FS sull'orlo del fallimento?  (20/11/2006)

E' quello che si sente dire in questi giorni. Magari! E' il commento di tanti viaggiatori esasperati. In realtà il fallimento si ripercuoterebbe anche sulle migliaia di lavoratori capaci, onesti e corretti che a dispetto di tutto operano ancora nelle ferrovie, e per questo un fallimento non è certo auspicabile. Questa situazione però potrebbe essere l'occasione per operare finalmente l'auspicato ricambio di quella parte di classe dirigente assurta a detto livello solo per nomine clientelari e non per meriti effettivi. Un'opportunità che però rischia di non essere presa in considerazione dai partiti, visto che sono proprio loro ad avere inaugurato l'usanza di insediare i propri accoliti sugli scranni di comando.
Ci tornano in mente anche le parole del precedente amministratore delegato che, prima di andarsene, sosteneva di aver migliorato il servizio e l'azienda ferroviaria. Tant'è che la ricompensa per il suo buon governo era stata una buonuscita equivalente a 9 miliardi di vecchie lire. Non essendo economisti siamo anche disposti a credere che in pochi mesi le FS siano passate dalle stelle alle stalle. Sì, siamo ingenui pensatori, ma conosciamo bene il mondo FS e ci chiediamo anche se questo pianto disperato non sia l'ennesima scusa per far scucire (ad un pantalone che ora è un po' più di manica, o meglio di tasca larga, verso la vecchia amica dirigenza) altri denari per rimpolpare le povere casse degli appalti FS; che se è vero che all'epoca pagavano 400 mila lire per un cassettino portarifiuti sugli Eurostar, hanno davvero bisogno di essere rifocillate.

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