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Nuoto

Storia e curiosità 
Federazione italiana nuoto (FIN)
Risultati Olimpici Sidney 2000
Risultati Olimpici di tutti i tempi
I records Olimpici


Storia e curiosità

Origini Dalla Rana all'Over Un record imbattibile
Cronometraggio Dall'Over al Crawl Acqua dolce, acqua di mare, ...
Stili 50 metri e solo 50 ! La traversata della Manica
Prove La barriera del minuto Bracci di mare
Le grandi "prime" Il più giovane sul podio olimpico  

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ORIGINI

Il nuoto non figurava nel programma dei Giochi Olimpici dell’antichità. Questa disciplina costituiva per gli antichi parte integrante dell’allenamento militare e un salutare esercizio fisico, ma, evidentemente, non era apprezzata nei suoi risvolti agonistici.

A dispetto dei nostri peraltro benemeriti antenati, da quando, nel 1896 per gli uomini e nel 1912 per le donne, si sono disputate le prime competizioni olimpiche, il nuoto è diventato uno degli sport più densi di gare appassionanti e seguite da numeroso pubblico. In tutte le grandi competizioni ufficiali la piscina, cioè il campo di gara, deve essere conforme alle seguenti norme:

lunghezza: minimo 50 m; larghezza: minimo 21 m;

profondità: 1,80 m (per i Giochi Olimpici);

corsie: la vasca è divisa in otto corsie larghe ognuna 2,50 m. Le corsie sono contrassegnate da segnali galleggianti sul pelo dell’acqua e da strisce colorate sul fondo;

acqua: può essere dolce o salata, ma, in nessun caso, la sua temperatura deve scendere sotto i 24 gradi. Oltre alle piscine con vasche di 50 metri, ci sono anche quelle con vasche di 25 metri e di 33,33 metri, nelle quali i nuotatori sono avvantaggiati per il maggior numero di virate (una virata permette di guadagnare circa mezzo secondo di tempo, beneficiando l’atleta della spinta con i piedi contro il muro). È per questo che dal 1957 sono riconosciuti validi solo i primati ottenuti in vasche di 50 metri

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IL CRONOMETRAGGIO

 

Nelle grandi competizioni i tempi sono registrati da un’apparecchiatura elettronica al millesimo di secondo. La terza cifra decimale non conta ai fini di un eventuale primato, che è definito solo al centesimo di secondo, ma questa cifra ha valore invece per la classifica. Così se due nuotatori ottengono, sulla medesima distanza, 58 secondi e 405 millesimi e 58 secondi e 407 millesimi, vengono entrambi accreditati dello stesso tempo (58 secondi e 40 cen­tesimi), ma ottengono classifica differente...

 

I moderni sistemi di cronome­traggio hanno ormai eliminato le contestazioni che sorgevano in occasione di arrivi concitati. Oggi ogni nuotatore è cronometrato individualmente; anzi, è egli stesso a far partire e ad arrestare il cronometro scattando dai blocchi e toccando il pannello posto nella vasca all’arrivo.

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STILI

Gli stili previsti nelle competizioni natatorie sono quattro: stile libero, rana, farfalla, dorso.

Stile libero

Nello stile libero il nuotatore può adottare la tecnica che più gli aggrada; in pratica, lo stile più efficace è il “crawl”, e ad esso tutti i liberisti si adeguano. Nel crawl il nuotatore avanza immerso in posizione prona e ogni braccio viene alternativamente portato fuori e dentro l’acqua, mentre le gambe accompagnano il movimento, battendo in su e in giù.

Rana   (nasce nel XVII sec.)

Nello stile a rana, gambe e braccia hanno movimenti simmetrici e simultanei, simili a quelli compiuti dall’anfibio da cui lo stile prende appunto il nome.

Farfalla   (nasce nel 1950)

Questo stile è stato inventato dal tedesco Eric Rademacher che, nel 1926, approfittò del regolamento impreciso che definiva lo stile a rana, velocizzando questa tecnica con movimenti molto simili a quelli dello stile attuale. Oggi, il nuotatore porta contemporaneamente le braccia in avanti e le riporta indietro sottacqua. I movimenti delle gambe devono essere simultanei.

Dorso   (nasce nel 1912)

Questo stile è una sorta di crawl rovesciato. I dorsisti devono mantenere la posizione supina per tutta la gara, che è l’unica a prevedere la partenza direttamente in acqua, contrariamente a quanto avviene per gli altri tre stili, dove la partenza si effettua, con un tuffo, da apposite pedane sistemate sul bordo della piscina.

