Cos'è l'enigmistica classica

L'enigmistica classica è quella parte dell'enigmistica che si occupa di giochi in versi e di crittografie. Si distingue dalla enigmistica "popolare", che comprende cruciverba, crucipuzzle e tutti gli altri giochi di intrattenimento (quiz, ecc.). A metà tra i due settori c'è il rebus, che fa parte di entrambi i versanti.
A parte qualche rubrica all'interno delle riviste di enigmistica popolare, gli enigmisti "classici" hanno delle riviste specializzate che si ricevono solo per abbonamento in cui si trovano giochi da risolvere, articoli tecnici, notizie.

I giochi enigmistici sono pubblicati in genere in questo modo:
 

tipo di gioco, diagramma, autore
testo del gioco, o vignetta del rebus, o esposto della crittografia

Come tipo di gioco si indica se è un rebus, se è una crittografia (e di che tipo), oppure quale meccanismo enigmistico viene applicato (anagramma, cambio, scarto, ecc.).
Il diagramma numerico indica tra parentesi da quante lettere sono formate le diverse parole della soluzione; per esempio (5/6) indica che la soluzione è formata da due parole, una di cinque e la seconda di sei lettere (per esempio PATTO/PATITO). In genere si mette la barra tra due parole che non formano una frase, una virgola o un semplice spazio tra due parole che formano una frase compiuta (per esempio LA STRADA sarebbe indicata 2 6, TASSO BASSO sarebbe 5 5, invece per CAMINO/CAMMINO si scriverebbe 6/7).
L'autore è indicato quasi sempre con il suo pseudonimo.

Crittografie e rebus sono spiegati nelle altre pagine, è quindi il caso di spiegare come sono fatti e come si risolvono i giochi in versi. Un enigmista "classico", se parla di un cambio di vocale, non pensa a CANTO/CONTO ma ad un gioco in versi che lo ha come soluzione.
Basi dei giochi in versi sono indovinello e enigma. Dall'indovinello discendono i giochi cosiddetti "brevi", che contano in genere fino a sei versi; i giochi cosiddetti "poetici" riprendono le caratteristiche dell'enigma.

In pratica il testo sembra riferirsi al titolo (soggetto apparente) mentre invece descrive una cosa totalmente diversa (soggetto reale, o soluzione). Questa ambiguità viene chiamata comunemente "dilogia" ed è il fondamento dei giochi in versi.
I giochi in versi sono una serie di piccoli indovinelli che sembrano costituire tutti insieme un unico testo con lo stesso soggetto apparente, ma che, separati, individuano le varie parti della soluzione.
Generalmente le diverse parti del gioco sono dello stesso numero di versi, o divise in modo visibile. Questo meccanismo enigmistico si chiama "a enigmi collegati".

Talvolta si trovano giochi enigmistici in versi semplificati, in cui si usa il meccanismo del "diagramma interno": nel gioco le parole da trovare non sono descritte enigmaticamente, ma semplicemente inserite nel testo sostituite da serie di x e y al posto delle lettere. Per esempio in una zeppa sillabica COLTO/COLLETTO il diagramma sarebbe xxxxx xxxyyyxx.



Alcuni piccoli approfondimenti riguardanti l'enigmistica.
Cane/cena
Equipollenza
(prossimamente sono previsti ulteriori articoletti)



Cane/cena
CANE/CENA è un anagramma, uno scambio di vocali, un antipodo o cos'altro? Come si fa a decidere?
A essere rigorosi è tutte queste cose. Quando però si deve indicare il meccanismo al solutore si preferisce quello che descrive con maggior precisione il tipo di gioco: dire che MANDARINO/MANDRIANO è un anagramma non sarebbe sbagliato, ma visto che metatesi è più preciso (la A si sposta due lettere a destra) si tratterebbe di una definizione scorretta, sviante per il solutore.
Ovviamente questi dilemmi si hanno solo per le parole più brevi e i meccanismi più semplici; in genere il problema non si pone.



Equipollenza
In enigmistica si parla di "equipollenza" per indicare la "parentela etimologica", cioè una comune origine; la presenza di questa caratteristica è un difetto molto grave in un gioco enigmistico.
Per esempio non sarebbe accettabile un gioco basato sul meccanismo OCCHI/OCCHIALI (entrambi derivanti da "occhio"), oppure su IMBELLI/BELLICO (che provengono dal latino "bellum", guerra).
C'è però un margine di tolleranza: casi come ARMA/ARMADI in genere sono considerati accettabili (anche se "armadio" deriva da "arma") perché la parentela è sufficientemente distante e non immediatamente visibile.