PENSIERI

14 gennaio 2001

 

 

RUOLI

 

A volte, pensando di agire per il meglio, ci comportiamo nel modo che si ritiene che il proprio compagno o gli amici si aspettino da noi. Costruiamo così un'immagine di noi stessi che non rispecchia la realtà ed di conseguenza non offriamo agli altri la nostra essenza.
All'inizio il "gioco" può coinvolgerci e risultare addirittura stimolante e pregnante, ma a lungo andare saremo intrappolati dal ruolo che ci siamo creati e l'insoddisfazione, la tristezza, un senso di frustrazione si impadroniranno di noi. Tutto ci apparirà mediocre e grigio e non riusciremo a capire l'origine di questo malessere.
Solo se avremo la volontà di guardarci dentro riusciremo a ribellarci, perché ci accorgeremo che il malessere è dentro di noi e non dipende da alcun fattore esterno. Riconquisteremo la nostra personalità e chi ci è stato sempre vicino sarà disorientato, perché si ritroverà a gestire un rapporto con una persona che improvvisamente risulta essergli sconosciuta. Purtroppo spesso questo cambiamento può risultare traumatico e portare alla rottura dei rapporti.

Siamo sempre noi stessi, diamo agli altri la nostra vera immagine, così che sapranno chi siamo e sceglieranno se condividere con noi dei periodi della vita oppure no. Saremo in questo modo onesti con gli altri, ma soprattutto con noi stessi e l'angoscia e la frustrazione ci risulteranno emozioni sconosciute perché avremo sempre la gioia interiore di essere ciò che siamo. Avremo inoltre la sicurezza che chi ci sta vicino lo fa perché ci ha scelto nella nostra completezza. Saremo sereni perché non avremo l'onere di sostenere un ruolo, ma dovremo semplicemente offrire agli altri ciò che siamo, nella massima naturalezza.

Se ti sei rinchiuso nella gabbia dei ruoli, è il momento di svegliarti. Quali che siano le conseguenze, assestato il periodo di transizione, troverai pace e serenità.

Patrizio Assi