Lo stile di nuoto che consente l’avanzamento più veloce è sicuramente il crawl; seguono, nell’ordine, la farfalla, il dorso e la rana. Ecco le differenze medie che separano i migliori tempi ottenuti sui 100 m nei tre stili, rispetto al crawl:

farfalla: 4 secondi e mezzo in più; dorso: oltre 7 secondi in più; rana: 13 secondi in più.

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LE PROVE

Attualmente i record del mondo sono riconosciuti per 17 prove, sia maschili sia femminili. Queste prove figurano tutte nel programma dei Giochi Olimpici, dei Campionati del Mondo e dei Campionati Europei, a eccezione degli 800 stile libero maschili, dei 1500 stile libero femminili e della staffetta 4 x 400 maschile.

Le prove maschili sono: stile libero: 50, 100, 200, 400, 1500 m, staffetta 4 x 100 m; farfalla: 100 e 200 m; dorso: 100 e 200 m; rana: 100 e 200 m. Nel programma sono comprese altre quattro prove miste (200 e 400 m, e due staffetta 4 x 100 m e 4 x 200) nuotate in tutti e quattro gli stili. In queste gare, chiamate “misti”, l’ordine di nuotata è: farfalla, dorso, rana, stile libero. Nelle staffette, invece, l’ordine di stile è: dorso, farfalla, rana e stile libero. La precedenza data al dorso è basata su un motivo facilmente intuibile: l’impossibilità per chi pratica questo stile di partire fuori dall’acqua e, quindi, di poter dare il cambio.

Le prove femminili sono identiche a quelle maschili, tranne i 1500 m  stile libero (che sono sostituiti dagli 800 m), la staffetta 4 x 200 stile libero che sostituisce la 4 x 200 mista maschile, e la staffetta 4 x 400 stile libero, inclusa solo nel programma maschile (anche se non ospitata dal programma dei Giochi Olimpici).

Il numero delle prove e le distanze non sono sempre stati gli stessi e non si può dire che alla chiarezza e linearità dovuta ai presenti regolamenti abbia fatto riscontro altrettanto ordine nel passato...

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LE GRANDI “PRIME”

La più antica traccia a noi pervenuta di una prova sportiva natatoria risale a circa il 460 dopo Cristo. Un poeta gallo-romano della regione di Lugdunum (l’odierna Lione), descrive i giochi dei Barbari, spiegando che gli Eruli (barbari d’origine germanica) vincevano tutte le prove di corsa, che gli Unni dominavano le gare di lancio del giavellotto e che i Franchi erano i migliori nelle specialità natatorie.

Il primo organismo che abbia regolamentato il nuoto in forma educativa e sportiva fu creato in Giappone nel 1603 con un editto imperiale che organizzava incontri interscolastici disputati ancora oggi, a quasi quattro secoli di distanza. Probabilmente è per questa loro perseveranza che i giapponesi hanno spesso avuto nuotatori di ottimo livello mondiale.

Anche se i britannici non hanno oggi il posto di rilievo che avevano un tempo negli albi d’oro dei grandi primati conservano tuttavia il diritto di essere chiamati “ padri del nuoto moderno”. Le prime “corse in acqua” si disputarono infatti a Londra, dove, nel 1837, si contavano già ben sei piscine!

Il primo “campionato di nuoto” disputato nel mondo fu organizzato in Australia, a Sydney, il 14 febbraio 1846. Disputato sulla distanza di 440 yard (402,336 m) da compiere a stile libero, fu vinto in  8’43” da William Redman, il “primo campione di nuoto” in assoluto della storia.

Il primo record di cui si abbia notizia certa, fu stabilito dall’inglese Winstone Cole che, nel 1871, nuotò le 100 yard (91,438 m) in 1’15”.

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DALLA RANA ALL'OVER

Non appena il nuoto si impose come disciplina sportiva, tutti gli atleti cercarono, naturalmente, di nuotare con ritmi sempre più rapidi. Così vennero studiate tutte le combinazioni possibili tra i movimenti delle braccia e delle gambe per cercare di guadagnare velocità. Intorno al 1830 si usava praticamente soltanto una rudimentale nuotata a rana.

 

                                                                       Rana

 Nel 1840 apparve un nuovo stile, l”’english side stroke” (nuotata inglese sul fianco): il nuotatore avanzava sul fianco, muovendo le braccia come nello stile a rana, ma effettuando delle sforbiciate con le gambe.

Nel 1855 apparve un nuovo stile, appreso dagli aborigeni australiani, che rivoluzionò le competizioni affermandosi per molti anni, il “single over arm side stroke” (nuotata sul fianco con un braccio fuori), divenuto celebre con il più semplice nome di “over”.

