da "metro"  del 20 gennaio 2006
Single italici mammoni ma focosi

 Amore e internet, un affare da 160 milioni di euro e i single riscrivono le regole del corteggiamento. In Italia sono 1,5 milioni gli iscritti al sito Parship.it (società di dating con sede in Germania) che ha promosso uno studio sulle nuove abitudini di chi cerca l'anima gemella on-line. I francesi sono i più pantofolai, gli spagnoli riescono a guadagnare un nuovo partner in poche settimane, gli inglesi sono i più indifferenti all'amore.
Nuove tendenze: i rapporti di coppia non durano quasi mai più di 3 anni; qualche novità: i più romantici corteggiatori sono gli austriaci e poca speranza per le donne italiane: il maschio nostrano invece non si smentisce mai. È il solito mammone, anche se si dice amante dello shopping e dulcis in fundo... focoso.

ADNKRONOS


da "IL SECOLO XIX" del 31 agosto 2004
Tasso di mortalità più alto per lo stile di vita disordinato e l'impossibilità di condividere lo stress
Salute a rischio se sei single
Studio inglese su 10 mila persone: peggio del fumo

  Londra. Essere single fa male alla salute quanto, se non più, del fumo. E a rischio non sono solo gli uomini, ma anche le donne.
  La brutta notizia viene da un vasto studio condotto da un'équipe di ricercatori dell'università di Warwick (in Inghilterra) nell'arco di un decennio su un campione di diecimila trentenni e quarantenni britannici.
  Nel corso dello studio, fra le 10.000 persone monitora- te, ci sono stati 600 decessi.
  I ricercatori hanno rilevato i diversi tassi di mortalità fra donne e uomini sposati, singoli, divorziati o vedovi, scoprendo che il rischio di morire è più alto del 10% nei maschi single e del 4,8% nelle donne single, rispetto a uomini e donne nella stessa fascia d'età che al contrario sono sposati.
  Un fumatore ha il 5% di possibilità in più di morire rispetto a un non fumatore. Insomma, almeno per quel che riguarda gli uomini, si può dire che ne uccida più la solitudine  che la sigaretta.
  «Il matrimonio allunga la vita e lo fa  anche in  modo

Per gli esperti
britannici «il
matrimonio è il
fattore più importante
per determinare la
longevità di un
individuo»
considerevole. Il maggiore tasso di mortalità fra i single è simile a quello fra i fuma- tori», ha detto il professor Andrew Oswald, docente di economia dell'università di Warwick e coordinatore della ricerca.
  Un'analisi definitiva di questi risultati non è stata ancora fatta, ma il professore ritiene che le cause della mortalità più alta vadano ricercate nello stile di vita meno sano che fanno i single rispetto alle persone sposate. Bevono di più perché socializzano di più, generalmente non fanno colazione, lavorano più ore perché sono maggiormente concentrati sulla professione, sono stressati perché non hanno un partner con il quale condividere i problemi.
  Le coppie sposate, invece, tendono a seguire un regime 

alimentare migliore e vivere in case più confortevoli. Inoltre i figli hanno un ruolo stabilizzante, mentre chi non li ha è più propenso ad assumersi rischi.
  «La lunghezza della vita di una persona dipende da molti fattori, sia economici sia sociali. Ma la nostra ricerca ha dimostrato che il matrimonio è di gran lunga il fattore più importante per determinare la longevità di una persona», spiega il professor Oswald, sotto- lineando che condividere la propria vita con la persona amata diminuisce lo stress e facilita il pensiero positivo.
  Malgrado i suoi benéfici effetti sulla salute, il matrimonio in Gran Bretagna continua a essere in declino. Lo scorso anno a dire sì sono state 249.227 coppie, il numero più basso in oltre un secolo. Trent'anni fa la media era di 400.000 matrimoni all'anno solo in Inghilterra e Galles.
  In aumento anche i divorzi. Nel 2002 sono stati oltre 150.000, quattromila in più dell'anno precedente e set- temila in più rispetto al 2000.

R.I.

da "IL SECOLO XIX" L'INDAGINE   del 19/9/2004
Il maschio del sud consuma più Viagra

 Roma. Crolla il mito del "maschio meridionale", l'uomo del Sud con fama di amante focoso. Tra i maschi italiani del centro-sud dilaga il consumo dei prodotti farmaceutici che curano le disfunzioni erettili e che facilitano il desiderio sessuale. Anche se in giovane età, i maschi italiani, schiacciati da ansie e preoccupazioni, usano le pillole dell'amore per sentirsi più sicuri del successo delle proprie prestazioni ed è boom di vendite anche tra gli under 30. A sostenerlo è un rapporto dell'associazione Donne e qualità della vita.
 D'altra parte, a conferma di questi dati, recentemente un rapporto Censis osservava come il 59,2% dei connazionali è incerto e preoccupato delle proprie prestazioni sessuali e ben il 42,6% soffre o ha sofferto di disfunzioni sessuali. Un profondo disagio attanaglia il 62,3% dei giovani che ammette di preoccuparsi, spesso e non volentieri, delle proprie prestazioni. Ed è proprio l'ansia la motivazione principale che spinge la quasi totalità a non fare uso del preservativo (solo il 2,5% ne fa uso), secondo il Censis, contro il 19% degli inglesi.
 Sorpresa ha suscitato l'andamento positivo di vendite nel Sud, dove in quasi tutte le regioni si è verificato un boom, negli ultimi tre mesi, per quanto riguarda il mercato di pillole per migliorare le proprie prestazioni. Le vendite nei capoluoghi di provincia hanno registrato i più forti aumenti, che in alcuni casi arrivano a +20%. Il ricorso alle pillole delle 36 ore conferma che l'uomo meridionale ha sposato una nuova filosofia. Primo in classifica l'Abruzzo, dove la vendita di pillole del weekend per farmacia è incrementata del 21% nel periodo giugno-agosto 2004 rispetto allo stesso periodo nel 2003. Seguono a ruota Sardegna (+20%) e Calabria, (+19%). Dalla ricerca sembrerebbe che gli uomini lombardi e friulani abbiano meno problemi in materia (22 confezioni vendute in media per farmacia). Per quanto riguarda, poi, le fasce d'età dei consumatori, in quasi tutte le regioni aumentano man mano le percentuali di clienti over 65 (+20%) e soprattutto di under 30 (+35%).


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