Nel 1952 lo scrittore californiano John Steinbeck pubblicava East of Eden (La valle dell'Eden), mirabile capolavoro destinato ad accrescere ancor più la fama dell'autore di quella che fu definita "epopea dei poveri" (il romanzo The Grapes of Wrath - Furore - del 1939). Il brano che si riporta è tratto proprio dal romanzo del '52, ed è seguito dalla breve nota che l'autore inserì all'inizio dell'opera: un'originale dedica all'editore newyorkese Covici, il quale pubblicò - nel 1935 e dopo il rifiuto di diverse case editrici - il quarto romanzo dell'autore, Tortilla Flat (Pian della Tortilla), divenuto poi un successo internazionale.

La valle dell'Eden di John Steinbeck

Li portò in tavola la caffettiera grigia smaltata, riempì le tazze e sedette. Si scaldò la palma della mano contro il fianco rotondo della sua tazza. A un tratto si mise a ridere. "Mi avete dato un sacco di noie, signor Hamilton, e avete disturbato la tranquillità della Cina."

"Che cosa intendete dire, Li?"

"Mi sembra di avervelo già detto" disse Li. "Ma forse me lo son solo immaginato e intendevo raccontarvelo. Comunque è una storia divertente."

"La voglio sentire" disse Samuel e guardò Adam. "Voi non la volete sentire, Adam? Vi state alzando di nuovo tra le nuvole?"

"Ci stavo pensando" disse Adam. "E' buffo, è una specie di eccitazione che mi prende."

"E' bene" disse Samuel. "Forse è la miglior cosa tra tutte quelle che possono capitare a un essere umano. Sentiamo la vostra storia, Li."

Il cinese si toccò il collo e sorrise. "Mi domando se mi abituerò mai a non avere il codino" disse. "Credo che mi servisse più di quanto non me ne accorgessi. Dunque, la storia. Vi dissi, signor Hamilton, che stavo diventando sempre più cinese. Vi succede mai di diventare più irlandese?"

"E' una cosa che va e viene" disse Samuel.

"Vi ricordate quando ci leggeste i sedici versetti del quarto capitolo della Genesi e poi ne discutemmo?"

"Me ne ricordo benissimo. E' roba di parecchio tempo fa."

"Quasi dieci anni" disse Li. "Bene, la storia mi fece una grande impressione e me ne sono impadronito parola per parola. Più ci pensavo sopra, e più mi pareva profonda. Poi confrontai tutte le traduzioni che abbiamo, ed eran tutte molto vicine. Solo un punto mi lasciava perplesso. La versione del Re Giacomo dice così: è il punto in cui Geova ha chiesto a Caino perchè sia sdegnato. Geova dice: "Non è egli vero che se farai bene avrai bene; e se farai male, il peccato sarà subito alla tua porta? Ma sotto di te sarà il desiderio di esso, e tu avrai modo di dominarlo". E' quel "avrai modo" che mi ha colpito, perchè era una promessa che Caino avrebbe vinto il peccato."

Samuel annuì. "E i suoi figli non lo fecero" disse.

Li sorbiva il suo caffè. "Poi mi sono procurato una copia della Bibbia americana. Era nuova, fiammante, allora, e questo passo era molto diverso. Dice: "Abbi la signoria sopra di lui". Dunque è molto diverso. Questa non è una promessa, è un ordine. E io cominciai a ruminarci sopra. Mi chiedevo quale potesse essere la parola originale dello scrittore originale e come fossero potute venir fuori traduzioni così diverse."

Samuel appoggiò le mani sulla tavola a palma in giù e si chinò in avanti, e gli tornò negli occhi quella antica luce giovanile. "Li" disse "non mi dite che avete studiato l' ebraico."

Li disse: "Invece lo dirò. Ed è una storia abbastanza lunga. volete un sorso di ng-ka-py?".

"Sarebbe quella bevanda che sa di mele marce?"

"Sì. Parlo meglio quando ne ho bevuto."

"E io forse riesco a stare meglio a sentire" disse Samuel.

Mentre Li andava in cucina Samuel chiese ad Adam: "Ne sapevate nulla di questa storia?".

"No" disse Adam. "Non me ne ha mai parlato o forse non lo stavo a sentire."

Li ritornò con la sua bottiglia di coccio e tre tazzine di porcellana così sottile e delicata che lasciavan trasparire la luce. "Bere alla cinese" disse, e versò il liquore che era quasi nero. "C' è molto assenzio dentro. Questa sì che è roba da bere" disse. "A berne parecchia fa lo stesso effetto dell' assenzio puro."

