Q UELLO CHE POCHI CONOSCONO
Foto tratta dalla copertina del "Giornale dellOrdine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria", per gentile concessione del Dott. Antonino Zema, Consigliere dello stesso Ordine.
Affresco su muro presente in località S. Anastasia in agro Fossato di Montebello Jonico, su proprietà Crea Antonino. Lorigine è ignota, si presume facesse parte di una delle quattro basiliche bizantine i cui resti ancora sono visibili in altrettante zone rurali .
In virtù della segnalazione che il Prof. Sclapari fece a suo tempo al Comune di Montebello e recepita dalla Sovraintendenza per i Beni Culturali, sui ruderi bizantini di S. Anastasia è sceso il vincolo di protezione del Ministero dei Beni Culturali. Pertanto sarebbe opportuno salvaguardare quel prezioso bene culturale, con la costruzione di una chiesetta che inglobi i ruderi e quel che è rimasto dei due preziosi affreschi. Questa costruzione è necessaria al fine di scongiurare lipotesi del distacco degli affreschi, così come sottolineato dalla Dott.ssa Sorrenti della Sovraintendenza nella sua relazione storico artistica del 23/11/1996. Analoga operazione di recupero e conservazione dovrebbe essere fatta per i ruderi della chiesetta bizantina (sec. XI-XII) di S. Giovanni, sopra Fossato, prima che lincuria degli uomini, ancor più che linclemenza del tempo, cancelli le preziose vestigia della civiltà bizantina.
Donati al Comune di Montebello i ruderi di S. Anastasio
In data 28 marzo 2003, Antonino Crea (classe 1946) e la sorella Mattia (classe 1945) hanno compiuto un gesto di grande valenza morale e culturale, donando al comune di Montebello Jonico limmobile denominato "Ruderi Chiesa S.Anastasio", sito in Fossato Jonico. Quali sono state le cause che hanno indotto i proprietari a donare il sito? Come spiega il vigile urbano del comune Crea: "affinché lamministrazione comunale provveda al recupero del rudere". Infatti, se il rudere non verrà recuperato, ritornerà nella disponibilità dei proprietari. I resti della Chiesa di S.Anastasio, risalente allXI secolo d.C.,affiorano a circa un chilometro a sud di Fossato, presso la sponda sinistra del torrente S.Pietro ed a qualche centinaio di metri a nord della chiesa dellAnnunziata. Caratteristica peculiare di questa chiesetta bizantina era il profilo planimetrico a "ferro di cavallo", sia delle nicchie che dellabside. La chiesa è orientata, come ci ricordano gli studiosi, tra i quali il prof. Domenico Minuto, con unabside e nicchie per prothesis e diaconicon. In origine la chiesa era completamente affrescata. I muri della chiesa allesterno risultano adesso interrati. Sia il muro settentrionale che labside presentano tracce di affreschi. Nel diaconicon si delinea, su fondo azzurro, il volto di un santo con barba fluente; sono ben visibili locchio e il sopracciglio destro: per il prof. Domenico Minuto, studioso della cultura bizantina da una vita, è uno dei più importanti affreschi dellarte bizantina in Calabria. E laffresco del Santo Anastasio, monaco basiliano in Persia, martire nel 628. E quasi certo, come ci fa notare lo studioso fossatese Nino Pugliese, che la chiesetta contenesse anche laffresco di San Vincenzo, dal momento che il culto di S. Anastasio viene associato a quello di San Vincenzo, martire romano: infatti i due Santi sono in calendario lo stesso giorno, cioè il 27 gennaio, ed erano contitolari in molte chiese della seconda metà del XVII secolo. I ruderi di S. Anastasio costituiscono un patrimonio storico lasciato colpevolmente abbandonato nel corso degli anni. Nel 1997 è intervenuta lamministrazione comunale, che con lausilio del prof. Luigi Sclapari e del prof. Minuto, aveva ottenuto il decreto di salvaguardia da parte del Ministero dei Beni Culturali. Il prof. Sclapari, nel 1999, aveva preparato un programma culturale per lintero comune, (inviato alle associazioni culturali del territorio ed al Sindaco) tra i quali punti vi era il recupero e la salvaguardia della chiesetta di S. Anastasio: a tuttoggi quel programma è rimasto nei cassetti del Sindaco e dellassessore alla cultura attuale dott. Vincenzo Barbaro, se non è stato cestinato. Comunque, resta il fatto che unaltra legislatura è passata e unaltra occasione è stata fatta cedere per iniziare, in un progetto culturale complessivo, il lavoro del prof. Sclapari, ed accedere ai fondi europei culturali mediante la Regione (i famosi PIS cultura, ma si sa cosa sono?), come hanno fatto altri comuni.
Giovanni Crea