LA PAROLA PROIBITA
A velati accenni, scherzi allusivi, prudenti circonlocuzioni,
vaghi sussurri, mi sono fatto finalmente lidea che in
questa città, dove mi sono trasferito da tre mesi, ci sia il
divieto di usare una parola. Quale? Non so. Potrebbe essere una
parola strana, inconsueta, ma potrebbe trattarsi anche di un
vocabolo comune, nel qual caso, per uno che fa il mio mestiere,
potrebbe nascere qualche inconveniente.
Più che allarmato, incuriosito, vado dunque a interpellare
Geronimo, mio amico, saggio fra quanti io conosco, che vivendo in
questa città da una ventina danni, ne conosce vita e
miracoli.
" È vero " egli mi risponde subito. " È vero. Cè
da noi una parola proibita, da cui tutti girano alla larga.
"
" E che parola è? "
" Vedi? " mi dice. " Io so che sei una persona
onesta, di te posso fidarmi. Inoltre ti sono sinceramente amico.
Con tutto questo, credimi, meglio che non te la dica. Ascolta: io
vivo in questa città da oltre ventanni, essa mi ha accolto,
mi ha dato lavoro, mi permette una vita decorosa, non
dimentichiamolo. E io? Da parte mia ne ho accettate le leggi
lealmente, belle o brutte che siano. Chi mi impediva di andarmene?
Tuttavia sono rimasto. Non voglio darmi le arie di filosofo, non
voglio certo scimmiottare Socrate quando gli proposero la fuga di
prigione, ma veramente mi ripugna contravvenire alla norma della
città che mi considera suo figlio... sia pure in una minuzia
simile. Dio sa, poi, se è davvero una minuzia... "
" Ma qui parliamo in tutta ................ . Qui non ci sente nessuno. Geronimo, suvvia,
potresti dirmela, questa parola benedetta. Chi ti potrebbe
denunciare? Io?"
" Constato " osservò Geronimo con un ironico sorriso
" Constato che tu vedi le cose con la mentalità dei nostri
nonni. La punizione? Sì, una volta si credeva che senza
punizione la legge non potesse aver efficacia coercitiva. Ed era
vero, forse. Ma questa è una concezione rozza, primordiale.
Anche se non è accompagnato da sanzione, il precetto può
assurgere a tutto il suo massimo valore; siamo evoluti, noi.
"
" Che cosa ti trattiene allora? la coscienza? il
presentimento del rimorso? "
" Oh la coscienza! Povero ferravecchio. Sì, la coscienza,
per tanti secoli ha reso, agli uomini, inestimabili servigi,
anche lei tuttavia ha dovuto adeguarsi ai tempi, adesso è
trasformata in un qualcosa che le assomiglia solo vagamente,
qualcosa di più semplice, più standard, più tranquillo, direi,
di gran lunga meno impegnativo e tragico. "
" Se non ti spieghi meglio... "
" Una definizione scientifica ci manca. Volgarmente lo si
chiama conformismo. E la pace di colui che si sente in
armonia con la massa che lo attornia. Oppure è linquietudine,
il disagio, lo smarrimento di chi si allontana dalla norma.
"
" E questo basta? "
" Altro, se basta! E una forza tremenda, più potente
dellatomica. Naturalmente non è dovunque uguale. Esiste
una geografia del conformismo. Nei paesi arretrati è ancora in
fasce, in embrione, o si esplica disordinatamente, a suo
capriccio, senza direttive. La moda ne è un tipico esempio. Nei
paesi più moderni, invece, questa forza si è ormai estesa a
tutti i campi della vita, si è completamente rassodata, è
sospesa si può dire nellatmosfera stessa: ed è nelle mani
del potere. "
" E qui da noi? "
" Non cè male, non cè male. La proibizione
della parola, per esempio, è stata una sagace iniziativa dellautorità
appunto per saggiare la maturità conformistica del popolo. Così
è. Una specie di test. E il risultato è stato molto, ma
molto superiore alle previsioni. Quella parola è tabù, oramai.