Samuel ne sorbì un po'. "Voglio sapere perchè la cosa vi interessava tanto" disse.

"Be', mi sembrava che l' uomo che aveva potuto concepire una storia così grande avrebbe dovuto sapere bene cosa voleva dire e non ci sarebbero dovute essere confusioni nel suo modo di esprimersi."

"Voi dite "l' uomo" ma non pensate che questo è un libro divino scritto dal dito di Dio intinto nell' inchiostro?"

"Io credo che la mente che ha potuto pensare questa storia sia una mente curiosamente divina: Ne abbiamo avuta qualcuna anche in Cina."

"Volevo solamente sapere" disse Samuel. "Comunque non siete un presbiteriano."

"Vi dicevo che stavo diventando sempre più cinese. Be', per continuare andai a San Francisco al quartier generale della nostra associazione di famiglia. Sapete di cosa si tratta? Le nostre grandi famiglie hanno centri dove ogni membro può dare aiuto o riceverne. La famiglia Li è molto grande, si cura lei stessa di tutte le sue cose."

"Ne ho sentito parlare" disse Samuel.

"Vuol dire di quella lotta con l' accetta per quella ragazza schiava?"

"Credo di sì."

"E' una cosa un po' differente, però" disse Li. "Andai là perchè nella nostra famiglia ci son molti venerati signori che sono grandi studiosi. Sono pensatori di precisione. C' è chi passa molti anni a meditare su una frase del dotto che voi chiamate Confucio. Pensavo che ci fossero esperti d' interpretazione che potessero darmi consigli.

"Sono bravi vecchi. Il pomeriggio fumano le loro due pipe di oppio e questo dà loro riposo e aguzza loro l’ ingegno, e la notte il loro spirito è in una forma meravigliosa. Credo che nessun altro sia mai stato in grado di usar bene l’ oppio."

Li tuffò la lingua nel liquore nero. "Sottoposi loro rispettosamente il mio problema, lessi la storia e dissi la mia interpretazione. La notte seguente si riunirono quattro di loro e mi chiamarono. Discutemmo la storia tutta la notte."

Li rise. "Credo sia buffo" continuò. "So che non avrei osato dirlo a molte persone. Ve li immaginate quattro vecchi signori, il più giovane ora ha novant’ anni, che si mettono a studiare l’ ebraico? Chiamarono un dotto rabbino. Si misero a studiare come se fossero stati bambini. Libri d’ esercizi, grammatica, fraseologia, frasi semplici. Dovreste vedere l’ ebraico scritto con un pennellino e l’ inchiostro di china! Il senso da destra a sinistra non li imbarazzava come succederebbe a voi perché noi scriviamo dal sotto in su, e poi non si contentavano mai! Andarono fino in fondo alla questione:"

"E voi?" disse Samuel.

"Andavo di pari passo con loro meravigliandomi della bellezza dei loro superbi e limpidi cervelli. Cominciai ad amare la mia razza, e per la prima volta volli essere un cinese. Ogni due settimane andavo da loro per un convegno, e qui nella mia stanza coprivo pagine e pagine di scrittura. Comprai tutti i vocabolari ebraici conosciuti. Ma quei vecchi signori eran sempre più avanti di me. Non ci volle molto perché sopravanzassero anche il nostro rabbino; lui si portò un collega. Signor Hamilton, avreste dovuto passar con noi qualcuna di quelle notti di discussioni. Le domande, le analisi, oh, quel bel pensiero… quel bel modo di pensare!

Dopo due anni sentimmo di poterci accostare ai famosi sedici versetti del quarto capitolo della Genesi. Anche i miei vecchi signori avvertivano che quelle parole erano importantissime: <<avrai>> e <<abbi>>. E questo fu l’ oro che noi scavammo: <<Tu puoi>>. <<Tu puoi avere la signoria sopra il peccato.>> I vecchi signori sorrisero e annuirono e capirono che gli anni erano stati spesi bene. La cosa li aveva fatti uscire dal loro guscio, quei cinesi, e ora stanno studiando il greco."

Samuel disse: "E’ una storia fantastica. Ho cercato di seguirvi eppure ho perso qualche cosa. Perché questa parola è così importante?".

