PENSIERI 22 novembre 1999

 

 

Amore

Quando l'amore vi chiama, seguitelo,
benché le sue vie siano faticose e ripide.
E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a esso,
quantunque la spada nascosta tra le sue piume vi possa ferire.
E quand'esso vi parla, credetegli,
sebbene la sua voce possa frantumare i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.

Poiché proprio come l'amore vi incorona, così vi crocefiggerà. Come è per la vostra crescita, così favorisce la vostra potatura. Proprio come sale fino alla vostra altezza per accarezzare i vostri più teneri rami che tremano nel sole,
così esso scenderà alle vostre radici per scuoterle dov'esse sono più fortemente attaccate alla terra.

 

Come covoni di grano vi raccoglie a sé.
Vi trebbia per mettervi a nudo.
Vi setaccia per liberarvi dalle vostre pellicole.
Vi macina sino a rendervi candidi.
Vi impasta sino a quando non sarete flessibili,
e poi vi cede al suo sacro fuoco, affinché voi possiate diventare pane sacro per la santa mensa di Dio.

 

Tutte queste cose farà a voi l'amore affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore, e in quella conoscenza diventare così un frammento del cuore della Vita.
Ma se per paura cercherete dell'amore soltanto la pace e il piacere,
meglio sarebbe allora per voi coprire la vostra nudità,
uscire dall'aia dell'amore.
Ed entrare nel mondo senza stagioni dove voi riderete, però non tutto il vostro riso, e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.

L'amore non dà nient'altro che se stesso e non prende nulla se non da se stesso.
L'amore non possiede, né vorrebbe essere posseduto,
perché l'amore basta all'amore.

Quando amate non dovreste dire: "Dio è nel mio cuore", ma piuttosto "Sono nel cuore di Dio".
E non pensiate di poter dirigere il corso dell'amore, perché è l'amore, se vi trova degni, a dirigere il vostro corso.

L'amore non ha nessun altro desiderio che quello di adempiersi.
Ma se nel vostro amore non potete fare a meno di desiderare, fate che questi siano i vostri desideri:

 

Sciogliersi ed essere come un ruscello che canta la sua melodia alla notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza.
Essere feriti dalla comprensione stessa dell'amore.
E sanguinare volentieri e con gioia.
Destarsi all'alba con un cuore alato e render grazie per un altro giorno d'amore;
Riposare nell'ora del meriggio e meditare l'estasi dell'amore;
Rincasare la sera con gratitudine,
e addormentarsi con una preghiera in cuore per l'amato e un canto di lode selle labbra.

 

 

Kahlil Gibran, Il Profeta, op. cit.