Per quanto tu possa andarne in cerca col lumino, garantito che,
qui da noi, non la incontri assolutamente più, neanche nei
sottoscala. La gente si è adeguata in men che non si dica. Senza
bisogno che si minacciassero denunce, multe, o carcere. "
" Se fosse vero quanto dici, allora sarebbe facilissimo far
diventare tutti onesti. "
" Si capisce. Però ci vorranno molti anni, decenni, forse
secoli. Perbacco, proibire una parola è facile, rinunciare a una
parola non costa gran fatica. Ma gli imbrogli, le maldicenze, i
vizi, la slealtà, le lettere anonime, sono coso grosse... la
gente ci si è affezionata, prova a dirle un po che ci
rinunzi. Questi sì sono sacrifici. Inoltre la spontanea ondata
conformista, da principio, abbandonata a sé stessa, si è
diretta verso il male, i porci comodi, i compromessi, la viltà.
Bisogna farle invertire rotta, e non è facile. Certo, col tempo
ci si riuscirà, puoi star certo che ci si riuscirà. "
" E tu trovi bello questo? Non ne deriva un appiattimento,
una uniformità spaventosa?"
" Bello? Non si può dire bello. In compenso è utile,
estremamente utile. La collettività ne gode. In fondo ci
hai mai pensato? i caratteri, i "tipi", le
personalità spiccate, fino a ieri così amate e affascinanti,
non erano in fondo che il primo germe dellillegalità, dellanarchia.
Non rappresentavano una debolezza nella compagine sociale? E, in
senso opposto, non hai mai notato che nei popoli più forti cè
una straordinaria, quasi affliggente, uniformità di tipi umani?
"
" Insomma, questa parola, hai deciso di non dirmela?"
" Figliolo mio, non devi prendertela. Renditi conto: non è
per diffidenza. Se te la dicessi, mi sentirei a disagio."
" Anche tu? Anche tu, uomo superiore, livellato alla quota
della massa? "
" Così è, mio caro " e scosse melanconicamente il
capo.
" Bisognerebbe essere titani per resistere alla pressione
dellambiente. "
" E la ................? Il supremo bene! Una volta lamavi.
Pur di non perderla, qualsiasi cosa avresti dato. E adesso?
"
" Qualsiasi cosa, qualsiasi cosa... gli eroi di Plutarco...
Ci vuol altro... Anche il più nobile sentimento si atrofizza e
si dissolve a poco a poco, se nessuno intorno ne fa più caso. E
triste dirlo, ma a desiderare il Paradiso non si può essere soli.
"
" Dunque: non me la vuoi dire? È una parola sporca? O ha un
significato delittuoso? "
" Tuttaltro. E una parola pulita, onesta e
tranquillissima. E proprio qui sè dimostrata la finezza
del legislatore. Per le parole turpi o indecenti, cera già
un tacito divieto, anche se blando, ...la prudenza, la buona
educazione. Lesperimento non avrebbe avuto gran valore.
"
" Dimmi almeno: è un sostantivo? un aggettivo? un verbo? un
avverbio? "
" Ma perché insisti? Se rimani qui tra noi, un bel giorno
la identificherai anche tu, la parola proibita, allimprovviso,
quasi senza accorgertene. Così è, figliolo mio. La assorbirai
dall aria. "
" Bene, vecchio Geronimo, sei proprio un testone. Pazienza.
Vuol dire che per cavarmi la curiosità dovrò andare in
biblioteca, a consultare i Testi Unici. Ci sarà al proposito una
legge, no? E sarà stampata questa legge! E dirà bene che cosè
proibito!"
" Ahi, ahi, sei rimasto in arretrato, ragioni ancora con i
vecchi schemi. Non solo: ingenuo, sei. Una legge che, per
proibire luso di una parola, la nominasse, contravverrebbe
automaticamente a sé stessa, sarebbe una mostruosità giuridica.
E inutile che tu vada in biblioteca. "
" Vai, Geronimo, ti prendi gioco di me! Ci sarà ben stato
qualcuno che ha avvertito: da oggi la parola X è proibita. E lavrà
pur nominata, no? Altrimenti la gente come avrebbe fatto a sapere?
