RISERVA PALATA DEL MENASCIUTTO
Posta a cavaliere del fiume nei territori comunali di Pianengo e Ricengo, si tratta di un ambiente fondamentalmente ripariale, di grande effetto paesistico, chiuso tra due rami fluviali morti ed intersecato dal Serio vivo e dotato di un discreto stato di salute.
In
effetti, le modeste forme di degrado che, come ogni altro ambiente analogo,
anche il nostro ha subito negli ultimi tempi, risultano di facile recupero e già
diversi interventi sono stati operati in tal senso. La ricca vegetazione
spontanea cresciuta in quest'area. In particolare, un ambiente di sicuro pregio
si raccoglie attorno ad una bella lanca in sponda fluviale destra, dove un alto
saliceto (Salix alba) fa da
scenario ad una ricca vegetazione palustre costituita dal canneto (Phragmites
australis), dal tifeto (Typha latifolia) e da tratti di cariceto,
dove non mancano la mestolaccia (Alisma plantago-aquatica), il giunco (Juncus
effusus), l'iris giallo (lris pseudacorus) e lo sparganio (Sparganium
erectum).
Lungo
il fiume sono da ricordare, tra gli altri, alcuni esemplari di salice eleagno (Salix
eleagnos) e di ontano bianco (Alnus incana): specie caratteristiche
di ambienti più prettamente collinari o montani, giunte fin quaggiù tramite la
corrente fluviale. Altrove, nelle siepi arboree ed arbustive, nei pioppeti
inselvatichiti o nelle radure erbose, è possibile rinvenire qualche altra
interessante rarità, per queste zone, come la madreselva pelosa (Lonicera
xylosteum), la ginestrella (Genista tinctoria) o l'orchidea militare (Orchis
militaris).
Conseguente alla
ricchezza di vegetazione ed alla varietà di habitat è la consistenza del
popolamento animale, che annovera numerose specie sia della fauna invertebrata
sia di quella superiore.
Il
significato che una riserva riveste nel contesto territoriale di un parco ed a
quali condizioni tale ruolo conduce nei confronti di una possibile fruizione
collettiva.
Anteponendo ad ogni
altro il compito che una riserva naturale è chiamata a svolgere, vale a dire la
conservazione e la perpetuazione di ambienti peculiari, con il loro patrimonio
biologico in equilibrio con l'ambiente abiotico, ne consegue che ogni altra
destinazione deve possedere ampi requisiti di tollerabilità nei confronti di
tale prioritaria funzione, mancando i quali una data attività, divenuta perciò
incompatibile, deve essere eliminata senza
indugio.
Bisogna chiarire subito che una riserva naturale non è né un parco divertimenti né un giardino pubblico del genere di quelli urbani. E’, invece, uno spazio, generalmente molto ridotto, deputato alla salvaguardia di qualche cosa che, purtroppo, è divenuto assai raro e difficilmente ripetibile. Chi intendesse la riserva come luogo di fruizione turistica di tipo nuovo o anche solo come luogo di ricreazione di massa, dimostrerebbe di non aver capito il vero significato di una simile istituzione.
Ad una utilizzazione
di questo tipo, anche condotta nel modo più rispettoso possibile, le minuscole
dimensioni di una riserva non riuscirebbero ad opporre una sufficiente
resistenza.