Ohimè! O vita!

Ohimè! O vita! Per queste domande sempre ricorrenti,

per la folla infinita d'infedeli, per le città gremite di stolti,

per il mio continuo rimproverarmi, (perchè chi più stolto di me, chi di me più infedele?)

Per gli occhi invano assetati di luce, per gli scopi meschini,

per la lotta sempre rinnovata,

per gli scarsi risultati di tutti, per le sordide folle che vedo attorno a me avanzare con fatica,

per gli anni inutili e vuoti di coloro che rimangono, e io che m'intreccio con gli altri,

la domanda, Ohimè! Così triste, così ricorrente - che v'è di buono in tutto questo, Ohimè! O vita!

 

[Risposta] Che tu sei qui - che la vita esiste, e l'identità,

che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuirvi con un verso.

Walt Whitman

(da "Lungo la strada" [in "Foglie d'erba"], traduzione di Antonio Troiano/Enzo Giachino)