   

                                                                       Over

Per la prima volta nella storia del nuoto moderno, un nuotatore aveva l’ardire di portare, come fosse un remo, un braccio fuori dall’acqua, e con ottimi risultati.

L’over ebbe successo e per molti anni restò lo stile preferito dagli atleti nelle competizioni, dove dominò, nonostante i molti tentativi d’adozione di stili alternativi.

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DALL’OVER AL CRAWL

Nel 1875, durante un viaggio nell’Africa meridionale, il ranista inglese John Trudgen notò il nuoto molto particolare di alcuni indigeni che portavano le braccia avanti, facendole però passare sopra la testa. Trudgen importò questo nuovo stile in Gran Bretagna, dandogli il suo nome (“trudgeon”, appunto).

 

Trudgeon

Nel 1902, i celebri nuotatori australiani Richard e Sydney Cavill diedero delle pubbliche dimostrazioni, prima in Europa e poi negli Stati Uniti, di una serie di movimenti che erano il risultato di settant’anni di ricerche. I Cavill mantenevano gli stessi movimenti di braccia dello stile trudgen, ma sostituivano i movimenti degli arti inferiori con una serie di battute alternate dei piedi.

“They crawl over the water!” (strisciano sull’acqua), gridò uno spettatore in occasione di quella prima dimostrazione.

Era nato il “crawl”, lo stile che regna ancora oggi senza sostanziali modifiche in tutte le piscine del mondo.

 

                                                                       Crowl

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50 METRI E SOLO 50!

Soltanto neI 1958, durante il congresso di Melbourne, la Federazione Internazionale Nuoto decise che, per essere valido, un primato mondiale doveva essere stabilito tassativamente in una vasca di 50 metri o di 55 yard (50,29 m). Questa decisione annullò molti record precedenti (tra gli altri, tutti quelli stabiliti sulle distanze in yard) e mise fine all’anarchia imperante da oltre un secolo.

Nel 1892, i britannici stabilivano i loro record in vasche di tutte le misure: 20 yard (18,29 m), 33 yard (30,50 m), o anche 40 yard (36,58 m).

Ai Giochi Olimpici di Atene del 1896, come teatro di gara furono scelte addirittura le movimentate acque del Pireo. Ai Giochi di Parigi del 1900 si gareggiò nell’acqua corrente della Senna in una zona delimitata e lunga 100 metri, tanto quanto misuravano gli specchi d’acqua delle successive Olimpiadi di St. Louis (1904), Londra (1908), Stoccolma (1912) e Anversa (1920).

 

Fu nelle seconde Olimpiadi disputate a Parigi (1924) che le competizioni natatorie ebbero finalmente luogo per la prima volta in una piscina appositamente costruita, con una vasca lunga 50 metri e munita di più corsie.

A partire da quell’edizione, tutte le prove olimpiche di nuoto sono state disputate in piscine con vasca di 50 metri di lunghezza e dotate di regolari corsie.

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TARZAN abbatte la barriera del minuto

  9 luglio 1922: una data storica per il nuoto. Per la prima volta un uomo porta a termine i 100 metri stile libero in meno di un minuto. Nella piscina di 100 yard di Alameda, lo statunitense Johnny Weissmuller fa fermare i cronometri sul tempo, per quell’epoca eccezionale, di 58”6. Fu in effetti un’impresa veramente notevole, considerando le condizioni dell’epoca: l’acqua delle piscine non era riscaldata; non era sottoposta ai trattamenti chimici che ne aumentano oggi la densità e la rendono simile all’acqua del mare; le vasche erano meno profonde; le corsie e le linee tracciate sul fondo per permettere ai nuotatori di andare diritto non esistevano ancora; infine, il costume intero allora adottato al posto degli attuali slip aveva un’azione frenante non indifferente.

Ai giorni nostri, i migliori liberisti compiono la stessa distanza in quasi dieci secondi di meno; e anche le migliori liberiste riescono a dare a Weissmuller circa tre secondi buoni di distacco.

Ma, anche se i suoi record sono ormai superati, Johnny Weissmuller resterà uno dei più famosi campioni della storia sportiva grazie alla sua indimenticabile interpretazione di Tarzan in ben dodici film di grande successo.

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Il PIU' GIOVANE SUL PODIO OLIMPICO

Il più giovane campione della storia natatoria dei Giochi Olimpici è un giapponese di quattordici anni, Kusuo Kita­mura, che vinse i 1500 metri stile libero (stabilendo anche il record olimpico: 19’12”4) ai Giochi di Los Angeles, disputati nel 1932.

In quell’occasione, il giovane giapponese superò il connazionale Shozo Makino, più vecchio di lui di... ben due anni.

