Edmond Rostand

Quando, la sera del 28 dicembre 1897, il Cyrano de Bergerac va in scena a Parigi al Théâtre de la Porte-Saint-Martin, il marsigliese Edmond Rostand non ha ancora trent'anni.

Poeta drammatico e autore teatrale francese (Marsiglia 1868 - Parigi 1918), nacque da agiata e colta famiglia provenzale, e seguì studi giuridici. Esordì con un volume in versi, Les musardises (1888; Gli svaghi poetici), ma solo con le opere teatrali raggiunse interamente la propria fama. La prima commedia in versi fu Les romanesques (1894; I romaneschi), e già rivela in lui un rappresentante del lirismo romantico, sulla scia di Hugo e di Banville. I suoi lavori teatrali in versi rappresentarono una reazione al naturalismo e un ritorno al romanticismo. In essi i mattatori del tempo e delle generazioni successive trovarono personaggi magniloquenti con cui misurarsi, si pensi soprattutto a Cyrano de Bergerac (1897), incentrato sull'amore, sul sacrificio e le cavalleresche gesta dell'estroso poeta spadaccino dall'enorme naso, ma anche a L'Aiglon (1900), che rievoca gli ultimi anni del figlio di Napoleone alla corte di Vienna, ecc. L'ambiziosa favola scenica Chantecler (1910), con personaggi-simbolo animaleschi, fu invece un insuccesso. La fortuna critica dell'abbondante e sonora vena di R. è andata declinando con gli anni e col mutare del gusto.

CYRANO DE BERGERAC (1897). Guascone, spadaccino insuperabile e poeta versatile e prezioso, un naso enorme e grottesco gli impedisce di dar libero corso al fondo più vero della sua natura, che è quella di un inguaribile sentimentale. Egli è segretamente innamorato della bella cugina Rossana la quale ama, a sua volta, il giovane Cristiano di Neuvillette, avvenente ma privo di spirito. La ragazza, temendo per lui, entrato da poco nel corpo dei cadeti di Guascogna, le beffe e le rudezze dei commilitoni, lo affida alla protezione di Cyrano. Questi prende con tanto impegno la sua parte, che giunge a comporre per Cristiano le più tornite lettere d'amore per la bella. Anzi, in una famosa scena, egli rivolge, con il favor delle tenebre, un'appassionata e trepida dichiarazione d'amore a Rossana, affacciata al balcone della sua casa, tirandosi poi in disparte per consentire a Cristiano di ricevere un bacio dalla fanciulla. Intanto però, anche il conte de Guiche, comandante dei cadetti, si è invaghito di Rossana e, non riuscendo a impedire il matrimonio dei due innamorati, si vendica inviando Cristiano e Cyrano all'assedio di Arras, durante il quale s'infittisce l'epistolario appassionato do Cyrano. Le sue lettere operano un profondo mutamento nella fanciulla, rendendo il suo amore più profondo e spirituale; ora ella ama Cristiano non più per la sua bellezza ma per la sua anima: cioè ama Cyrano. Improvvisamente ella si reca al campo di Arras, ma proprio in quel giorno Cristiano, che ha ormai capito che la donna è innamorata inconsciamente di Cyrano ed è deciso a confessarle la verità, viene colpito a morte. Cyrano, per rispetto dell'amico, mantiene il segreto. Soltanto dopo 15 anni, colpito da un tronco d'albero lanciatogli a tradimento dall'alto e ormai prossimo a morire, egli, perduto nel delirio, rivelerà all'angosciata Rossana il suo lungo e inappagato amore.

[informazioni tratte da "Cirano di Bergerac" (Edizione Oscar Mondadori); Enciclopedia De Agostini; Enciclopedia UTET]