Interrogazione parlamentare sugli aumenti tariffari (26/11/2007)

I parlamentari Barbi e Lovelli hanno presentato un'interrogazione al Ministro dei trasporti relativamente agli aumenti tariffari imposti da Trenitalia. E' il segno che le proteste che stiamo spedendo hanno sortito un primo effetto. Il testo dell'interrogazione e la relativa risposta sono inserite nel seguente file zip (55Kb).

Dal 1° novembre 2007 viaggiare costa ancora più caro (29/10/2007)

Con la conversione dei treni da Interregionali a Regionali, avviata nel dicembre 2005 e terminata lo scorso giugno, le ferrovie hanno concluso l’opera di metamorfosi dei treni Interregionali, ora ribassati a rango di “regionali”, per intenderci i locali o gli accelerati di un tempo. Tutto questo a dispetto delle continue rassicurazioni, per la verità poco credibili, che nel corso di questi ultimi due anni il nostro caro Peri, ragionier e grand assessor regional, sciorinava in tutte le occasioni. A dispetto del declassamento e della rimozione di molti treni Interregionali, che hanno prodotto un rallentamento medio dei tempi di percorrenza, e hanno pesantemente penalizzato i viaggiatori a cavallo delle regioni, le ferrovie hanno pensato bene di aumentare il costo di viaggio proprio per coloro che si trovano a dover varcare i confini regionali.

Come forse molti sanno, dopo gli aumenti di gennaio e quelli dello scorso agosto, legati all’adeguamento al tasso d’inflazione, dal prossimo 1° novembre le FS aboliranno l’uso della tariffa nazionale per i treni pendolari che viaggiano a cavallo di più regioni. Li hanno voluti chiamare “regionali” anziché “interregionali” sebbene viaggino tra Livorno e Milano, tra Bologna e Torino o tra Milano e Genova, perché con quella dicitura pretendono poter farci pagare le più care tariffe regionali. Tutto questo a dispetto del vincolo di usare la tariffa nazionale per tutti quei treni che, transitando in più regioni, effettuano un servizio sovraregionale. Stupisce il fatto che tutto ciò sia passato e stia passando sotto il silenzio di politici e amministratori, i cui assessori e assessorati ai trasporti, evidentemente, invece di tutelare i diritti dei cittadini, preferiscono girare la testa e far finta di niente.
Alla faccia della trasparenza, Trenitalia rende noto solo all’ultimo momento questa decisione, tanto che lo scorso 24 ottobre non era possibile avere alcuna informazione sulla nuove tariffe. A tutt’oggi il sito delle ferrovie, che dovrebbe fornire i costi degli abbonamenti ferroviari, non riporta alcuna cifra. Alle biglietterie in stazione, dopo interminabili file, visto che ora i viaggiatori sono costretti a rinnovare l’abbonamento solo nell’ultima settimana del mese, siamo riusciti ad avere qualche dato che conferma il pesante e ingiustificato aumento delle nuove tariffe.

Nel piacentino il problema è molto sentito dato che sono diverse le tratte ferroviarie che attraversano il confine, in direzione Cremona, Milano, Pavia, Torino e Genova. Persino la tratta su Parma potrebbe essere interessata dato che anche su quella tratta, facendo l’abbonamento da S. Stefano Lodigiano a Parma, si poteva utilizzare la tariffa nazionale. Il problema comunque non è solo piacentino, ma di tutte quelle aree che si trovano ad avere tratte con attraversamenti regionali. Se guardiamo una cartina geografica dell’Italia comprendiamo subito che riguarda una grandissima fetta dei viaggiatori ferroviari.

Come dicevamo però siamo in grado di fornire solo pochi dati sugli aumenti giunti da singoli viaggiatori o da qualche ferroviere che le divulga solo per gentilezza. Per la seconda classe Piacenza-Milano l’abbonamento settimanale a 19.50€ da Pontenure non si potrà più fare, resterà solo quello da Piacenza a 20.70€ (+6.2%). Il mensile passerà da 56.90€ a 60.90€ (+7%), l’annuale da 495€ (prezzo di luglio) a 569.10€ (+15%). Per quanto riguarda i biglietti non è ben chiaro se anche in questo caso venga abolita la tariffa da Pontenure che il giorno 26 ottobre su Internet costava 4.40€ contro i 4.95€ da Piacenza, significherebbe un bel +12.5%. Per Fiorenzuola le cose sono simili se non peggiori, con un aumento di 6Euro per l’aumento dell’abbonamento mensile di 2° classe su Milano e quasi 10Euro per quello di 1° classe, in entrambi i casi pari al +10%.

E’ sconcertante notare che il giorno 26 ottobre non veniva consentito stipulare un abbonamento annuale con decorrenza dal 1° ottobre (quindi con la vecchia tariffa vecchia). Il sistema informativo impediva questa possibilità. Tutto ciò a dispetto dei regolamenti vigenti e delle rassicurazioni degli addetti alla biglietteria fatte pochi giorni prima. Perché chi inizia a viaggiare il 26 di ottobre non può stipulare un abbonamento annuale da inizio mese come si è sempre potuto fare? Si potrà pensare che questi manager FS non sanno far funzionare il servizio ferroviario, ma quando si tratta di spolpare la gente sono più abili dei piraña. Inutile dire che in tutta questa storia il Crufer, pseudo comitato dei pendolari regionali, composto da un miscuglio di tesserati di partito e politicanti proni alla volontà regionale, non ha fatto la benché minima opposizione, anzi, per bocca del suo presidente ha persino giustificato l’operazione dicendo che l’aumento non è elevato.

Le ferrovie però non hanno aumento le tariffe, semplicemente costringono i viaggiatori a utilizzare altre tariffe più care. Con questo giochetto gli aumenti non ricadranno nemmeno sull’inflazione, con grande gioia per i nostri politici che a fine anno ci potranno dire soddisfatti che dobbiamo essere felici perché “l’inflazione è sotto controllo”.

Di fronte ad un sistema di potere che ormai spudoratamente tutela solo se stesso e la casta di coloro che ad esso servilmente si adegua, non resta che una forte risposta popolare. Sul fronte legale la nostra associazione sta valutando la possibilità di fare un nuovo ricorso per chiedere l’immediata sospensione dei nuovi aumenti. Questa volta però sarà un’azione più snella del vecchio ricorso al TAR che purtroppo giace ancora insabbiato in qualche ufficio della capitale. Essendo una questione nazionale abbiamo bisogno dell’appoggio di qualche coraggiosa associazione di consumatori disposta a sostenere la nostra impresa. Approfittiamo quindi per diffondere questo appello, che allarghiamo a tutte le associazioni pendolari apartitiche che intendano unirsi a noi. Invitiamo i cittadini e i viaggiatori ad opporsi a questo ennesimo sopruso per far capire a quella gente che c’è ancora qualcuno che non intende chinare il capo di fronte alla tracotanza dei potenti.

Indirizzi a cui protestare (aggiornati il 30 ottobre 2007)

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