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UN RECORD IMBATTIBILE

Il “campione dei campioni” è una donna, la danese Ragnhild Hveger. Dal 2 febbraio 1936, data del suo primo record mondiale, al 19 aprile 1942, data del suo ultimo primato, la giovane danese stabilì 39 record del mondo di stile libero. Nessun nuotatore e nessuna nuotatrice ha mai avvicinato questo... primato dei primati, che non sarà del resto mai battuto o eguagliato perché dal 1948 sono state soppresse ben 37 prove, 24 delle quali tutte in una volta in quella che fu chiamata la “grande purga” del 1969.

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 ACQUA dolce, acqua di mare, acqua... scorrevole

Più densa, quindi più portante dell’acqua dolce, l’acqua di mare assicura una miglior galleggiabilità ai nuotatori. Le prestazioni ottenute in mare (quando sono possibili) sono dunque sempre migliori (a parità di condizioni) di quelle ottenute nelle piscine.

E’ il Mediterraneo, mare molto salato, che offre ai nuotatori i maggiori vantaggi, mentre il Baltico, mare di bassa salinità, è quello che ne offre di meno.

Al congresso internazionale di Roma del 1960 i Giapponesi chiesero che i record fossero omologati solo se ottenuti in acqua dolce. La proposta fu girata a una commissione di studio che ritenne valido il suggerimento. Tuttavia, visto che il regolamento non prevede l’analisi dell’acqua dopo la conquista di un primato, questa è spesso trattata con l’aggiunta di prodotti chimici, più o meno segreti, messi a punto da abili ricercatori. Questi prodotti hanno lo scopo di rendere l’acqua delle piscine più “scorrevole” e perciò favorevole a prestazioni eccezionali.

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LA MANICA

Non tutti i campioni di nuoto realizzano le loro imprese in piscina e su distanze classiche, negli stili codificati. Anche gli stretti marini, i fiumi, i laghi sono teatro di prestazioni che colpiscono spesso ancor di più la fantasia del pubblico. La più celebre di queste imprese è sicuramente la traversata della Manica, il braccio di mare che separa l’Inghilterra dal resto dell’Europa

Da Webb...
24 agosto 1875: un ufficiale della Marina mercantile britannica, il capitano Matthew Webb, attraversa per la prima volta la Manica a nuoto da Dover a Calais, 33 chilometri, in 21 ore e 45 minuti.

Nonostante i numerosi tentativi, bisognerà attendere trentasei anni per veder ripetere l’impresa. Il 6 settembre 1911, un altro suddito britannico, Thomas W. Burgess, porta a termine la traversata, partendo però dalla costa francese. Quanto al capitano Webb, sempre alla ricerca di nuove e spettacolari avventure, perse la vita neI 1883 cercando di attraversare a nuoto le cascate del Niagara.

…alla Ederle
Il 6agosto 1926 una nuova grande impresa. Partendo da Cap-Gris-Nez, la campionessa statunitense Gertrud Ederle raggiunge la costa inglese dopo 14 ore e 34 minuti di faticosa traversata.

È la prima donna ad attraversare il canale, impresa portata a termine prima di lei soltanto da cinque nuotatori, nonostante le centinaia di tentativi. Successivamente, l”’exploit” è divenuto una classica del nuoto. La centesima traversata della Manica è stata portata a termine nel 1958 e, oggi, i migliori compiono addirittura il doppio percorso. La prima “andata e ritorno” è stata realizzata nei 1961 dall’argentino Antonio Albertondo in 43 ore e 10 minuti. Nel 1985, il neo­zelandese Philip Rush stabilì il primato della doppia traversata con 17 ore e 56 minuti.

La più veloce traversata è del 1978: autore l’americano Penny Dean con un tempo di 7 ore e 40 minuti. L’inglese Thomas Gregory, 11 anni, è il più giovane.., vincitore della Manica, mentre il suo connazionale Bertram Batt, 67 anni, è il più anziano.

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I “BRACCI DI MARE”

I nuotatori hanno sempre guardato la Manica con particolare interesse, ma non è questo il solo “braccio di mare” che hanno tentato di attraversare. Nel 1947 il britannico Tom Blower attraversò per primo il Canale del Nord, che separa l’Irlanda dalla Scozia. Nel 1966, l’indiano Mihir Sen superò a nuoto Io Stretto di Palk (70 km), che separa l’India dallo Sri Lanka, poi quello di Gibilterra, i Dardanelli e infine il Canale di Panama. La sua impresa è finora ineguagliata.

La traversata dello Stretto di Gibilterra, spesso conclusa felicemente, e di Catalina (che separa l’isola di Catalina dalla California), sono altre due classiche del genere.

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