PENSIERI 2 ottobre 2000

 

 

BEATO TE

 

Di tanto in tanto mi capita di incontrare persone che ripetono in continuazione con un sospiro: "beato te", riferito a qualunque persona abbia qualcosa che loro non hanno. Può essere l'auto più grande o più recente, la vacanza in luoghi più esotici o la vacanza più lunga, uno stipendio migliore o la casa più bella, e qui l'elenco potrebbe essere molto lungo.
Le 'cose' che a loro appartengono non vengono quasi prese in considerazione perché ormai date per scontate, perché facenti parte del quotidiano, e quindi acquisite. Queste persone non si accorgono che, essendo offuscate dall'invidia e dalla gelosia, si sono allontanate dall'amore e quindi dal Divino, e per questo motivo vivono in uno stato di infelicità e di angoscia. Essi troveranno sempre qualcuno che avrà qualcosa più di loro. Purtroppo hanno dimenticato che "esistere" è il più grosso dono che abbiano ricevuto, perché permette loro di poter "essere" e di poter amare.
Per uscire da questa nebbia e ritrovare la luce basta fermarsi un momento, dedicarsi uno spazio di pochi minuti, magari alla sera, e guardarsi attorno, guardare tutto il mondo che ci circonda anziché limitarsi ad una infinitesima parte di esso. Ci potremo accorgere che ciò che abbiamo è senz'altro molto più di quanto abbiano molte altre persone che sono felici di quel poco che possiedono, e chiederci perché queste persone siano ugualmente felici. La loro felicità deriva dal fatto che sono consapevoli che ciò che hanno gli è sufficiente, a volte possiedono 'solo' la loro vita, ma sono coscienti che è la cosa più importante.
Provate a pensare, sia pure per un attimo, di avere una grave malattia, di essere in pericolo di vita. Cosa desiderereste in quel momento, quali beni vorreste avere, quali ricchezze, fama, successo? Sicuramente sareste disposti a rinunciare a tutto pur di poter continuare a vivere. E allora, non sprechiamo nessun singolo momento della vita che ci è stata data, ringraziamo per tutti i doni che abbiamo ricevuto e che continuiamo a ricevere, e usiamo le nostre energie per amare e dare sollievo soprattutto a chi si è perso nella nebbia e non vede più la luce.