FS nel fango (7/6/2004)

Ad ogni nuovo disservizio sembra che per i pendolari le cose peggio di così non possano andare ed invece ogni mese che passa il servizio ferroviario riesce sempre a toccare qualche nuovo primato negativo.
E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine.

Lunedì 31 maggio 2004 nel tardo pomeriggio, è stato impossibile tornare da Milano a Piacenza. Il treno IR 2135 (17.25 da Milano Centrale) è arrivato alla stazione di Milano Lambrate con mezz’ora di ritardo. Mezz’ora per percorrere i 4 chilometri dalla stazione di partenza! Eccezionale le FS hanno toccato la velocità di 8 Km/h, peggio che andare a piedi. Il treno poi riparte, fa 10 metri e si ferma di nuovo, nessuno capisce il perché, solo dopo mezz’ora gli altoparlanti annunciano che il treno è soppresso, ci voleva tanto? E’ la fine del mese, è tempo di valutazione dei ritardi e di calcolo delle penali. Come avviene sistematicamente a fine mese le FS preferiscono sopprimere i treni piuttosto che pagare le penali per il ritardo. Ci piacerebbe sapere a quanto ammonta la penale che le ferrovie pagheranno alla regione Emilia per la soppressione dell’IR2135 del 31 maggio 2004. Per colpa di questo disservizio un migliaio di persone ha viaggiato con 90 minuti di ritardo, chi le rimborserà? Da mesi continuiamo a dire alla regione che l’attuale contratto di servizio consente questo assurdo escamotage, ma ci sentiamo rispondere che è solo una nostra invenzione. Probabilmente non gliene importa un gran che visto che loro sui nostri treni non ci verranno mai.
Il treno successivo è l’IR2137 (18.00 da Milano Centrale), anche lui ovviamente è in ritardo; arriverà a Piacenza con quasi un’ora di ritardo. Idem per gli altri locali in quella fascia oraria, il R20431 oltre al ritardo dovrà effettuare tutte le fermate per coprire il servizio del R20429 che, già a Lambrate, ovvero a pochi chilometri dalla partenza, è annunciato con mezz’ora di ritardo.

Ovviamente tutto ciò non è un evento eccezionale ma la regola. Martedì infatti si replica, il R20433 (18.25 da Centrale) arriva a Piacenza con oltre 30 minuti di ritardo facendosi continuamente da parte per lasciar passare treni Eurostar, Intercity e altri treni lombardi. Anche l’IR2139 (18.50 da Milano) ha la sua brava mezz’ora di ritardo.
Mercoledì per fortuna è la festa della repubblica e si resta a casa.

Giovedì riprende tutto come prima, L’IR2137 (18.00 da Milano Centrale) arriva a Piacenza con 40 minuti di ritardo.

Venerdì si chiude in bellezza con l’IR2039 (17.05 da Milano Centrale) che viaggia con 75 minuti di ritardo e l’IR2137 bissa i successi dei giorni scorsi con altri 30 minuti di ritardo. Ovviamente gli annunci in stazione non esistono, capita così di restare in stazione a Lambrate anche mezz’ora dopo il previsto arrivo del treno senza sapere se e quando quel treno arriverà.

Arriva lunedì 7 giugno e le cose non cambiano, l'IR2137 si ferma a metà strada con i freni bloccati che fumano come se ci fosse un incendio. I finestrini sono aperti (senza aria condizionata non si può fare altro) e le carrozze si riempiono dell'odore acre di freni bruciati. Molti cominciano a tossire. Non si tratterà mica di polvere di ferodo, il materiale usato in passato per i freni. Era costituito da amianto e come tutti ben sappiamo l'amianto è fortemente cancerogeno soprattutto se inalato. Qualcuno ci sa rispondere?
Beh alla fine anche oggi l'IR2137 è arrivato a Piacenza con quasi 30 minuti di ritardo.
Fino a quando continueremo a sopportare tutto questo?

Di fronte a questo disastro la regione Emilia (che probabilmente non conosce nemmeno l’entità dello sfacelo del servizio ferroviario, perché le informazioni le prende direttamente dagli amici di trenitalia) ci viene a dire che con le nuove modifiche al contratto di servizio sarà possibile (ma non si sa da quando) controllare 4 treni sulla tratta Piacenza - Milano e altrettanti sulla Piacenza – Parma. Non uno di più però perché, poverina, la dirigenza di Trenitalia sta attraversando un brutto periodo e non possiamo chiedergli troppi sforzi a fronte dei 120 miliardi di lire che gli diamo ogni anno.

Per la Regione Emilia poi, mettere sotto controllo 4 treni significa tollerare comunque un ritardo di 10 minuti (teorici) all’arrivo a Piacenza che equivalgono a 13 minuti reali se si considera che le FS considerano il treno arrivato, non quando i passeggeri possono scendere, ma quando diventa verde il semaforo che consente al treno di entrare in stazione! Per noi tollerare 13 minuti di ritardo su 50 di tragitto sembra non voler controllare un bel nulla. Ci dicono però che in caso di superamento di quel ritardo le penali saranno “salatissime” (ma quanto si intenda per salatissime nessuno ce lo dice). Quei 4 treni inoltre dovranno garantire un numero di carrozze pari al 90% di quello previsto da contratto. Vuol dire che se un treno di 10 carrozze ne ha solo 9 va bene lo stesso. Prima di questo nuovo contratto se aveva 9 carrozze ci potevamo lamentare, ora ci verrà detto che va bene così. Ma quel che è peggio è che, per i treni che non ricadono nel paniere dei 4 “controllati” (ovvero per la maggioranza), non sembra essere prevista alcuna sanzione sul numero di carrozze. Quei treni potrebbero viaggiare anche con metà delle carrozze (come già avviene) e le ferrovie non pagheranno neanche una lira di penale.
Non c’è che dire, è davvero un bel miglioramento del contratto.

Il fatto è che nessuno di chi comanda (regione, agenzia per la mobilità, dirigenza FS) conosce i reali disagi di noi pendolari. Tutti amano starsene seduti dietro una scrivania, a disquisire sui problemi e prendere decisioni senza sapere concretamente di cosa stanno parlando e senza conoscere i disastri che provocano alcune loro scelte. Da anni chiediamo che i dirigenti vengano fatti viaggiare per constatare nel dettaglio le miriadi di problemi esistenti, ma tutti se ne guardano bene dal farlo.

L’unica risposta che a questo punto possiamo dare noi pendolari è quella di chiedere a gran voce, in ogni sede e con ogni mezzo lecito, che la classe dirigente responsabile di tutti i disservizi da noi subiti quotidianamente, venga immediatamente rimossa dal proprio incarico e sostituita con persone capaci, competenti e svincolate da qualsiasi forma di lottizzazione o sudditanza politica.
Insisteremo nel chiedere tutto questo fintanto che qualcuno non ci darà ascolto.

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