"
" Questo, effettivamente, è laspetto forse un poco
problematico del caso. Ci sono tre teorie: cè chi dice che
la proibizione è stata diffusa a voce da agenti della
municipalità travestiti. Cè chi garantisce di aver
trovato a casa sua, in busta chiusa, il decreto del divieto con lordine
di bruciarlo appena letto. Ci sono poi gli integralisti
pessimisti li chiameresti tu che sostengono addirittura
non esserci stato bisogno di un ordine espresso, a tal punto i
cittadini sono pecore; è bastato che lautorità volesse,
tutti lhanno subito saputo, per una specie di telepatia.
"
" Ma non saranno mica diventati tutti vermi. Per quanto
pochi, esisteranno ancora qui in città dei tipi indipendenti che
pensano con la propria testa. Degli oppositori, eterodossi,
ribelli, fuorilegge, chiamali pure come vuoi. Capiterà, no, che
qualcuno di costoro, a titolo di sfida, pronunci o scriva la
parola incriminata? Cosa succede allora? "
" Niente, assolutamente niente. Proprio qui sta lo
straordinario successo dellesperimento. Il divieto è cosi
entrato nella profondità degli animi da condizionare la
percezione sensoriale. "
" Come sarebbe a dire? "
" Che, per un veto dellinconscio, sempre pronto a
intervenire, in caso di pericolo, se uno pronuncia la nefanda
parola, la gente non la sente più nemmeno, e se la trova
scritta non la vede... "
" E, al posto della parola, cosa vede? "
" Niente, il muro nudo se è scritta sul muro, uno spazio
bianco sulla carta, se è scritta su di un foglio. "
Io tento lultimo assalto: " Geronimo, ti prego:
tanto per curiosità, oggi, qui, parlando con te, lho mai
adoperata questa parola misteriosa? Almeno questo me lo potrai
dire, non ci rimetti proprio niente. "
Il vecchio Geronimo sorride e strizza un occhio.
" Lho adoperata, allora? "
Lui strizza ancora locchio.
Ma una sovrana mestizia improvvisamente illumina il suo volto.
" Quante volte? Non fare il prezioso, su, dimmi, quante
volte? "
" Quante volte non so, guarda, parola mia donore.
Anche se lhai pronunciata, io udirla non potevo. Però mi
è parso, ecco, che a un certo punto, ma ti giuro non mi
ricordo dove, ci sia stata una pausa, un brevissimo spazio vuoto,
come se tu avessi pronunciato una parola e il suono non me ne
fosse giunto. Può anche darsi però che si trattasse di una
involontaria sospensione, come succede sempre nei discorsi.
"
" Una volta sola? "
" Oh basta. Non insistere. "
" Sai cosa faccio allora? Questo colloquio, appena ritorno a
casa, io lo trascrivo, parola per parola. E poi lo do alle stampe.
"
" A che scopo? "
" Se è vero quello che hai detto, il tipografo, che
possiamo presumere sia un buon cittadino, non vedrà la parola
incriminata. Dunque le possibilità sono due: o egli lascia uno
spazio vuoto nella riga di piombo e questo mi spiegherà tutto; o
invece tira diritto senza spazi vuoti e in questo caso non avrò
che da confrontare lo stampato con loriginale di cui
naturalmente io tengo copia; così saprò qual è la parola.
"
Rise Geronimo, bonario.
" Non caverai un ragno dal buco, amico mio. A qualsiasi
tipografia tu ti rivolga, il conformismo è tale che il tipografo
automaticamente saprà come comportarsi per eludere la tua
piccola manovra. Egli cioè, una volta tanto, vedrà la
parola scritta da te ammesso che tu la scriva e non
la salterà nella composizione. Sta pur tranquillo, sono bene
addestrati i tipografi, da noi, e informatissimi."
" Ma scusa, che scopo cè in tutto questo? Non
sarebbe un vantaggio per la città se io apprendessi qual è la
parola proibita, senza che nessuno la nomini o la scriva? "
" Per adesso probabilmente no. Dai discorsi che mi hai fatto
è chiaro che non sei maturo. Cè bisogno di una
iniziazione. Insomma, non ti sei ancora conformato. Non sei
ancora degno secondo lortodossia vigente di
rispettare la legge. "
" E il pubblico, leggendo questo dialogo, non si accorgerà
di niente ? "
" Semplicemente vedrà uno spazio vuoto. E, semplicemente
penserà: che disattenti, hanno saltato una parola. "
Dino Buzzati (da "Sessanta racconti")