veloci, i tempi di percorrenza aumentano, i treni vengono dirottati sulle tratte lente e questioni che affrontate direttamente con la controparte tecnica potrebbero essere risolte in breve tempo, si trasformano in una torre di babele fatta di richieste non comprese o non volute comprendere, di bugie, di risposte approssimative e superficiali che finisce con l’affossare o travisare ogni nostra proposta.

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