La mano di Li tremava mentre riempiva le sottili tazzine. Bevve la sua d’ un fiato. "Ma non vedete?" esclamò. "La traduzione americana della Bibbia ordina agli uomini di trionfare sul peccato, e il peccato si può chiamare ignoranza. La traduzione del Re Giacomo fa una promessa con quel <<tu avrai>>, intendendo che gli uomini trionferanno sicuramente del peccato. Ma la parola ebraica, la parola timshel – tu puoi – implica una scelta. Potrebbe essere la parola più importante del mondo. Significa che la via è aperta. Rimette tutto all’ uomo. Perché se <<tu puoi>>, è anche vero che <<tu non puoi>>. Non vedete?"

"Sì, lo vedo. Vedo benissimo. Ma voi non credete che questa sia legge divina. Perché ne sentite l’ importanza?"

"Ah!" disse Li. "Era molto che volevo dirvelo. Anzi ho previsto le vostre domande e mi sono ben preparato. Ogni opera che abbia influenzato il pensiero e la vita d’ innumerevoli persone è importante. Orbene, ci sono molti milioni nelle loro sette e nelle loro chiese che sentono l’ ordine: <<Abbi>>, e accentuano il fattore obbedienza. E ci sono milioni, anche, anche più di quegli altri, che avvertono un senso di predestinazione in <<tu avrai>>. Niente di quanto possano fare può influire su quello che sarà. Invece, <<tu puoi>>! Diamine, questo sì che fa grande un uomo e gli dà la statura degli dèi, perché, nella sua debolezza e nella sua bassezza e dopo l’ assassinio del fratello, tutt’ ora egli ha la grande scelta. Può scegliere la sua strada, percorrerla lottando, e vincere." La voce di Li era un canto trionfale.

Adam disse: "Ci credete, Li?".

"Sì, senz’ altro. E’ facile per pigrizia o per debolezza gettarsi in grembo alla divinità e dire: <<Non potevo farci nulla, la via era prestabilita.>>. Ma pensate alla gloria della scelta! E’ questo che fa di voi un uomo. Un gatto non ha scelta, un’ ape è costretta a fare il miele. Qui non c’ è spiritualità. Lo sapete che quei vecchi signori che stavano per morire tranquillamente sono ora talmente interessati che non vogliono più morire?"

Adam disse: "Volete dire che quei cinesi credono nel Vecchio Testamento?".

Li disse: "Quei vecchi credono a una storia vera e ne riconoscono una a prima vista. Sono critici della verità. Sanno che questi sedici versetti sono una storia dell’ umanità di qualsiasi epoca, civiltà o razza. Non credono che un uomo scriva quindici versetti e tre quarti di verità e mentisca con un solo verbo. Confucio insegna agli uomini come si deve vivere per avere vite buone e ben riuscite. Ma questa… questa è una scala per arrampicarsi fino alle stelle". Gli brillavano gli occhi. "E non la potete perdere mai. Taglia le gambe a tutta la debolezza e la vigliaccheria e la pigrizia di questo mondo."

Adam disse: "Non capisco come abbiate potuto far da cucina e tirar su i ragazzi e occuparvi di me e fare anche tutto questo".

"Nemmeno io" disse Li. "Ma mi faccio le mie due pipate il pomeriggio, né una più né una meno, come quei vegliardi. E sento di essere un uomo. E sento che un uomo è una cosa importantissima, forse più importante di una stella. Questa non è teologia. Non ho nessuna inclinazione per gli dèi. Ma c’ è in me un nuovo amore per quel fulgido strumento che è l’ anima umana. E’ una cosa splendida e unica nell’ universo. E’ sempre assalita e mai distrutta perché <<tu puoi>>."


PASCAL COVICI

Caro Pat,

mi hai pescato a intagliare nel legno una specie di statuina e mi hai detto: "Perché non fai qualcosa anche per me?"

Ti ho chiesto che cosa volevi e mi hai risposto: "Una scatola".

"Per farne che?"

"Per metterci la roba dentro."

"Che roba?"

"Tutto quel che capita" hai detto.

Ecco, questa è la scatola. C'è dentro quasi tutto quello che ho, eppure non è piena. Ci sono dentro dolore ed eccitazione, sentimenti buoni o cattivi e pensieri cattivi e pensieri buoni - il piacere di disegnare e un po' di disperazione e l'indescrivibile gioia della creazione.

E oltre a tutto questo, in cima, tutta la gratitudine e l'amore che ho per te.

E la scatola non è ancora piena.

John

(traduzione di Giulio De Angelis, da "La valle dell’ Eden", Edizione Oscar Mondadori)