Gli amministratori dell'Emilia Romagna stanno al fresco... (17/7/2006)

In questi giorni gli amministratori dell'Emilia Romagna stanno al fresco, seduti nei loro ampi uffici con aria condizionata, mentre noi viaggiatori e pendolari dobbiamo fare i conti con gli ulteriori devastanti disservizi del sistema ferroviario. E' ormai totale lo scollamento tra l'amministrazione regionale, che dovrebbe controllare il servizio che acquista con i nostri soldi da Trenitalia, e i bisogni dei pendolari costretti a viaggiare  ammassati su treni stipati di persone per mancanza di carrozze e con i finestrini sigillati in pieno luglio mentre il sistema di condizionamento resta spento per guasto.

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Treno IR2285 il giorno 14 luglio 2006 a Milano Lambrate.

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Treno IR2285 il giorno 14 luglio 2006 a Milano Rogoredo.

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IR2285 il 14 luglio 2006. Viaggiatori negli intercomunicanti tra le carrozze (vietato da regolamento).

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IR2285 il 13 luglio 2006. Cinque carrozze su dieci con i freni incendiati.

Il giorno 13 luglio la prima carrozza ("di nuova concezione") del treno IR2285 (18.20 da Centrale per Bologna) aveva il condizionamento guasto, a differenza delle vecchie carrozze però i finestrini di queste nuove, evidentemente progettate da persone senza alcuna competenza in merito, sono completamente sigillati e non possono essere aperti. Solo piccolissimi sportellini, modello finestrelle di ispezione delle prigioni, possono essere appena socchiusi in testa e in coda alla carrozza. La temperatura all'interno sfiorava i 50°. Il capotreno ammetteva che quella carrozza non poteva circolare, ma probabilmente l'UMR (ufficio materiale rotabile) di Milano l'aveva aggiunta per far figurare il numero di 10 previsto dal nuovo contratto (con il vecchio contratto le carrozze sarebbero dovute essere 13). Il treno ovviamente era stipato a dimostrazione che anche 10 carrozze sono del tutto insufficienti, come da noi sempre sostenuto. Il treno parte da Rogoredo con persone che devono rimanere a terra perché non riescono a salire. Come se non bastasse al treno sono state aggiunte senza motivo due fermate intermedie del tutto inutili visto che subito dopo (a meno di 5 minuti) era in arrivo il Regionale veloce R20431 in ritardo di 15 minuti che avrebbe effettuato proprio quelle fermate. Questa è la dimostrazione che le ferrovie agiscono senza la minima capacità di organizzazione e buon senso e come previsto a farne le spese sono ancora una volta i pendolari emiliani. Tutto questo grazie al totale disinteresse dell'amministrazione dell'Emilia Romagna che accetta supinamente le scelte dei confratelli della dirigenza FS.

A Casalpusterlengo il treno si ferma in una nuvola di fumo e con un fortissimo odore di freni bruciati. Il capotreno chiama al telefono un collega responsabile del treno per segnalare che "cinque delle dieci carrozze stanno andando a fuoco"! Il treno riparte molto tempo dopo arrivando a Piacenza con 30 minuti di ritardo.

La storia si ripete il giorno successivo, venerdì 14 luglio, ora il treno viaggia con solo 7 delle 10 (ex 13) carrozze previste da contratto. A Rogoredo solo pochi riescono a salire e le persone viaggiano anche nei passaggi tra le carrozze come invece non sarebbe consentito dal regolamento, con grave rischio per la sicurezza dei viaggiatori. Ci sarà un giorno in cui i responsabili di queste nefandezze   pagheranno per tutto questo?
Anche quel giorno il treno deve fermare in una stazione intermedia, anche questa volta inutilmente visto che subito dopo c'è il regionale veloce che effettua la stessa fermata. Dopo un viaggio allucinante senza sicurezza con caldo tropicale, puzza e tanta scomodità sia arriva a Piacenza con oltre 20 minuti di ritardo.

Tutto questo avviene nella totale indifferenza o forse sarebbe meglio dire con la complicità della regione Emilia Romagna visto che l'amministrazione regionale, assieme alla classe dirigente FS e alle "autocertificate" valutazioni del servizio va dicendo che la qualità è in netto e continuo miglioramento.
L'Assessore ai trasporti Alfredo Peri continua ad accettare che i pendolari viaggino sistematicamente in condizioni da campo di concentramento.  Preferisce "congelare i pagamenti" (così che anche se un po' in ritardo i soldi finiranno comunque nelle tasche della dirigenza FS) invece di revocare il contratto con Trenitalia come aveva trionfalmente annunciato sei mesi or sono per farci stare buoni.
State tranquilli, ce ne ricorderemo.

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