Autonomia, Trasparenza e Coerenza a garanzia dei pendolari (24/2/2006)

A seguito della recente nascita dell’Unione Pendolari fondata dal sig. Gino Acerbi ci corre l’obbligo di esprimere alcuni chiarimenti e valutazioni in merito al ruolo dell’Associazione Pendolari di Piacenza e ai presupposti che da quindici anni la animano e dei quali ci consideriamo garanti di fronte non solo ai nostri associati ma a tutti i cittadini.
Allo scopo di fugare ogni dubbio sul carattere apartitico della nostra Associazione è utile ricordare le battaglie che essa ha, in passato, sostenuto contro l’amministrazione Vaciago, quando si è trattato di difendere gli spazi circostanti la stazione ferroviaria dalla cementificazione di BorgoFaxhall, riuscendo almeno a salvare, a caro prezzo, il parcheggio di via dei Pisoni. La successiva amministrazione Guidotti ha saggiato la nostra determinazione nel difendere la gratuità dei posti auto limitrofi alla stazione (che l'amministrazione voleva affidare in gestione allo stesso costruttore di BorgoFaxhall) nonché la disponibilità dei posti per cicli e motocicli in vista del prospettato trasferimento dell'autostazione da piazza Cittadella. Con quell'amministrazione arrivammo allo scontro aperto proprio in periodo preelettorale, quando l'esito delle urne assegnò poi a Reggi il ruolo di sindaco. Le relazioni tra la nostra Associazione e l’attuale amministrazione sono storia recente che ci ha visto a volte contrapposti, anche aspramente, e a volte uniti in un fronte in comune.

E' evidente come, soprattutto quando siano in gioco scelte pilotate da forti interessi economici e politici, pressioni altrettanto forti vengano esercitate su coloro che si oppongono ad esse. Forse per qualcuno questo rappresenta un modo di fare politica e, soprattutto, un'opportunità per perseguire anche il proprio interesse personale. Non per noi, a maggior ragione quando a pagare per l'interesse di pochi siano le migliaia di pendolari e utenti ferroviari. Così, purtroppo, ci può essere chi decide, ad un tratto, di avallare o comunque non osteggiare scelte come quella dell'ass. Peri a sostegno del nuovo orario ferroviario, in base al principio di quella che lo scrittore Paulo Choelo chiama "la fabbrica dei favori" e cioè sfruttare il proprio ruolo di rappresentante di altri pendolari per compiacere il politico influente.
E' il caso qui di ricordare come il sig. Acerbi non abbia esitato, in occasione delle scorse elezioni amministrative, a candidarsi per un partito politico e, solo dietro espressa richiesta del nostro Consiglio, abbia rassegnato senza remore le dimissioni da consigliere della nostra associazione salvo essere successivamente ed arbitrariamente reintegrato dalla allora presidentessa Chiodaroli, subito dopo che le poche preferenze ottenute non avevano garantito alcun ruolo amministrativo al buon Acerbi.
Quale migliore occasione per reinserirsi nei fervori della politica quale il ruolo di presidente del CRUFER che Acerbi ha ottenuto per tramite della nostra Associazione, ruolo al quale si è mostrato talmente attaccato da arrivare a fondare un movimento alternativo al nostro pur di non rinunciarvi. Le nostre divergenze dal CRUFER, espresse a maggioranza dal consiglio direttivo dell'associazione, sono dettate da due motivazioni di fondo: un discutibile cambiamento di rotta del CRUFER, che oggi promuove pericolose soluzioni di compromesso con l'ass. Peri contrariamente alla posizione di due mesi fa quando condannava inequivocabilmente l'operato dell'assessore giudicando totalmente inaccettabile il nuovo orario; seconda motivazione è la modifica allo statuto del CRUFER che ha comportato la soppressione dell'articolo che garantiva piena autonomia ad ogni suo componente, modifica a favore della quale ha votato lo stesso Acerbi (contro la scelta deliberata del nostro Consiglio Direttivo) e che di fatto rimuove l'unica esplicita garanzia di autonomia di ogni associazione appartenente, che rischia così di dover sottostare alle scelte di maggioranza del CRUFER, guarda caso quelle stesse scelte di connivenza con la politica dell'assessore Peri.

Noi comuni cittadini lamentiamo sempre più il divario tra politica e vita reale che vede troppo spesso i rappresentanti politici impegnati ad operare secondo logiche di potere trascurando le nostre necessità quotidiane. L’associazionismo rappresenta una possibile risposta dei cittadini a questa grave anomalia di potere offrendo uno strumento per controllare l’operato dei rappresentanti politici al di fuori delle strategie di partito, in aggiunta a quello strumento istituzionale, le elezioni, nel quale i cittadini sembrano riporre, con il passare del tempo, sempre meno fiducia.
Riteniamo che l’operato di un’associazione vada giudicato sulla base di tre presupposti fondamentali.
L’AUTONOMIA è il primo irrinunciabile presupposto. La nostra Associazione è autonoma nella misura in cui si è sempre impegnata a difendere gli interessi dei suoi associati (spesso coincidenti con gli interessi dell’intera collettività), libera da condizionamenti politici e/o economici, fondata sulla gratuità dell’opera prestata dai suoi sostenitori, non ultimo il contributo economico che in molti ci hanno liberamente offerto a sostegno della causa legale contro Trenitalia e la Regione Emilia-Romagna.
La TRASPARENZA quale garanzia di onestà. E' un presupposto imprescindibile quando si opera in rappresentanza di un gruppo di persone che hanno il pieno diritto di giudicare dell’operato di chi li rappresenta. La nostra Associazione è costituita da pendolari che vivono quotidianamente i disagi della totalità dei viaggiatori piacentini. I nostri soci e i nostri consiglieri hanno distribuito volantini, organizzato incontri e reso pubblico il proprio operato in tutti i modi a loro disposizione, tramite il proprio sito Internet e attraverso la stampa e le televisioni locali che hanno voluto ospitarli e dar loro voce.
La COERENZA è forse il presupposto meno evidente ma quello che richiede il massimo impegno di analisi delle scelte (per esempio dei nostri amministratori) e di sintesi di una strategia condivisa da perseguire con sacrificio di tempo e di nervi. L’ultima delle nostre battaglie, ancora in corso, è quella che ci vede impegnati, da luglio 2005, a fronteggiare il pessimo operato di una classe dirigente, quella di Trenitalia, dalle capacità annacquate dai formalismi, che persegue palesemente la strategia delle ‘operazioni di facciata’, presa in giro di tutti i viaggiatori ai quali racconta che il 95% dei treni sulla tratta Mi-Pc ha viaggiato nell’ultimo mese con meno di 5 minuti di ritardo e intanto fa viaggiare i pendolari in piedi sui costosi Intercity mentre parla di ‘servizio migliorato’.
La scelta di fronteggiare con coerenza e determinazione il disastro causato dal nuovo orario ferroviario ci ha sempre portato a richiedere - all'assessore Peri in primis - il ripristino del vecchio orario a garanzia di un serio processo di miglioramento del servizio onde evitare che si tenti, parafrasando Tomasi di Lampedusa, di "migliorare tutto per non migliorare nulla".
Lasciamo quindi ad ogni pendolare e viaggiatore di giudicare del nostro operato certi che chi vive sulla propria pelle i disagi che il servizio ferroviario ci riserva quotidianamente non hanno altra ambizione che arrivare ogni giorno a destinazione senza dover viaggiare sistematicamente in piedi su treni sporchi o guasti, in ritardo e magari costretti a pagare un supplemento di prezzo perché il treno è un Intercity.

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